Il piano Industria 4.0 (ora denominato Piano Transizione 4.0) è gestito dal Ministero dello Sviluppo Economico ed è pensato per accompagnare quella che viene definita la Quarta Rivoluzione Industriale. Il piano prevede una serie di agevolazioni, incentivi e misure per lo sviluppo digitale delle imprese.
Perché viene elaborato il Piano Industria 4.0 (Piano Transizione 4.0)
In Italia oltre l’80% delle aziende non applica le nuove tecnologie, inoltre ritiene che la rivoluzione digitale sia molto lontana, questo costa in termini di competetitività e produttività, sebbene in molti non se ne rendano conto. Deve però essere anche ricordato che il tessuto economico dell’Italia è formato soprattutto da piccole e medie imprese e proprio per queste innovare diventa più difficile perché richiede investimenti anche importanti che non tutti possono sostenere. Per far fronte a questa importante sfida che può aiutare a restare nel mercato globale senza perdere artigianalità e produzione di elevata qualità in settori strategici, come possono essere il tessile o l’agroalimentare, c’è appunto in Piano Industria 4.0 che, come anticipato, consta di diverse misure. Ora possiamo vedere le principali.
Piano industria 4.0 e credito di imposta per acquisti di beni funzionali alla trasformazione tecnologica
La prima misura di cui parlare è il credito di imposta sui beni strumentali. Come precisato sul sito del Ministero per lo Sviluppo Economico, questo incentivo supporta e sostiene le imprese che decidono di investire in beni strumentali nuovi e allo stesso tempo funzionali alla trasformazione tecnologica. Hanno diritto a tale agevolazione tutte le imprese che entro il 31 dicembre 2022 abbiano effettuato acquisti di beni strumentali materiali tecnologicamente avanzati, beni strumentali immateriali tecnologicamente avanzati (ad esempio software) e altri beni strumentali. Il beneficio si estende fino al 30 giugno 2023, ma a patto che entro il 31 dicembre 2022 l’azienda abbia fatto l’ordine dei beni, lo stesso risulti accettato dal venditore e l’impresa abbia versato un acconto almeno del 20%.
Le percentuali per il credito di imposta variano in base all’anno in cui è stato effettuato l’acquisto e in base alla tipologia di bene acquistato. In particolare per i beni strumentali materiali tecnologicamente avanzati (ad esempio un nuovo macchiario) è previsto per il 2021 il credito di imposta pari a:
- 50% per investimenti di ammontare fino a 2,5 milioni di euro;
- 30% per investimenti superiori a 2,5 milioni di euro e fino a 10 milioni di euro;
- 10% per investimenti con quote ammissibili da 10 milioni di euro e 20 milioni di euro.
Per il 2022 gli importi del credito di imposta diminuiscono e sono pari a:
- 40% per la quota di investimenti ammissibili fino a 2,5 milioni di euro;
- 20% per la quota di investimenti da 2,5 milioni di euro a 10 milioni di euro;
- 10% per la quota di investimenti ammissibili da 10 milioni a 20 milioni di euro.
Per l’acquisto di beni strumentali immateriali tecnologicamente evoluti il credito di imposta è invece previsto al 20% indipendentemente dal valore dell’investimento effettuato e dall’anno.
Per gli altri beni strumentali, quindi non legati alle nuove tecnologie il credito di imposta riconosciuto è del 10% per l’anno 2021 e del 6% per il 2022.
La bozza della legge di bilancio 2022 prevede un’ulteriore proroga di 3 anni fino al 2025.
A chi è rivolto il credito di imposta per Piano Industria 4.0
Possono accedere al beneficio tutte le imprese localizzate sul territorio italiano. Sono escluse dal beneficio quelle che si trovano in stato di liquidazione volontaria, fallimento, liquidazione coatta amministrativa, concordato preventivo o altra procedura concorsuale.
Deve, infine, essere sottolineato che per poter accedere al credito di imposta per l’acquisto di beni strumentali materiali e immateriali tecnologicamente evoluti è necessario produrre una perizia tecnica semplice rilasciata da un ingegnere o da un perito industriale iscritto al relativo albo professionale oppure un attestato di conformità rilasciato da un ente accreditato.
Credito di imposta formazione 4.0
Un’altra agevolazione a cui possono accedere le aziende che aderiscono al Piano Industria 4.0 è il credito di imposta generato dai costi sostenuti per la formazione aziendale (gestione big data, robotica e simili). Possono ottenere tale credito le imprese che investono in piani di formazione volti alla trasformazione tecnologica e digitale delle imprese necessari a realizzare il paradigma 4.0.
In questo caso l’ammontare del credito di imposta è così calcolato:
- 50% per spese ammissibili e limite massimo fino a 300.000 euro l’anno per micro e piccole imprese;
- 40% nel limite massimo di 250.000 euro annuali per medie imprese;
- 30% delle spese ammissibili con limite massimo di 250.000 euro per le grandi imprese.
Tali limiti sono aumentati al 60% per tutte le aziende nel caso in cui la formazione sia destinata a lavoratori svantaggiati.
Le domande possono essere presentate fino a 31 dicembre 2023.
La Nuova Sabatini
Rientra tra le agevolazioni previste per il Piano Industria 4.0 anche la legge Nuova Sabatini che riconosce finanziamenti agevolati per piccole, medie e grandi imprese che decidono di acquistare, anche con contratto di leasing, macchinari e beni strumentali.
La legge Nuova Sabatini è stata già trattata autonomamente e di conseguenza rimandiamo all’articolo: Imprese: la legge “Nuova Sabatini” per finanziare l’acquisto di macchinari.
Inoltre si è visto più volte in questo articolo che finanziamenti, agevolazioni e credito di imposta possono essere distinti in base alle dimensioni delle attività, proprio per questo rimandiamo all’articolo: Micro, Piccola e Media Impresa: definizione e differenze.