I lavoratori che cercano di uscire prima dal mondo del lavoro sono numerosi e tra le varie possibilità vi è l’isopensione, introdotta per la prima volta con la legge Fornero 92 del 2012. Occorre però prestare attenzione infatti la circolare dell’INPS 142/2021 appena emanata apporta delle importanti novità, ma vediamo di cosa si tratta.
Cos’è l’isopensione
L’isopensione, o trattamento di accompagnamento alla pensione, scivolo pensionistico o esodo, consente di andare in pensione con 7 anni di anticipo (al momento dell’introduzione era possibile l’anticipo solo di 4 anni), attraverso un accordo tra il lavoratore e l’azienda per cui lavora. La disciplina è stata introdotta con la Legge Fornero, in seguito è stata ripresa con la legge Bilancio 2018 e, infine, è stata oggetto di revisione con la legge di Bilancio 2021 (legge 178 del 2020) che ha provveduto a prorogarla fino al 31 dicembre 2023, ciò vuol dire che fino a tale data può esservi accesso a questo trattamento, in seguito sarà esclusa, tranne il caso di ulteriori proroghe.
Fin da ora è bene sottolineare che l’isopensione è a carico del datore di lavoro che deve versare anche i contributi figurativi per consentire la maturazione dei requisiti per la pensione ordinaria. Il datore di lavoro deve quindi dare disponibilità economica all’INPS per l’erogazione che, dal punto di vista pratico, esegue l’INPS e deve sottoscrivere una fideiussione bancaria a garanzia della copertura del trattamento pensionistico.
Requisiti per l’isopensione
L’isopensione è uno strumento utile alle aziende che vogliono il ricambio generazionale o che si trovano in una situazione di esubero, magari per avere collaboratori con una formazione più recente soprattutto per quanto riguarda l’uso delle nuove tecnologie digitali. Allo stesso tempo è utile ai lavoratori che non abbiano ancora maturato i requisiti minimi per il pensionamento, ma che vogliono uscire dal mercato del lavoro. La normativa prevede che possano utilizzare questo strumento le aziende che abbiano almeno 15 dipendenti e che il diritto all’isopensione possa essere riconosciuto a lavoratori che nell’arco dei 7 anni successivi dovrebbero raggiungere i requisiti minimi per il pensionamento. In pratica possono aderire i lavoratori che abbiano compiuto i 60 anni di età.
La procedura
Le aziende interessate all’isopensione devono sottoscrivere un accordo di esodo, questo prevede la partecipazione alle trattative di INPS, azienda e sindacati maggiormente rappresentativi in azienda. L’INPS ha l’importante ruolo di verificare che ci siano tutti i presupposti e quindi che l’azienda abbia un numero di dipendenti medio di almeno 15 unità e che i lavoratori interessati abbiano effettivamente maturato i requisiti per l’isopensione.
In seguito a tale accordo i dipendenti vengono informati della possibilità di accedere all’isopensione e devono manifestare la loro intenzione di aderire, ma non sono obbligati a uscire dall’azienda. L’INPS infine si occupa di validare l’atto. Dal primo mese successivo il dipendente potrà percepire l’isopensione.
Ci sono però delle cose da sottolineare per quanto riguarda gli importi, infatti l’isopensione è inferiore rispetto all’assegno che si avrebbe con la pensione ordinaria e questo perché manca una parte dei contributi ordinari. Il trattamento pensionistico viene calcolato sulla base dei contributi effettivamente versati fino a quel momento. In secondo luogo sull’isopensione non sono applicati gli ANF (Assegni Nuclei Familiari) inoltre non vi è diritto alla reversibilità per il coniuge e non c’è la perequazione automatica.
La circolare INPS 142 del 2021
Occorre premettere che l’INPS calcola le decorrenze di pensione utilizzando le stime dell’INPS sulla speranza di vita, le ultime stime dell’ISTAT però hanno visto un incremento della speranza di vita pari a 0 nel biennio 2020-2022 modificando così le stime precedenti che vedevano un costante incremento della speranza di vita. La circolare 119 del 2013 aveva già chiarito la liquidazione della pensione alla fine del periodo di esodo sarà applicata tenendo in considerazione la normativa in vigore alla data di decorrenza del trattamento pensionistico. Se nel frattempo si verificano modifiche legislative che innalzino i requisiti di accesso al trattamento pensionistico, oppure nel caso di incremento dell’aspettativa di vita, l’erogazione di quest’ultima proseguirà per l’ulteriore necessario periodo.
Una novità importante per coloro che vogliono accedere all’isopensione è contenuta nella circolare dell’INPS 142 del 2021 che è possibile leggere qui: Circolare INPS 142 del 2021
La disciplina prevede che “per il biennio 2021-2022 l’isopensione è dovuta fino alla data di maturazione del requisito anagrafico di 67 anni (non più di 67 anni e 3 mesi) ovvero fino alla maturazione del requisito contributivo di 42 anni e 3 mesi per le donne (non più di 42 anni e 6 mesi) o 43 anni e 3 mesi per gli uomini (non più di 43 anni e 6 mesi). La contribuzione correlata è dovuta fino alla data di maturazione dei predetti requisiti ”, quindi potrebbe esserci un vuoto di tre mesi tra la scadenza dell’isopensione e la percezione della pensione ordinaria.
Come evitare l’interruzione dell’isopensione
La stessa circolare prevede però una piccola correzione, cioè per le domande di pensione anticipata presentate entro un mese dall’emanazione della circolare stessa, data 27 settembre 2021, non si applica la circolare stessa ma è prevista una permanenza in esodo per un ulteriore mese. Resta ferma la possibilità di accedere maturati i requisiti a forme di pensionamento anticipato come Quota 100 e Opzione donna.
La circolare INPS comunque sottolinea che i soggetti interessati riceveranno una comunicazione inerente tali cambiamenti.