I maggiori contributi a favore delle imprese potranno andare a quelle con la sede nelle regioni del Sud Italia negli anni dal 2022 al 2027. La percentuale delle risorse e dei contributi potrà essere concentrata nel Mezzogiorno fino al 60% degli stessi. A stabilirlo è stata la Commissione europea approvando la Carta per l’Italia in merito alla politica di coesione a favore delle regioni più svantaggiate.
Come viene prevista la redistribuzione dei contributi alle imprese nelle zone più svantaggiate
La politica di coesione per i contributi e i finanziamenti alle imprese si rifà al paragrafo 3, lettera a) dell’articolo 107 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (Tfue). In merito a quanto disposto dal Trattato internazionale, “gli aiuti destinati a favorire lo sviluppo economico delle regioni ove il tenore di vita sia anormalmente basso, oppure si abbia una grave forma di sottoccupazione, nonché quello delle regioni di cui all’articolo 349, tenuto conto della loro situazione strutturale, economica e sociale”.
Quali sono le regioni che avranno maggiori contributi dal 2022 al 2027?
Le imprese del Mezzogiorno che avranno maggiori contributi, fino al 60% delle risorse, saranno nell’ordine:
- Basilicata;
- Calabria;
- Campania;
- Molise;
- Puglia;
- Sardegna;
- Sicilia.
Perché i contributi vanno alle regioni del Sud Italia?
Le regioni del Sud Italia sommano il 32% della popolazione italiana e beneficiano di maggiori contributi alle imprese in quanto risultano tra le aree più svantaggiate dell’Unione europea. La determinazione dei coefficienti della politica di coesione mira, infatti, proprio a garantire maggiori aiuti alle regioni che abbiano un Pil pro capite minore del 75% della media dell’Unione europea. In tali regioni l’intensità massima dei contributi alle grandi imprese può variare tra il 30% e il 40%.
Contributi alle grandi e piccole e medie imprese dalla politica di coesione
Inoltre, nelle regioni del Sud Italia, l’attuazione della politica di coesione può assegnare investimenti alle imprese più grandi per ulteriori 10 punti percentuali rispetto all’intensità massima e altri 20 punti percentuali a favore delle piccole e medie imprese.