La riforma del catasto di cui abbiamo già parlato a seguito della legge delega del 5 ottobre 2021, fa temere, Matteo Salvini in testa, che nasconda una patrimoniale. Ma a prescindere dal quadro che si presenterà nel 2026, quando, tra l’altro, probabilmente l’Italia avrà un altro governo e un altro Parlamento che potrebbe cambiare la revisione delle rendite prevista tra cinque anni dopo l’eventuale mappatura di quest’anno che dovrebbe avvenire per volere di Mario Draghi, andiamo a vedere cosa si può fare per ridurre la rendita catastale di un immobile, per avere una conseguente diminuzione delle relative imposte (TASI e IMU).
Riduzione rendita catastale di un immobile
In quale stato si trova il vostro immobile? Se si parla di un’unità catastale vecchia, decadente, con i servizi igienici mancanti, è possibile presentare a chi di dovere una richiesta di variazione di rendita, che, porterà ad un’esenzione delle imposte sull’immobile. Lo strumento per arrivare a ciò, è un tecnico specializzato che attesti lo stato attuale del fabbricato in oggetto.
Se, invece, l’immobile è di vecchia costruzione, ma è solamente in parte degradato, è possibile seguire l’iter del frazionamento, distaccando il fabbricato in due porzioni logorate da classificare in modo differente e in un’altra categoria, così da ottenere una diminuzione della rendita catastale complessiva che vuol dire riduzione delle imposte da pagare.
Oltre allo stato di un immobile, conta molto il suo utilizzo. Quando la rendita catastale è molto alta, può essere che le unità immobiliari inizialmente adibiti a negozi commerciali, se successivamente chiusi o destinati a depositi, magazzini o laboratori, perdono immediatamente valore di rendita catastale. Anche in questo caso è necessario presentare un’istanza che tramite la visione e la certificazione di un professionista, possa ridurre di categoria la rendita catastale, con il risultato di abbassare le tasse da pagare su tale immobile.
In alcuni casi, ci può essere un errore del censimento. Capita che alcuni immobili residenziali abbiano una rendita catastale troppo alta. Come nei casi precedenti, si deve inoltrare una domanda con cui si chiede la rettifica della rendita catastale, da presentare all’ufficio provinciale dell’agenzia del Territorio appartenente alla propria zona residenziale o al proprio territorio regionale. Una volta avvenuta la correzione, la rendita catastale e le relative imposte subiranno una notevole diminuzione.
Come conoscere la rendita catastale di un immobile
In ogni caso, se si vuole venire a conoscenza della rendita catastale del proprio immobile, basta recarsi sul portale dell’Agenzia delle Entrate che mediante apposito servizio, fornirà il valore della rendita catastale. Tuttavia, questo servizio non è utilizzabile per coloro che vogliono conoscere la rendita catastale di un immobile ubicato nelle province autonome di Trento e Bolzano. Per avere accesso alla rendita catastale di un immobile o fabbricato devono essere inseriti gli identificativi catastali, ossia: Comune, sezione, foglio, particella e naturalmente la provincia dove è situato l’immobile.
Calcolo del valore catastale di un immobile
Se qualcuno si sta chiedendo come calcolare la rendita catastale di un immobile, è sufficiente prendere il dato relativo alla rendita catastale rivalutata del 5% per il coefficiente assegnato dall’Agenzia delle Entrate a ognuna delle unità immobiliari, a seconda della destinazione d’uso. Ma andiamo a scoprire quali sono questi coefficienti:
- prima casa (110);
- immobili appartenente alle categorie catastali A e C, esclusi i fabbricati classificati A/10 e C/1 (120);
- tutti gli immobili della categoria B (140);
- i fabbricati della categoria D e quelli A/10 rappresentati da uffici e studi privati (60);
- fabbricati appartenenti alla categoria E e C/1 (40,80);
- terreni agricoli, quindi non edificabili (90).