Se qualche volta hai pensato di iniziare a fare degli investimenti, avrai sicuramente sentito parlare di finanza comportamentale, ma di cosa si tratta, come funziona e può realmente aiutare ad avere dei guadagni?
La finanza comportamentale: ambito di applicazione
Finora abbiamo parlato di investimenti con rendimenti sicuri e blandi, cioè buoni fruttiferi postali, conti deposito e simili, ma abbiamo più volte sottolineato che i rendimenti sono davvero irrisori, al punto che tali strumenti possono essere considerati più un modo per tenere i soldi al sicuro, visto che avere denaro liquido in casa è alquanto pericoloso, che delle vere e proprie tecniche di investimento. Chi invece vuole osare un po’ di più, magari creare una piccola rendita o usare gli investimenti per il futuro o per una vacanza che altrimenti non potrebbe permettersi, può provare diversi investimenti, ad esempio in azioni e obbligazioni, materie prime.
L’accesso a questi mercati oggi è facilitato dalla possibilità di utilizzare il trading e quindi di liquidare in breve tempo gli investimenti, avere una gestione totale degli stessi e investire anche se non si hanno grandi somme disponibili. Tra gli approcci che si possono utilizzare per investire cercando di avere sotto controllo il rischio di perdite vi è la finanza comportamentale.
Di cosa si occupa la finanza comportamentale
La finanza comportamentale analizza gli effetti psicologici e i pregiudizi cognitivi che vanno a influenzare le scelte degli investitori. In particolare tiene in considerazione le emozioni come paura, insicurezza, orgoglio, pentimenti relativi a esperienze passate. Queste emozioni possono portare a scelte sbagliate soprattutto nelle fasi più intense dell’investimento e nel trading queste sono numerose perché le fluttuazioni nel breve temine possono essere repentine ed è essenziale scegliere il momento opportuno per chiudere l’investimento senza perdere, fiducia, razionalità e cautela.
La finanza comportamentale tiene in considerazione ulteriori effetti, ad esempio l’effetto gregge, cioè in molti casi l’investitore ha scarsa fiducia nelle sue analisi del mercato, sebbene siano accurate, e tende a seguire le operazioni degli altri pensando che se la maggior parte delle persone investe in una direzione, sicuramente c’è un motivo. Non è detto però che la scelta di seguire gli altri sia effettivamente quella migliore. La finanza comportamentale serve anche a ridurre, tenere sotto controllo l’effetto gregge.
Gli errori cognitivi
Gli studi sulla finanza comportamentale tengono però in considerazione anche l’effetto contrario rispetto all’effetto gregge cioè l’eccessivo ottimismo e la sovrastima delle proprie capacità che possono portare ad errori di rilevante entità. In questi casi si parla anche di errori cognitivi, questi sono tipici di chi ha una certa difficoltà a cambiare strategia sebbene si accorga che la propria è sbagliata ed è frutto di una scarsa elasticità mentale, infatti gli investimenti in questi settori della finanza richiedono una buona propensione a mettersi in discussione.
Questa branca della finanza riconosce una certa importanza anche all’inquadramento della scelta, cioè il modo in cui una questione, una scelta, viene inquadrata può influenzare la decisione finale pur senza una reale base logica. Ad esempio se un investimento viene presentato come tendenzialmente positivo al 75%, siamo portati a pensare che andrà bene, trascurando l’altro aspetto e cioè che c’è un 25% di possibilità che l’azione abbia un esito negativo.
A cosa serve dal punto di vista pratico la finanza comportamentale?
Se sei un investitore ti stai forse chiedendo a cosa serve parlare di finanza comportamentale. La risposta è abbastanza semplice, infatti seguire percorsi di finanza comportamentale, imparare a conoscerla a fondo, può aiutare anche ad avere una maggiore comprensione delle proprie potenzialità e ad affinare le proprie tecniche di investimento e di conseguenza ad avere maggiori guadagni e sopportare minori rischi o almeno imparare a gestirli meglio, imparare ad affrontare al meglio le proprie emozioni di fronte agli investimenti. Se siamo in grado di percepire bene le nostre emozioni e quindi in un certo senso a depurare le azioni fatte negli investimenti dai vari sentimenti contrastanti, possiamo controllare meglio le nostre azioni e soprattutto gestire le fasi concitate degli stessi.
Naturalmente non mancano critiche alle teorie della finanza comportamentale, ad esempio la più frequente è che in realtà l’essere umano è in grado di imparare dai propri errori e quindi automaticamente anche di correggere le azioni in modo istintivo. Di sicuro leggere e informarsi su tali argomenti non porta in modo automatico guadagni, ma può aiutare a conoscere meglio se stessi e questo non può nuocere.
Naturalmente se vuoi un approccio più tranquillo, il consiglio è di utilizzare forme di investimento tradizionale. In questo caso leggi la guida: Rendimenti buoni fruttiferi postali, simulazioni e prospettive future