La concentrazione di imprese è un processo che porta due o più aziende ad unire le forze con vantaggi che spesso sono rilevanti non solo dal punto di vista dimensionale, ma anche a livello di business. Con la concentrazione di imprese, per esempio attraverso procedure di fusione, la nuova entità agli occhi del mercato può acquisire un valore superiore al valore delle aziende preso singolarmente.
Inoltre, nella maggioranza dei casi la concentrazione di imprese si verifica quando si stima che ci sarà non solo una crescita degli utili e dei ricavi, ma anche una sensibile riduzione dei costi. Vediamo allora qual è la procedura e quali sono le tipologie di fusione quando si parla di concentrazione di imprese.
La procedura e le tipologie di fusione in materia di concentrazione di imprese
Nel dettaglio, per caratteristiche, le tipologie di fusione quando si parla di concentrazione di imprese possono essere suddivise in tre grandi categorie. Ovverosia, la fusione orizzontale, la fusione verticale e la fusione tra imprese che è finalizzata alla creazione di un conglomerato.
In particolare, la fusione è detta orizzontale quando questa avviene tra due o più società che operano nello stesso settore di produzione. La fusione tra aziende è detta verticale quando, invece, le imprese operano in diverse fasi del ciclo produttivo.
Mentre la fusione tra imprese che è finalizzata alla creazione di un conglomerato si verifica quando le aziende che si fondono tra loro non hanno a livello di business alcun interesse comune. Così come le società impegnate nella fusione non hanno una relazione diretta.
Quando la concentrazione di imprese può essere bloccata dagli organi regolatori
Le imprese sono libere di fondersi tra di loro, ma questo deve avvenire sempre nel rispetto delle regole sulla concorrenza. Quando la fusione tra società può generare una posizione dominante, sul mercato e sui settori di riferimento, scatta infatti l’obbligo di comunicazione agli organi regolatori competenti.
I quali sono poi chiamati a valutare la fusione ed a dare una risposta. Ovverosia, il blocco della concentrazione tra imprese, il via libera ma anche il via libera condizionato. In quest’ultimo caso gli organi regolatori, valutata l’operazione, ritengono che la concentrazione non violerà le regole della concorrenza se e solo se le aziende coinvolte rispetteranno certi impegni. Nella maggioranza dei casi le autorità di regolazione concedono il via libera condizionato ad una concentrazione tra imprese se e solo se una o più di queste cederà degli specifici asset.
Giusto per rendere l’idea, un’autorità di regolazione può dare il via libera alla fusione tra due banche condizionato alla cessione di alcune filiali. Ovverosia le cessione di sportelli in determinate aree geografiche dove, la nuova entità nata dalla concentrazione tra le due banche, altrimenti assumerebbe una posizione dominante e quindi anti-concorrenziale nel settore.
Nel caso in cui una concentrazione tra imprese venga perfezionata, e questa porta alla violazione delle regole sulla concorrenza, senza aver prima informato gli organi regolatori, le multe nella fattispecie sono pesanti. Si tratta, nello specifico, di sanzioni pecuniarie che possono arrivare anche fino al 10% del fatturato.