Smart working nel 2022 sarà mantenuto? E’ una modalità di lavoro che ha preso piede a causa delle restrizioni imposte dalla pandemia da Covid-19.
Smart working nel 2022, le proposte tra imprese e sindacati
Smart working nel 2022 è stato per tanto tempo ignorato dalle imprese. Ma le cose sono molto cambiate durante la pandemia da Covid-19. Le restrizioni imposte hanno fatto si che molti lavoratori spostassero la propria sede di lavoro dall’azienda alla propria abitazione.
Tuttavia a breve dovrebbe essere pronto un Protocollo condiviso tra aziende, sindacati e governo su quelle che saranno le sorti di questo nuovo modo di prestare la propria opera. Tra i temi caldi della discussione oltre alla tutela della privacy, si è discusso di come affrontare il tema dello smart working proprio adesso che le aziende hanno riaperto le porte, per i lavoratori muniti di green pass.
Perché l’importanza di un protocollo d’intesa
In base all’ultimo Decreto Riaperture, il 31 dicembre 2021 sarà la data di scadenza dello smart working semplificato. Ci si chiede cosa accadrà dopo? E da questo nasce l’esigenza di gestire al meglio questa tipologia di lavoro che ha permesso di mandare avanti il paese mentre tutto era in lock down.
Dal primo gennaio 2022 i datori di lavoro privati non potranno più utilizzare i lavoratori in Smart working nel 2022. Pertanto il primo accordo tra gli esponenti sindacali e del governo deve mettere a fuoco tantissimi aspetti. Tra questi ad esempio le nuove regole che permetteranno di gestire l’orario di lavoro. Ma non solo vanno da chiarire anche la posizione retributiva, il diritto alla disconnessione, la sicurezza dei dati, la protezione del lavoratore stesso.
Smart working nel 2022, al via la contrattazione
Il protocollo è la scelta ottimale per siglare un accordo che permetta di avere una legge che regolarizzi lo smart working dal 2022 in poi. “Il Protocollo dovrà valorizzare il ruolo della contrattazione collettiva nell’indicazione di ambiti, perimetri e materie per la definizione degli accordi individuali”- dichiara Tania Scacchetti, la segretaria confederale della CGIL.
Mentre la segretaria Generale della UIL Tiziana Bocchi dichiara che:”il futuro del lavoro agile è nella Contrattazione Collettiva”. Pertanto siamo tutti d’accordo sull’importanza di questo strumento per garantire un corretto funzionamento dello smart wrking, ma nel rispetto del lavoratore e delle aziende che hanno la possibilità di applicarlo.