Lo stato di emergenza continua ancora oggi e sarà così fino al 31 marzo prossimo, sempre che non venga ulteriormente prolungato. E se questo perdura, inevitabilmente alcune misure emergenziali devono essere protratte. Una di queste è la scadenza delle cartelle esattoriali, che il governo (anche i precedenti rispetto a quest’ultimo di Mario Draghi), da inizio pandemia ha ritoccato.
Impensabile non intervenire in questo ambito dal momento che oltre all’emergenza sanitaria c’è quella economica. E quest’ultima forse è più grave o almeno uguale alla prima. I governi hanno pensato di addolcire il momento negativo dei cittadini, rendendo meno rigido il meccanismo della riscossione.
E così anche nell’ultima legge di Bilancio, per il tramite del suo classico collegato, il decreto Fiscale, escono nuove proroghe e nuove scadenze. E per i cosiddetti balzelli con cui milioni di cittadini, contribuenti e famiglie hanno a che fare, si alleggeriscono i carichi.
Decreto Fiscale: nuove scadenze per le cartelle esattoriali
“Misure urgenti in materia economica e fiscale, a tutela del lavoro e per esigenze indifferibili”, questo è il decreto Fiscale che come sempre accompagna (ma sarebbe meglio dire, anticipa), la manovra finanziaria.
E nell’atto ecco che sono state introdotte le proroghe dei termini di pagamento delle cartelle e degli avvisi di accertamento inviati dall’Agenzia delle Entrate in questi mesi di emergenza sanitaria.
Slittato quindi al 9 dicembre 2021, il termine di scadenza delle rate di rottamazione-ter e saldo e stralcio. Parliamo di quelle rate relative agli anni 2020 e 2021.E scadenza che arriva al 14 dicembre per via dell’ormai noto periodo di salvaguardia o di tolleranza di 5 giorni.
Slittano le scadenze anche per le cartelle esattoriali che hanno la data di notifica compresa tra il primo settembre 2021 e il 31 dicembre 2021. Come è noto, le cartelle vanno pagate entro i canonici 60 giorni. In virtù di questa proroga però, si passa a 180 giorni. Proroga che naturalmente, essendo emergenziale, non prevede l’applicazione degli interessi di mora che in genere si applicano alle dilazioni o ai ritardati pagamenti.
Cambiano anche i piani di rateizzazione
Per i piani di dilazione che i contribuenti indebitati con il Fisco hanno già ottenuto entro il giorno 8 del mese di marzo 2020, si estende una tutela.Parliamo del rischio di decadere da questo beneficio. Infatti passano da 10 a 18 le rate non pagate che portano il contribuente a perdere il beneficio della dilazione e rateizzazione del pagamento. Cambia anche la data del termine ultimo entro cui saldare le rate in scadenza nel periodo di sospensione della riscossione. Periodo che ricordiamo, è stato introdotto a partire dall’8 marzo 2020 e fino al 31 agosto 2021. Si passa dal 30 settembre 2021 al 31 ottobre 2021.
SI riduce il tetto massimo degli importi dei debiti che per essere considerati utili alla dilazione, prevedono una giustificazione di momentanea difficoltà economica del contribuente. Prima solo per importi superiori a 100.000 euro occorreva documentare la situazione di difficoltà, adesso si parte da 60.000 euro.
I nuovi piani di rateizzazione nel 2022 però perdono il beneficio delle 10 rate non pagate che fanno decadere dal beneficio. Si torna infatti a 5 rate non pagate anche se discontinue.