Sicuramente più volte avrai sentito parlare di quietanza liberatoria, ma di cosa si tratta e quando è opportuno chiedere il suo rilascio? Ecco cosa sapere.
Cos’è la quietanza liberatoria
La quietanza liberatoria è un documento che con il tempo è sempre meno richiesto in quanto siamo abituati a pagare gli importi dovuti con sistemi tracciabili, ad esempio bonifici e di conseguenza appare più facile provare l’avvenuto pagamento di determinate somme in favore di un creditore. Può però capitare che un soggetto vanti un credito e che si decida di pagare lo stesso in contanti. In questo caso è bene richiedere una quietanza liberatoria. Sappiamo che i pagamenti in contanti hanno dei limiti, per il 2022 è previsto il limite di 999.99 euro, quindi è possibile recarsi da un professionista e scegliere di pagare in contanti, oppure si può chiedere una dilazione di pagamento, ad esempio di pagare gli importi in modo frazionato, ad esempio all’avvocato, oppure di ricevere della merce e chiedere di pagarla in un secondo momento.
In tutti questi casi, accanto alla ricevuta di pagamento, è possibile richiedere la redazione di una quietanza liberatoria. Nella stessa il creditore dichiara di non avere più nulla a pretendere dal debitore. Può essere usata anche nel caso in cui il creditore decida di ridurre gli importi inizialmente pattuiti con l’altra parte e quindi “libera” in anticipo il suo debitore.
Come redigere una quietanza liberatoria
La quietanza liberatoria deve essere redatta seguendo delle direttive ben precise, in particolare devono essere specificati i soggetti che partecipano a questo atto, quindi il creditore e il debitore, con relativi codici fiscali e indirizzo di residenza deve essere indicata la causale del versamento, ad esempio una consulenza professionale dell’avvocato X, oppure pagamento della fattura n°. .. emessa il giorno… deve essere indicata la somma pagata/ricevuta, la data e naturalmente deve esserci la firma. La quietanza liberatoria deve essere consegnata dal creditore al debitore. Non si tratta di un documento obbligatorio, ma nel momento in cui il debitore per una sua maggiore sicurezza la richiede, deve essere consegnata.
Si è detto che la quietanza liberatoria si richiede soprattutto quando i pagamenti avvengono in contanti, nel rispetto dei limiti previsti dalla legge, ma in realtà può essere utilizzata anche nel caso in cui il pagamento avviene con bonifico. Essa ha valore di prova, quindi il creditore in un secondo momento non potrà richiedere nuovamente il pagamento asserendo che in realtà il debito non è stato saldato, infatti in tal caso il debitore potrà difendersi attraverso l’uso della quietanza.
Spesso la quietanza liberatoria si utilizza anche nel caso di rapporti di lavoro, soprattutto in caso di cessazione del rapporto di lavoro, in questo caso il lavoratore dichiara di non avere più nulla a pretendere dal datore di lavoro.
Si ritiene che possa essere parificata alla quietanza liberatoria anche una registrazione da cui si possa evincere che effettivamente il creditore ha ricevuto quanto doveva avere, la ragione del credito e che il debito risulta estinto. Naturalmente in questo caso un giudice eventualmente chiamato a dirimere controversie dovrà valutare anche le circostanze in cui è avvenuta la dichiarazione.
Quietanza liberatoria in caso di levata di protesto
Un uso frequente della quietanza liberatoria riguarda il caso di una richiesta di pagamento di un assegno scoperto. In questi casi la prassi è solitamente così disposta, Tizio firma un assegno a Caio, Caio va in banca a riscuoterlo e si scopre che l’assegno è scoperto. In questo caso ci sarà il protesto che ha conseguenze piuttosto pesanti, infatti il debitore sarà segnalato alla Centrale Allarme Interbancaria e tale segnalazione avrà una durata di 5 anni. Inoltre ci sarà il divieto di emettere assegni per almeno 6 mesi e la pubblicazione del nominativo presso il Registro Protesti della Camera di Commercio territorialmente competente.
Per ridurre gli effetti negativi di tale protesto, il debitore può procedere al pagamento del dovuto e chiedere la creditore di firmargli una quietanza liberatoria, che sarà quindi consegnata alla banca con la richiesta di cancellazione della segnalazione. Questa procedura ha comunque un costo, infatti il protestato dovrà portare all’Ufficio della Camera di Commercio una visura dei protesti rilasciata dalla stessa Camera di Commercio, inoltre dovrà allegate il titolo protestato, una copia dei propri documenti e di una copia dei documenti del creditore, la quietanza liberatoria sottoscritta dal creditore e autenticata dal notaio ( che naturalmente chiederà un compenso per tale servizio) e una marca da bollo. Tale procedura deve comunque essere espletata entro 12 mesi dalla levata del protesto.