E’ stato approvato il decreto attuativo con il quale entrerà in vigore l’Assegno Unico per figli a carico e sono numerose le novità, infatti questo assegno mensile è destinato ad eliminare altri importi. Ecco cosa cambia per le famiglie.
Caratteristiche dell’Assegno Unico
L’Assegno Unico potrà essere percepito dagli aventi diritto dal 1° marzo 2022 mentre le domande potranno essere presentate da gennaio 2022. Si tratterà di un importo mensile il cui obiettivo è eliminare la frammentarietà del sistema di aiuti alle famiglie che nel tempo ha portato a un sistema complesso.
L’Assegno Unico spetta alle famiglie con figli fino al 21° anno di età, gli importi saranno calibrati in base all’età del figlio e all’ISEE. Sono inoltre previste delle maggiorazioni per famiglie numerose, per le giovani madri fino a 21 anni e nelle famiglie bi-reddito. Vediamo però con ordine tutte le novità e gli importi a cui hanno diritto i cittadini.
Importi dell’Assegno Unico
Il decreto legislativo del 18 novembre 2021 ha stabilito gli importi dell’Assegno Unico, vediamo quindi quanto prenderà una famiglia con esso. Le somme variano da un minimo di 50 euro mensili a un massimo di 175 euro per ogni figlio per i figli fino a 18 anni di età.
L’importo massimo di 175 euro al mese è previsto solo per i figli minori di età nel caso in cui la famiglia abbia un reddito ISEE inferiore a 15.000 euro. Per le altre famiglie l’importo si riduce in base all’importo del reddito ISEE. L’importo minimo di 50 euro è previsto per le famiglie che hanno un reddito pari o superiore a 40.000 euro.
Raggiunta la maggiore età si potrà beneficiare dell’Assegno Unico fino al compimento del 21° anno di età ma a condizione che il figlio segua un percorso di formazione e studio oppure che sia impegnato in un’attività lavorativa che generi un reddito inferiore agli 8.000 euro al mese. Per i ragazzi dai 18 anni ai 21 anni di età l’importo dell’assegno è di 85 euro per ISEE di 15.000 euro, scende gradualmente fino a un minimo di 25 euro mensili per ISEE pari o superiore a 40.000 euro.
Fase di transizione
Al fine di aiutare le famiglie a gestire in modo più semplice la transizione dall’ANF (Assegno Nucleo familiare) all’Assegno Unico, dal 2022 al 2025 è applicata una misura di transizione con una maggiorazione riconosciuta a favore di coloro che hanno importi ISEE fino a 25.000 euro.
Maggiorazioni per famiglie numerose e disabili
Il decreto attuativo del 18 novembre 2021 stabilisce delle maggiorazioni legate a situazioni particolari e andremo ad elencarle nel seguito. Le maggiorazioni spettano a:
- famiglie con più di due figli, in questo caso dal terzo figlio in poi, in base all’ISEE ci sarà un importo aggiuntivo di valore minimo di 15 euro e massimo di 85 euro;
- nuclei familiari con disabili: la maggiorazione sarà di 105 euro in caso di non autosufficienza, 95 euro in caso di disabilità grave e 85 per la disabilità grave, questo fino a 18 anni di vita. Dal diciottesimo anno al ventunesimo la maggiorazione per i figli disabili sarà di 50 euro mensili indipendentemente dalla gravità della disabilità.
- Maggiorazione per giovani madri, spetta alle donne madri prima dei 21 anni di età in questo caso la maggiorazione sarà di 20 euro mensili per ogni figlio.
- famiglie con due redditi, può sembrare un contro senso, ma in realtà si tratta di una misura il cui obiettivo è favorire il lavoro femminile. In questo caso la maggiorazione sarà di 30 euro per le famiglie con ISEE fino a 15.000 euro e si ridurrà in modo graduale fino ad azzerarsi per redditi pari o superiore a 40.000 euro. Deve però essere sottolineato che solitamente le famiglie con due redditi percepiscono importi superiori e quindi potrebbero più facilmente avere un ISEE che supera i 15.000 euro;
- Maggiorazione per famiglie con più di 4 figli, ci sarà un importo mensile forfettario di ulteriori 100 euro.
Soggetti che possono fare richiesta dell’Assegno Unico
Possono fare richiesta:
- cittadini italiani o di un paese dell’Unione Europea;
- titolari del diritto di soggiorno;
- soggetti tenuti al pagamento delle imposte in Italia;
- residenti e domiciliati in Italia;
- persone residenti in Italia o che siano stati residenti in Italia per almeno due anni anche non consecutivi e che abbaino un contratto di lavoro a tempo indeterminato o determinato che sia però almeno semestrale.
La domanda può essere presentata tramite il sito INPS a cui si accede con un’identità digitale, cioè SPID, Carta di Identità Elettronica o CNS oppure rivolgendosi a un patronato.
Agevolazioni che cesseranno dopo l’entrata in vigore dell’Assegno Unico
La scelta di optare per l’Assegno Unico è determinata dalla necessità di mettere ordine tra i vari sussidi presenti in Italia. Ne consegue che con l’entrata in vigore di tale misura verranno meno altri aiuti. Tra questi l’Assegno per il Nucleo Familiare (ANF), gli assegni familiari per i nuclei formati da almeno 3 figli, il Bonus Mamma Domani che cessa di esistere già a partire dal primo gennaio 2022. Inoltre tra i benefici che risultano aboliti c’è il Bonus Bebè.
Vengono meno anche le detrazioni per i figli a carico, con esclusione di quelle che in realtà non vengono inserite all’interno dell’Assegno Unico, ad esempio per i figli di età maggiore a 21 anni di età.
Il decreto attuativo tra le misure abolite non prevede il Bonus Asilo Nido, questo vuol dire che in teoria, a meno che non si sia trattato di una svista che sarà corretta nelle prossime settimane, tale misura resterà in vigore.
Quando si potrà avere l’Assegno Unico?
La corresponsione dell’assegno unico avverrà dal 1° marzo 2022 a partire dal mese successivo rispetto alla presentazione della domanda. Questo implica che coloro che presentano la domanda a gennaio, percepiranno il primo assegno a marzo, idem se la presentazione avviene a febbraio. Se viene presentata a marzo il primo assegno sarà percepito dal mese di aprile. Vi è però un correttivo, infatti per le domande presentate entro il 30 giugno del 2022, l’assegno sarà retroattivo e quindi si potranno riscuotere anche le somme maturate da marzo.
Prima di poter procedere alla presentazione della domanda è bene fornirsi di un ISEE in corso di validità al momento della presentazione della domanda. Chi ha in ISEE in scadenza al 31 dicembre 2021 dovrà quindi richiederne uno aggiornato. Infine, in base al decreto attuativo l’INPS ha 20 giorni di tempo per rendere note le istruzioni operative, quindi entro la prima decade di dicembre dovrebbero esservi ulteriori precisazioni.