La legge di bilancio 2022 rinnova fino a dicembre 2025 i crediti di imposta riconosciuti per l’acquisto di beni materiali e immateriali. Gli investimenti devono essere finalizzati a introdurre innovazioni, nuove tecnologie e per favorire la transizione delle aziende verso modelli più virtuosi anche dal punto di vista ecologico. Si tratta di varie tipologie di aiuto sotto forma di agevolazioni per l’accesso al credito e il riconoscimento di credito di imposta e che rientrano in quello che viene denominato Piano di Transizione 4.0.
Il Piano di Transizione 4.0
Il Piano di Transizione messo a punto dal Ministero per lo Sviluppo Economico sostituisce i precedenti piano Impresa 4.0 e piano Industry 4.0, ma in realtà ci sono poche innovazioni rispetto alle misure concrete messe a punto. La prima considerazione da fare riguarda gli importi, infatti questi per il 2022 risultano ridotti.
Per il 2022 sarà possibile recuperare sotto forma di credito di imposta per investimenti in beni materiali:
- il 40% degli investimenti fino a 2,5 milioni di euro;
- 20% per la fascia di investimenti in beni materiali di valore compreso tra 2,5 milioni di euro e 10 milioni di euro;
- 10% nella fascia tra 10 milioni di euro e 20 milioni di euro.
Diverse sono le percentuali riconosciute per l’acquisto di beni immateriali. Per il 2022 e il 2023 l’aliquota di credito di imposta che si può ottenere è fissata al 20%, mentre per il 2024 è prevista una riduzione al 15% e per il 2025 una riduzione ulteriore al 10%.
Deve essere ricordato che gli acquisti vanno effettuati entro il mese di dicembre 2025, ma le consegne possono avvenire entro il mese di giugno del 2026.
Tra le misure che rientrano nel Piano Transizione 4.0 c’è anche la legge “Nuova Sabatini”, ma anche in questo caso è prevista una riduzione degli importi, infatti i fondi previsti sono 900 milioni di euro fino al 2027. La Nuova Sabatini prevede incentivi per l’acquisto di macchinari di nuova generazione, gli stessi sono rivolti a PMI.
Piano di Transizione 4.0: ricerca e sviluppo
Tra le misure previste per il Piano di Transizione 4.0 vi è anche un’importante svolta, infatti si possono ottenere agevolazioni e incentivi anche per la ricerca e lo sviluppo. L’obiettivo è sostenere la competitività delle aziende attraverso la ricerca, l’innovazione tecnologica e il design.
Qui la legge di bilancio 2022 prevede un sostanzioso aiuto e soprattutto dilazionato nel tempo. In particolare il Credito d’imposta per ricerca & sviluppo, innovazione e design viene rinnovato per 10 anni, fino al 2031. Le aliquote per il 2022 restano invariate rispetto al 2021 e sono:
- 20% per ricerca e sviluppo di valore fino a 4 milioni di euro;
- 10% per innovazione o design e ideazione estetica con costi fino 2 milioni
- 15% per interventi volti alla transizione ecologica e con importo massimo fino a 2 milioni di euro.
Per gli anni successivi rispetto al 2022 abbiamo una riduzione, in particolare l’aliquota approvata è del:
- 10% per ricerca e sviluppo, ma in questo caso con massimale fino a 10 milioni di euro;
- 5% per innovazione, design ed estetica con massimale di 2 milioni di euro;
- 10% per investimenti in ricerca per la transizione ecologica con massimale di 4 milioni di euro.
Il Ministero per lo Sviluppo Economico subordina la fruizione di questo aiuto al rispetto delle normative in materia di sicurezza sul luogo di lavoro e al corretto adempimento di tutti gli obblighi inerenti i contributi previdenziali e assistenziali nei confronti dei lavoratori. Tale aiuto è inoltre rivolto a tutte le imprese, senza limiti inerenti le dimensioni delle stesse. Non si fa quindi la distinzione tra PMI e Grandi Imprese e indipendentemente dal regime fiscale attuato. Sul sito è possibile trovare un’ampia trattazione della materia sicurezza e sugli obblighi inerenti il datore di lavoro e il lavoratore. Ad esempio:
Imprese: datore di lavoro deve convocare la riunione sulla sicurezza
La Sorveglianza Sanitaria Obbligatoria per la sicurezza sul luogo di lavoro
Spese comprese nel Piano di Transizione 4.0 per ricerca e sviluppo
Le spese che possono essere considerate relative a Ricerca e Sviluppo sono diverse. Precisa il Ministero per lo Sviluppo Economico che si può godere del credito di imposta per:
- spese per il personale, in particolare si tratta di ricercatori e tecnici con rapporto di lavoro subordinato o autonomo impiegati in lavoro di ricerca e sviluppo;
- quote di ammortamento e spese di locazione, spese relative a materiali mobili e software utilizzati per condurre progetti di ricerca e sviluppo;
- spese per contratti di ricerca extra muros (ad esempio nel caso in cui la ricerca venga commissionata a laboratori indipendenti);
- quote di ammortamento per l’acquisto di licenze, privative industriali relative a invenzioni industriali o biotecnologiche, semiconduttori, nuove varietà vegetali;
- spese relative a consulenze (sempre nell’ambito della ricerca e dello sviluppo);
- spese per materiali utilizzati nella ricerca.
Piano di Transizione 4.0 per design ed estetica
Si è detto che il piano di Transizione 4.0 avente ad oggetto ricerca e sviluppo può trattare anche di design ed estetica. Per sviluppo di design ed estetica si intende l’attività di ricerca volta ad innovare i prodotti dal punto di vista della forma, dell’aspetto, ad esempio colori, struttura, ornamenti) . Non ha ad oggetto aspetti funzionali dei prodotti. Anche in questo caso il credito di imposta può essere usato per spese relative a personale, contratti di ricerca extra muros, acquisto di materiali per la ricerca, consulenze e canoni di locazione.
Ricordiamo che quando si parla di credito di imposta vuol dire che chi investe ottiene un credito da utilizzare per ridurre gli importi delle imposte dovute. Per poter utilizzare il credito di imposta, l’Agenzia delle Entrate ha chiarito che è necessario utilizzare il modello F24 . Le aziende per poter accedere alle varie misure indicate devono naturalmente dimostrare le spese effettuate, inoltre devono fornire un relazione tecnica che indichi finalità, contenuti e risultati delle attività svolte.