Il Fondo Impresa Donna è adesso operativo, grazie alla firma apposta sul decreto interministeriale del ministro leghista del governo Draghi, Giancarlo Giorgetti. L’obiettivo è rafforzare sia gli investimenti, sia i servizi a sostegno delle donne imprenditrici.
La misura prevista dal PNNR
La misura Fondo Impresa Donna consiste nella previsione di un investimento da finanziare di 40 milioni di euro, ma solo inizialmente. La finalità è incentivare la partecipazione delle donne nel mondo dell’imprenditorialità, supportandone le competenze e la creatività per l’avvio di nuove imprese e la realizzazione correlata di tanti progetti d’innovazione. Quale modo migliore da adottare, se non quello di una contribuzione a fondo perduto unitamente a finanziamenti agevolati?
Con l’operatività concessa dal ministero dello Sviluppo Economico, all’investimento iniziale di 40 milioni di euro si aggiungeranno le risorse del PNRR (Piano Nazionale Ripresa Resilienza) per un importo di 400 milioni di euro.
L’attuazione della misura a sostegno dell’imprenditoria femminile permette al ministero dello Sviluppo Economico di raggiungere un altro obiettivo stabilito dal cronoprogramma del PNNR, discorso valido anche per i bandi IPCEI sui progetti strategici altamente tecnologici nei settore delle batterie e dei semiconduttori, mentre è già stata avviata la rifoma della proprietà industriale.
L’obiettivo Inclusione e Coesione volto ad incentivare l’inserimento delle donne nel mondo dell’imprenditoria è stato centrato dal Ministero dello Svulippo Economico nell’ambito del Piano Nazionale di Resilienza e Ripresa.
Adesso, spetta alla Corte dei Conti la registrazione del decreto interministeriale.
A chi spetta il Fondo Impresa Donna
Un mix di agevolazioni sotto forma di finanziamenti e contributi a fondo perduto servono per l’avvio, il consolidamento delle imprese, la diffusione della cultura imprenditoriale femminile e i percorsi di formazione.
I destinatari del Fondo sono le lavoratrici autonome, le imprese individuali laddove il titolare è una donna, le cooperative e società di persone con almeno il 60% di socie, le società di capitale con quote e componenti del CDA per almeno il 66,66% di donne.
I settori di attività che ne beneficeranno saranno l’artigianato, l’industria, la trasformazione dei prodotti agricoli, i servizi, il turismo e il commercio.
Come funziona
Le imprese dovranno realizzare una pianificazione di investimenti entro 2 anni con un tetto di spese ammissibili: 250.000 euro per le nuove imprese e fino a 400.000 per le imprese già esistenti.
Le imprese devono avere determinate peculiarità. Per prima cosa, devono avere sede legale in Italia e devono essere costituite da almeno un anno. Anche le persone fisiche sono ammesse all’agevolazione, ma dovranno avviare l’attività entro 60 giorni dalla comunicazione positiva della valutazione della domanda e documentarne la costituzione.
Nel caso di lavoratrici autonome, l’apertura della partita Iva va presentata entro i 60 giorni dalla valutazione positiva della domanda.