Non c’è dubbio che, almeno in teoria, sia più facile trovare tanti piccoli finanziatori che prestano piccole somme di denaro, piuttosto che convincere un unico finanziatore pronto a prestare i propri soldi per l’espansione di una start-up o di una piccola e media impresa: stiamo parlando di un crowdfunding.
Tra l’altro, il crowdfunding ha il vantaggio di ricevere tante informazioni che possono tornare utile al proprio progetto o impresa, grazie ad una comunità che si forma intorno alla sua piattaforma online. Ma quali sono i rischi di cui deve essere a conoscenza chi decide di utilizzare un crowdfunding per espandere a fini di lucro la propria impresa?
I rischi di un crowdfunding
Il fallimento di un’impresa finanziata da una o più fonti con elevate somme di denaro, non è molto diverso che da quello di un’impresa fallita dopo aver ricevuto tanti piccoli finanziamenti: in ogni caso, vanno restituite tutte le somme ricevute per la raccolta fondi.
Le idee innovative girano in rete e sono visibili a tantissime persone, ciò vuol dire che potenzialmente tanti altri soggetti con i dovuti accorgimenti strategici, potranno copiare il progetto con risultati eccellenti. Per ovviare a questo problema, è consigliabile chiedere una consulenza alla Camera di C0mmercio locale o ancora meglio a un esperto, per capire come proteggere la propria proprietà intellettuale.
Un altro dei rischi in cui si può incorrere è buttarsi in un crowdfunding senza le dovute conoscenze e competenze, sottovalutandone i costi e la gestione. In pratica, si dovrebbe già essere preparati a un piano B, o comunque a mettere da conto eventuali margini di errore. In ogni caso, una consulenza si rende sempre necessaria.
Effettuare una proposta banale nel mondo del crowdfunding, è come darsi in pasto agli squali. Ogni errore o mancanza verrà valutata e questo provocherà un danno alla reputazione non da poco, visto l’ampia platea giudicante.
Ogni mossa compiuta in un crowdfunding deve essere studiata con attenzione, anche perché ci si trova davanti a una tipologia di imprenditorialità diversa da tutte le altre. Tuttavia, vale per tutte le imprese il concetto di promettere solo se si hanno le capacità per garantire.
La piattaforma online va sempre supervisionata, si deve conoscere bene qual è la documentazione da fornire e quali i costi da sostenere per rispettare la normativa vigente. E’ da prendere in considerazione l’idea di avere delle risorse da investire in una consulenza legale.
E’ necessario avere una profonda conoscenza della legislazione che norma l’attività di un crowdfunding, il rischio è di violare la legge senza volerlo ma per mancata conoscenza della disciplina. Per prevenire che ciò possa accadere è sempre consigliato rivolgersi alla Camera di Commercio più vicina o alla pubblica amministrazione più pertinente.
Anche le piattaforme online possono diventare un problema. Alcune di loro sono poco affidabili e non completamente regolari, in tal caso è preferibile rivolgersi a una piattaforma rinomata.
Altresì, è necessario conoscere i diritti degli investitori, in modo da non incappare in un problema legale, soprattutto se si parla di crowdfunding azionario. Conoscerne esigenze e aspettative, gestire eventuali reclami. Tutto questo significa avere una competenza affatto superficiale e avvalersi in continuazione di consulenti e legali con conseguente dispendio di risorse. E’ importante anche costruire una struttura che abbia meccanisimi di governance societari con una certa cognizione di causa.
Infine, si deve tener presente che arriverà il giorno in cui determinati investitori vorranno abbandonare il progetto e vendere le proprie quote, con la conseguenza che altri investitori subentreranno. Anche per questa eventualità, ci si deve far trovare preparati.
In conclusione, utilizzare un crowdfunding non è così semplice come si racconta, a meno che non si voglia tenere conto di tutte le grane economico-legali a cui si può venire sottoposti.
LEGGI ANCHE: Come funziona il crowdfunding