Con le misure introdotte nella legge di Bilancio 2022 potrebbe esserci un crollo delle domande di pensione nel prossimo anno. È quanto emerge da uno studio portato avanti dall’Osservatorio della previdenza Fondazione di Vittorio e dalla Cgil sulla nuova quota 102 in merito alla proroga e al potenziamento dell’Ape sociale (anche con le nuove categorie di lavoratori addetti a mansioni gravose) e alla conferma di Opzione donna.
Quante nuove domande di pensione sono attese nel 2022?
Secondo quanto emerge dallo studio le nuove pensioni con le misure della legge di Bilancio sarebbero 32.151 nel 2022. Si tratta, in termini percentuali, del 22,6% di nuove pensioni in rapporto alle 141.918 domande che sono state accolte nel 2020. Per quanto riguarda l’anticipo pensionistico sociale (Ape sociale) le domande di pensionamento potrebbero arrivare a 11.674 nel comparto dei lavoratori gravosi. Le lavoratrici in uscita con l’Opzione donna solo 2.013.
Pensioni Opzione donna 2022, poco più di 2 mila le nuove uscite
Il numero basso delle lavoratrici in uscita nel 2022 con la proroga di Opzione donna potrebbe essere determinato dal fatto che i requisiti proposti dalla legge di Bilancio 2022 andrebbero a vantaggio di una ristretta platea di lavoratrici. Infatti la maggior parte delle lavoratrici, secondo quanto spiega Enzo Cigna della Cgil, hanno già maturato il diritto alla misura negli anni precedenti.
Opzione donna, ecco i requisiti di pensione del 2022
Inoltre, con la nuova legge di Bilancio si innalzerebbero i requisiti richiesti alle donne. In uscita andrebbero le lavoratrici che, al 31 dicembre 2021, maturino l’età di 61 anni (le autonome) o di 60 anni (le dipendenti) unitamente ad almeno 35 anni di contributi versati. Peraltro, le pensioni delle lavoratrici in uscita con Opzione donna verrebbero calcolate, come nel passato, interamente con il metodo contributivo.
Riforma pensioni, Roberto Ghiselli (Cgil) pronto al confronto con il governo
La partita della riforma delle pensioni per il 2022 tuttavia non sembrerebbe essere chiusa. Roberto Ghiselli, segretario confederale della Cgil, ha ribadito nella giornata del 6 novembre la necessità di “aprire un confronto immediato con il governo”, dichiarandosi disponibile a “migliorare sin da subito le misure previdenziali della legge di Bilancio”.
Maurizio Landini non esclude lo sciopero generale per le pensioni
Anche il segretario della Cgil Maurizio Landini si è detto disponibile a un confronto con il governo. “La legge di Bilancio 2022 va cambiata e migliorata – ha sostenuto Landini – Se dal governo non arriveranno risposte potrebbe essere necessario lo sciopero generale”.