Ogni anno si accumulano 11 mila tonnellate di rifiuti elettronici costituiti da caricabatteria, una mole enorme anche considerando che nella maggior parte dei casi sono funzionanti, ma semplicemente vengono sostituiti perché nella confezione del nuovo smartphone, cuffie, altoparlanti, è compreso il caricabatterie e perché in alcuni casi il vecchio non è compatibile. Basterebbe davvero poco per ridurre questo enorme quantitativo di rifiuti elettronici, che è anche uno spreco di denaro e produce inquinamento, basterebbe il caricabatteria universale e l’Unione Europea finalmente lancia la sua proposta.
Dal Parlamento Europeo arriva la richiesta di applicazione del caricabatteria universale
Anna Cavazzini, presidentessa della Commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori, ha sottolineato che è arrivato il momento di dare seguito alle numerose richieste provenienti dal Parlamento Europeo che più volte ha invitato la Commissione Europea ad affrontare il problema dei rifiuti elettronici e quindi ad adottare finalmente il caricabatteria universale. Si tratta di un dispositivo che consente di ricaricare diversi modelli di smartphone, tablet e altri dispositivi con un unico caricabatteria.
Tale scelta è auspicabile perché c’è un costante incremento dei rifiuti elettronici in tutta l’Unione Europea. Molti ritengono che il provvedimento sia una sorta di punizione per Apple che ha differenza del sistema Android produce cavi e caricabatterie dedicati, in realtà l’Unione Europea ci tiene a precisare che il provvedimento non vuole punire nessuno e mira solo a una maggiore tutela ambientale, anche considerando che ogni anno nel solo continente europeo sono venduti 420 milioni di telefoni cellulari e altri dispositivi.
Le prime richieste sul caricabatterie universale risalgono al 2014 e da allora fino al 2021 c’è stato un costante interesse per questo argomento, ma formalmente solo il 23 settembre 2021 la Commissione Europea ha proposto tale fondamentale novità con l’obiettivo di ridurre i rifiuti elettronici. La proposta per ora non si estende ai PC e ai sistemi di ricarica wireless. Dal punto di vista pratico la Commissione Europea chiede ai produttori di smartphone e dispositivi elettronici di utilizzare un sistema di alimentazione unico con cavo “USB-C” e di rendere i protocolli software interoperabili tra i diversi marchi.
Il risparmio prevedibile per i cittadini dell’Unione Europea
Per ogni dispositivo il produttore potrà proporre due versioni, di cui una obbligatoriamente senza caricabatteria incluso, la seconda confezione è facoltativa e prevede il caricabatteria incluso nel prezzo. Naturalmente a ciò consegue una sensibile riduzione dei prezzi. Il costo di un caricabatteria originale solitamente è di circa 35 euro, quando acquistato separatamente, ma è probabile che la differenza di prezzo tra le due versioni sarà minore. Ogni persona dovrebbe poi comprare il caricabatteria universale quando ne ha effettivamente bisogno, ad esempio perché il vecchio è logoro. Secondo Thierry Breton, Commissario europeo per il mercato unico, se l’utilizzo di una sola tipologia di caricabatterie dovesse trasformarsi in legge, il risparmio per gli europei dovrebbe essere di circa 250 milioni di euro l’anno e la riduzione di rifiuti trovrebbe essere di circa mille tonnellate l’anno.
La reazione di Apple all’introduzione del caricabatteria universale
Non sono però mancate critiche e levate di scudi, soprattutto da parte del colosso Apple che ha criticato tale proposta sottolineando che in realtà in questo modo potrebbero aumentare i costi. Il problema per Apple è dover rinunciare al proprio protocollo con sistema di cavo Lightning per adattarsi a quello universale “USB-C”, ciò porterebbe a un aggravio dei costi e contemporaneamente, secondo il colosso, ciò potrebbe anche soffocare l’evoluzione tecnologica e tale rallentamento potrebbe apportare danni all’economia e alle persone.
Per la Apple potrebbe anche voler dire adattare il caricabatterie al Paese di destinazione del prodotto finale, infatti fuori dall’Unione Europea sarebbe ammessa la vendita con il sistema di cavo lightning e di conseguenza è probabile l’impegno a sviluppare nuovi dispositivi di ricarica che però non potrebbe vendere nell’Unione Europea. Apple inoltre sottolinea come in realtà la sua società sia già impegnata sul fronte della tutela ambientale e infatti i caricabatteria del noto marchio sono realizzati prevalentemente con materiali riciclati.
Le associazioni dei consumatori
La posizione della Apple, a sorpresa, è sostenuta anche dall’associazione dei consumatori Consumerismo che sottolinea come questa decisione potrebbe sembrare anche poco tempestiva infatti nel 2009 c’erano in circolo circa 30 tipologie differenti di caricabatterie, mentre oggi le tipologie sono solo 3 quindi i sistemi sono abbastanza uniformi. Attraverso il presidente Luigi Gabriele sottolinea che effettivamente la scelta di rendere obbligatorio in caricabatteria universale potrebbe ridurre i rifiuti elettronici, ad oggi ogni cittadino dell’Unione Europea produce circa 16 kg di rifiuti elettronici annualmente e gli stessi non sempre sono smaltiti seguendo le normative, ma di fatto vi è il rischio che i produttori aumentino i prezzi dei dispositivi.
Diversa è invece la reazione dell’Associazione Europea dei Consumatori Indipendenti (AECI) che invece apprezza la proposta e sottolinea il minore impatto ambientale che si avrebbe con tale riforma e la possibilità e la tutela dei consumatori che non si ritroveranno costantemente con cassetti pieni di cavi obsoleti.