Per chi si laurea in Medicina la scelta della specializzazione è sempre una fase molto importante, tra le specializzazioni che possono portare una buona remunerazione sicuramente c’è quella in pediatria. Ecco quanto guadagna un pediatra di famiglia.
Come viene scelto il pediatra di famiglia
La nascita di un bambino è sempre un lieto evento e appena dopo l’attribuzione del codice fiscale al nuovo nato e quindi con l’iscrizione all’anagrafe, c’è la possibilità di scegliere il pediatra di famiglia. In realtà si tratta di un vero obbligo, in quanto solo scegliendo il pediatra di famiglia è possibile accedere attraverso tale professionista alle prestazioni del Servizio Sanitario Nazionale.
Le modalità di scelta sono uguali a quelle utilizzate per la scelta del medico di famiglia, o medico di base che dir si voglia. Occorre quindi recarsi al distretto territoriale ASL di competenza. Qui sarà proposta una lista di pediatri disponibili e in base alla fiducia, alla nomea, alla sede in cui riceve, si può scegliere il proprio pediatra di famiglia. Per il medico specializzato in pediatria il fatto di essere inserito nella lista dei pediatri di famiglia assicura un buon bacino di clienti, o meglio di pazienti, da seguire, questo vuol dire che a fine mese comunque si riceverà uno stipendio.
Quanto guadagna un pediatra di famiglia?
In media lo stipendio di un pediatra di famiglia è di 90.000 euro annui lordi, naturalmente è necessario sottrarre le imposte e di conseguenza un medico avrà un netto di circa 4.000 euro mensili. Per chi è all’inizio della carriera le somme sono più basse, circa 50.000 euro lordi annui, mentre per chi ha già una carriera ben avviata le retribuzioni sono più elevate. Le retribuzioni variano leggermente anche in base al territorio e all’anzianità di servizio.
Lo stipendio dipende da diversi fattori, in particolare dal numero di piccoli pazienti in cura, dalla zona in cui si lavora e se il lavoro di pediatra di famiglia è affiancato dal lavoro in strutture ospedaliere. Occorre sottolineare che si entra a far parte dei pediatri di famiglia di un territorio su richiesta, ma solo quando scatta la “carenza” quindi è impossibile diventare pediatra di famiglia e non avere pazienti e quindi entrate sicure.
In base alla normativa attualmente vigente un pediatra di famiglia può avere massimo 800 pazienti, anche se vi possono essere delle eccezioni, ad esempio nel caso in cui la famiglia richieda l’iscrizione di un altro figlio. Al raggiungimento del limite si parla anche di pediatra massimalista.
Secondo le stime un pediatra di famiglia al termine della carriera può raggiungere una retribuzione di oltre 200.000 euro lordi all’anno.
Cosa fa un pediatra di famiglia
Abbiamo visto quanto guadagna un pediatra di famiglia, è importante ora capire quali sono i compiti che deve svolgere.
Gli assistiti del pediatra di famiglia sono “bambini” da 0 a 14 anni, passato tale limite anagrafico, il ragazzo sarà assegnato a un medico di base, solitamente lo stesso dei genitori. In base alla normativa, un medico, sebbene massimalista, può accettare “il figlio, il coniuge e il convivente dell’assistito già in carico al medico di medicina generale possono effettuare la scelta a favore dello stesso medico anche in deroga al massimale o quota individuale, purché anagraficamente facenti parte del medesimo nucleo familiare.” Inoltre nel caso in cui il ragazzo sia affetto da patologie croniche o handicap, i genitori possono chiedere che sia seguito fino al compimento dei 16 anni dal pediatra di famiglia.
Compiti del pediatra
Il pediatra di famiglia segue il bambino fin dalla nascita ( o dal momento in cui i genitori effettuano la scelta di quel determinato medico, ad esempio in seguito a un trasferimento potrebbe essere necessario scegliere un nuovo pediatra di famiglia) e ne valuta il corretto sviluppo attraverso visite periodiche. Ha un importante ruolo di supporto nei confronti dei genitori informandoli sui piani vaccinali e sul corretto stile di vita.
Al manifestarsi di una malattia effettua visite ambulatoriali e prescrive visite specialistiche ed esami a cui sottoporre i piccoli, prescrive farmaci e terapie. In caso di necessità deve effettuare visite domiciliari. Tra i compiti c’è il rilascio delle certificazioni per l’ammissione presso asili nido, scuole materne e di ogni ordine e grado, inoltre rilascia il certificato di riammissione in caso di assenza per malattia, certificati di stato di buono salute per lo svolgimento di attività sportive a livello non agonistico.
Nei confronti dei genitori rilascia il certificato di malattia del bambino al fine di far ottenere al genitore il diritto all’astensione dal lavoro.