Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (Mipaaf) attraverso il finanziamento dei fondi per le filiere del grano duro incentiva i produttori di grano, questi per poter ottenere le erogazioni devono però stipulare contratti di filiera. Ecco come funzionano.
Fondi MIPAAF per i contratti di filiera
Il grano è una delle materie prime più importanti per l’Italia infatti siamo produttori di pasta e allo stesso tempo ne siamo grandi consumatori, a ciò deve aggiungersi che la pasta è uno dei prodotti più esportati dall’Italia. Di conseguenza la materia prima rappresentata dal grano costituisce un’importante risorsa, sebbene l’Italia non sia a sua volta autonoma, infatti una parte della produzione è basata sull’importazione soprattutto dal Canada. Proprio la bassa produzione del 2021 legata a eventi climatici avversi in Canada ha portato a una vistosa impennata dei prezzi.
Il Ministero, attraverso i fondi Mipaaf per i contratti di filiera grano duro, intende da un lato migliorare la qualità del prodotto attraverso l’uso esclusivo di sementi certificate e dall’altro si pone l’obiettivo di aiutare i produttori con erogazioni. Per il triennio 2020-2022 sono stati stanziati 30 milioni di euro a cui si aggiungono 10 milioni di euro avanzati dalle campagne precedenti. Tali fondi negli anni passati sono stati essenziali per sostenere il settore e in particolare i coltivatori che devono affrontare costi spesso elevati.
La normativa prevede contributi dell’importo massimo di 100 euro a ettaro di terreno coltivato a grano duro per una quantità di terreno massimo che può accedere al beneficio di 50 ettari per beneficiario.
Tale aiuto rientra negli aiuti de minimis e di conseguenza è previsto il limite massimo di 20.000 nell’arco del triennio, naturalmente devono essere sommati gli altri aiuti.
Per una disamina esaustiva sugli aiuti de minimis, puoi leggere la guida: aiuti de minimis: cosa sono, limiti, ammontare e come ottenerli.
Cosa sono i contratti di filiera del grano duro
I contratti di filiera del grano duro sono accordi stipulati tra produttori e le imprese di trasformazione del grano duro (pastifici) finalizzati a favorire la programmazione degli approvvigionamenti, ciò è molto importante soprattutto in questo periodo in cui le scorte di grano stanno terminando e i prezzi stanno aumentando a dismisura, inoltre tali contratti sono finalizzati anche a mantenere un’elevata qualità del prodotto. Il contratto può essere sottoscritto da produttori singoli o da consorzi. Per poter accedere al beneficio il contratto di filiera deve essere sottoscritto per almeno tre anni.
Le domande devono essere presentate tramite AGEA (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura), per poter partecipare è necessario presentare il contratto di filiera, inoltre è necessaria la dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà inerente gli aiuti de minimis già ricevuti.
Previsioni per la produzione dell’anno 2022
Naturalmente oltre a ricevere i contributi, si riceve anche il pagamento degli importi relativi al prodotto e stabiliti in base al contratto stipulato tra le parti. Su questo punto però non mancano dubbi, infatti le quotazioni dei pastifici, sebbene siano aumentate (330 – 350 euro a tonnellata per il 2022, rispetto a 270 euro della campagna 2021), sono più basse rispetto ai valori e alle quotazioni attuali della materia prima, le stesse oscillano intorno a 500 euro a tonnellata di prodotto.
L’aumento proposto dai pastifici è quasi irrisorio considerando l’aumento delle spese per i carburanti che andrebbe ad erodere proprio tali maggiori importi. Questo vuol dire che per i coltivatori potrebbe essere più conveniente vendere il grano con contratti standard e non con i contratti di filiera. Naturalmente le valutazioni da fare sono molteplici, infatti con una ripresa della produzione, i prezzi al termine della campagna 2022 potrebbero anche risultare più bassi, un primo raffreddamento dei prezzi si è già verificato.
Per il 2022 comunque è previsto un incremento della superficie coltivata del 5% e la stessa è concentrata soprattutto nel Nord Italia, zona dove le rese sono comunque maggiori. Tra i produttori importanti occorre ricordare anche la Puglia e la Sicilia.
E’ bene ricordare che chi si occupa di agricoltura ci sono ulteriori agevolazioni ad esempio:
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