Il settore dell’agricoltura ha delle peculiarità relative soprattutto al fatto che il lavoro spesso è stagionale e questo porta alla formazione di tipologie contrattuali specifiche e non applicabili ad altri settori, tra questi vi è il piccolo colono.
Il contratto di piccolo colono o di colonia: quando conviene
Una piccola premessa è d’obbligo: ci sono aziende agricole di grandi o medie dimensioni caratterizzate dalla presenza di diverse tipologie di colture, ad esempio hanno serre per le fragole e le raccolte primaverili, frutta estiva come le pesche, autunnale come mele, uva, nocciole, in questi casi le aziende riescono ad assicurare agli addetti lavoro per tutte le stagioni.
Ci sono poi attività produttive specializzate in una sola coltura, in questi casi il lavoro è concentrato in una stagione e allora non si può stipulare evidentemente un contratto di lavoro a tempo indeterminato, ci sono quindi soluzioni diverse e tra queste il piccolo colono. Questo contratto solitamente viene utilizzato quando il proprietario non vuole avere l’onere di coltivare il terreno, magari vive lontano e ha un’altra professione, ma giustamente vuole che sia produttivo e può essere una riscoperta in tutti i casi di terreni abbandonati dai proprietari, il contratto di colonia può anche essere un mezzo per evitare che maturi l’usucapione da parte di altri soggetti.
Il contratto di piccola colonia
La piccola colonia è un contratto di tipo associativo, quindi il colono si impegna a prestare il proprio lavoro con l’azienda agricola. La nozione di colonia parziaria è contenuta nell’articolo 2164 del codice civile, la prima cosa da sottolineare è che la colonia può essere attivata per la durata di un ciclo di coltura, in base alle determinazioni dell’INPS le giornate lavorative previste nell’arco dell’anno devono essere in numero inferiore a 120.
Per conoscere quali attività possono essere qualificate come azienda agricola, leggi la guida: Di cosa si occupa un’azienda agricola: definizione, limiti, privilegi
Coloro che eseguono l’attività in qualità di piccoli coloni devono comunque essere iscritti negli elenchi nominativi dei lavoratori dell’agricoltura.
Come funziona il contratto da piccolo colono
Sul contratto del piccolo colono devono essere fatte distinzioni inerenti da un lato la retribuzione e dall’altro la contribuzione.
Per quanto riguarda la retribuzione non è in denaro, cioè il piccolo colono partecipa dei frutti dell’attività stessa, ecco perché il contratto è utilizzato soprattutto in piccole aziende e spesso all’interno di nuclei familiari. In base all’articolo 2164 del codice civile la misura della ripartizione degli utili è stabilita in base agli usi.
Il piccolo colono si impegna a coltivare il fondo, può anche farsi aiutare, e a dividere i frutti del fondo stesso con il proprietario del terreno. Naturalmente può vendere la sua quota di frutti/raccolto. In base all’articolo 2167 del codice civile deve custodire il fondo e mantenerlo in un normale stato di produttività, inoltre deve custodire le cose che gli sono affidate dal concedente, ad esempio gli attrezzi agricoli.
Prestazioni pensionistiche, contributi, malattia
Il piccolo colono a sua volta ha diritto a prestazioni economiche come l’indennità di malattia, maternità/paternità e tubercolosi. L’ammontare di queste prestazioni sono corrisposte facendo riferimento alla media giornaliera degli operai agricoli a tempo determinato, questa è stata fissata dalla circolare 68 del 22 aprile 2021 dell’INPS in 59,45 euro. Quindi su tali limiti vengono calcolate anche le varie prestazioni. I contributi previsti sono per una quota a carico del concessionario e per una quota in capo al concedente (il proprietario del terreno). Per il 2021 il carico contributivo è pari al 29,39% rispetto alla media giornaliera e di questi il 20,25% è in capo al concedente e la rimanente parte, 8,84%, è in capo al concessionario. E’ previsto comunque un graduale aumento fino al raggiungimento dell’aliquota del 32,30%.
Sono previste agevolazioni e sgravi per le aziende ubicate in comuni classificati come montani e come svantaggiati.
Si deve sottolineare che i piccoli coloni percepiscono l’indennità di disoccupazione agricola. Il concedente non ha l’obbligo di denunciare (dichiarare) il numero delle giornate lavorative previste, le stesse si deducono dalle tabelle provinciali che indicano le giornate medie lavorate per coltura/ettaro.
Stipulare il contratto da piccolo colono
Per stipulare un contratto da piccolo colono è bene farsi assistere da professionisti qualificati, per istituire correttamente il rapporto deve essere presentata una domanda all’INPS entro 30 giorni dalla stipula del contratto. La domanda deve essere sottoscritta da concedente e concessionario, quindi dal proprietario del fondo e dal piccolo colono. Per proseguire il rapporto è necessario entro il 30 gennaio di ciascun anno un’apposita domanda all’INPS. Naturalmente sono necessari i documenti delle parti e l’indicazione dei terreni che dovrà coltivare il piccolo colono, individuati attraverso foglio di mappa e il numero delle particelle.
Il Colono ha diritto di prelazione in caso di vendita del fondo.