Non si era mai vista una crisi del grano così, questo è quanto afferma Giuseppe Ferro, A.D. del Pastificio La Molisana.
Forte calo di produzione di grano nel 2021
Giuseppe Ferro è l’Amministratore Delegato del pastificio La Molisana ed è proprio lui, attraverso un’intervista al Sole 24 Ore, a lanciare l’allarme affermando che molto probabilmente le scorte dell’azienda inizieranno a mancare già nei primi mesi del 2022. Secondo Giuseppe Ferro, la crisi è dovuta al forte calo di produzione avvertito in Canada, il primo Paese al mondo per quantità di grano prodotto, infatti la sua produzione, ma non solo, ha avuto un drastico calo. In passato produceva annualmente 6,5 milioni di tonnellate di grano, mentre nel 2021 solo 3,5 milioni di tonnellate.
Il problema però non è relativo solo alla sua azienda, infatti il calo di produzione ha colpito a livello globale. Naturalmente la riduzione della produzione ha portato le aziende della filiera, tra cui i pastifici, ma anche industrie che operano nel settore dolciario, alla corsa all’accaparramento e questo ha generato fin da ora un aumento dei prezzi della materia prima. Ferro sottolinea che una crisi così grave e profonda non è stata registrata neanche nel periodo delle guerre, infatti lo storico pastificio molisano è in produzione da oltre 100 anni e fino ad ora non aveva mai visto una penuria simile. A ciò si deve aggiungere che mentre per il grano duro lo stoccaggio è annuale, ma è possibile conservarlo anche fino a due anni, per la semola è addirittura di pochi mesi e di conseguenza il rischio che ci sia una vera assenza della materia prima è davvero elevato.
Crisi del grano: i primi aumenti sono già arrivati
Questo naturalmente si ripercuoterà sulle tasche dei cittadini, infatti le leggi di mercato si applicano anche al grano e quindi al diminuire dell’offerta e all’aumentare della domanda, aumentano anche i prezzi. Attualmente le quotazioni sono a 550 euro a tonnellata, mentre negli anni precedenti erano a 250 euro, si può capire da questi dati quale sia la rilevanza della maggiorazione dei prezzi. Ciò soprattutto perché in alcune realtà aziendali, ad esempio pastifici, il costo del grano/farina rappresenta l’85% dei costi di produzione e quindi gli aumenti attesi sono considerevoli. Questo vuol dire che i produttori di pasta e di altri prodotti da forno, tra cui il pane, hanno dei costi di produzione più alti che si riversano sul prodotto finale.
Giuseppe Ferro sottolinea come i primi aumenti siano già operatrivi, infatti la catena LIDL ha già aumentato il prezzo della pasta di 10 cents a pacco, mentre sono attesi aumenti fino a 15-20 cents per pacco di pasta già nei prossimi mesi, addirittura prima di Natale. Naturalmente questi aumenti peseranno in modo incisivo sulla spesa degli italiani che sono abituati a consumare pane, pasta e prodotti da forno quotidianamente.
Crisi del grano confermata anche da Italmopa e Coldiretti
Le prospettive indicate da Giuseppe Ferro sono confermate anche da Coldiretti e proprio per questo non appaiono allarmistiche bensì ponderate. Coldiretti esaminando i dati sottolinea che il calo di produzione di grano in Italia è stato del 10% e che esso è dovuto soprattutto al clima. Sulla stessa linea è anche l’Associazione Industriale Mugnai d’Italia (Italmopa)che ha sottolineato come nel settore del grano si è verificata la tempesta perfetta con un calo di produzione elevato nel 2021 e una riduzione delle scorte mondiali che hanno portato a un incremento del prezzo del grano del 65% in pochi mesi. Grassi, presidente di Italmopa, ha inoltre sottolineato che l’aumento dei costi energetici e logistici che si stanno registrando porteranno la situazione a deteriorarsi ulteriormente.