È possibile per una partita Iva del regime ordinario passare al più vantaggioso regime forfettario? La risposta è positiva e l’accesso al forfettario avviene senza una determinata opzione. Tuttavia, è necessario adottare alcuni specifici accorgimenti, soprattutto per quanto riguarda i requisiti di adesione al regime forfettario delle partite Iva.
Regime forfettario delle partite Iva, il requisito del limite dei 65 mila euro di reddito
Il primo requisito necessario per aderire alla partita Iva a regime forfettario è rappresentato dal volume di compensi e redditi annui. Il limite per le partite Iva forfettarie, infatti, è fissato a 65 mila euro. Immaginando un libero professionista che abbia avuto negli anni ricavi sempre superiori alla soglia, ma che per una riduzione dell’attività arrivi a un ammontare di compensi che non superano più i 65 mila euro, è possibile cambiare regime fiscale di partita Iva? Prendendo in esame il volume dei compensi la risposta è positiva. È possibile passare al regime forfettario delle partite Iva.
Regime forfettario di partita Iva, quali sono i requisiti richiesti?
In questo caso, affinché il professionista possa passare dal regime ordinario della partita Iva al regime forfettario, devono essere rispettati tutti i requisiti richiesti. Il limite della flax tax al 15% del regime forfettario è applicato per redditi fino a 65 mila euro. I requisiti per aderire al regime forfettario sono elencati nella legge numero 190 del 23 dicembre 2014 (legge di Stabilità 2015). Al comma 54 dell’articolo 1 è previsto che “i contribuenti persone fisiche esercenti attività d’impresa, arti o professioni applicano il regime forfetario di cui al presente comma e ai commi da 55 a 89 del presente articolo se, al contempo, nell’anno precedente hanno conseguito ricavi ovvero hanno percepito compensi, ragguagliati ad anno, non superiori ai limiti indicati nell’allegato numero 4 annesso alla presente legge, diversi a seconda del codice Ateco che contraddistingue l’attività esercitata”.
Chi può passare al regime fiscale forfettario di partita Iva?
In tal senso si è espressa anche l’Agenzia delle entrate nell’interpello numero 378 del 31 maggio 2021. Nell’interpretazione, l’Agenzia ha ribadito che il regime forfettario rappresenta un regime naturale e, dunque, i contribuenti che già portano avanti l’attività di impresa, di arte o di professione, possono avere accesso senza dover inviare alcuna comunicazione preventiva oppure successiva.
Partita Iva regime forfettario, le cause di esclusione
Naturalmente, per l’accesso al regime forfettario delle partite Iva, l’esercente l’impresa, l’arte o la professione non deve incorrere nelle cause di esclusione che sono elencate nel comma 54 dell’articolo 1 della legge 190 del 2014. Nel dettaglio non possono avvalersi del regime forfettario:
- le persone fisiche aderenti già a regimi speciali ai fini dell’Iva o a regimi forfettari di determinazione del reddito;
- le persone non residenti;
- i soggetti che effettuano cessioni di fabbricati o di porzioni, di terreni edificabili, in via esclusiva o prevalente;
- gli esercenti attività di impresa, arti o professioni che contemporaneamente partecipano ad attività di persone, di associazioni o a società a responsabilità limitata.
Quando può passare dal regime ordinario di partita Iva al regime forfettario?
Il lavoratore con partita Iva che, nel precedente anno abbia già ottenuto ricavi che non superino il tetto dei 65 mila euro, può passare al regime forfettario già nell’anno successivo. Pertanto, per i lavoratori con partita Iva e i professionisti che nell’anno in corso abbiano un ammontare di compensi e di ricavi che non superino i 65 mila euro, è possibile cambiare regime fiscale già dal 2022.