Più passano gli anni e meno durano i matrimoni, non è un aforisma ma un dato di fatto. Il peggioramento delle condizioni economiche si riflettono sulla serenità e stabilità della coppia, ma ad incidere c’è anche una certa leggerezza con cui si convola a nozze, una minore tolleranza nei confronti del partner, a volte, anche i troppi impegni lavorativi che portano la coppia o uno dei coniugi a concentrarsi sulla propria carriera più che alla famiglia.
Permesso ciò, non siamo qui per analizzare le cause della durata media minore dei matrimoni, bensì della conseguente separazione legale. Ne esistono di due tipi: separazione consensuale e separazione giudiziale. Prima di rispondere alla domanda principale oggetto del nostro articolo “Quanto dura la separazione consensuale?”, diamo uno sguardo alle differenze esistenti tra le due forme di separazione legale.
Separazione consensuale o giudiziale? Le differenze
Quando i due coniugi decidono di comune accordo di separarsi perché la vita di coppia non è più soddisfacente o perché l’amore non è più il sentimento predominante, solitamente si concretizza la separazione consensuale. In tal caso, i coniugi si sono già accordati per le questioni riguardanti il patrimonio, per l’affidamento di eventuali figli, per l’assegnazione dell’abitazione coniugale, ma anche per l’assegno di mantenimento che può riguardare solo i figli, il coniuge o entrambi.
La separazione giudiziale entra in gioco quando i coniugi non trovano un accordo. Se di tratta di due genitori sposati, sarà il giudice del tribunale ad esprimersi in merito alla separazione su istanza dei coniugi o solo di uno di loro. In questo caso, non è quindi necessario il consenso delle due parti. Infatti, se uno dei due coniugi vuole opporsi alla separazione, l’altro può intervenire in egual modo affidandosi ad un avvocato.
Divorzio e separazione legale
Con la separazione legale, consensuale o giudiziale che sia, gli sposi non mettono definitivamente fine al matrimonio, ma ne sospendono solo gli effetti in attesa di una riconciliazione o di una pronuncia di divorzio.
Il divorzio, invece, segna lo scioglimento del matrimonio celebrato con rito civile o la cessazione dei suoi effetti civili (matrimonio concordatario), in quanto viene meno la comunione materiale e spirituale di vita tra i coniugi.
Durata della separazione consensuale
Per ottenere la pronuncia di divorzio i coniugi separati devono passare per la separazione legale.
(QUI i casi in cui è possibile divorziare senza separazione con il divorzio immediato).
Tra la separazione consensuale e l’atto di divorzio devono trascorrere sei mesi. In caso di separazione giudiziale il termine si allunga ad un anno.
Nel caso di separazione consensuale, i sei mesi decorrono dall’avvenuta comparizione dei coniugi davanti al giudice presidente del tribunale. Tale termine decorrerà a prescindere dal momento in cui verrà pronunciato il decreto di omologazione da parte del tribunale. Pertanto, è possibile ricorrere in giudizio per l’istanza di divorzio, anche se il decreto omologativo verrà pronunciato un po’ prima della scadenza dei sei mesi dall’udienza presidenziale.
Inoltre, la separazione consensuale decorre dalla data nella quale:
- il giudizio contenzioso è stato trasformato in consensuale;
- la certificazione nell’accordo di separazione è stata raggiunta a seguito di negoziazione assistita;
- l’atto contenente l’accordo di separazione si è concluso davanti all’ufficiale dello stato civile.
Quando sono trascorsi sei mesi, i due coniugi possono chiedere lo scioglimento del vincolo matrimoniale e la durata dell’inerente procedura dipenderà dal tipo di divorzio che viene prescelto.
La legge prevede procedure del divorzio uguali a quelle stabilite per la separazione.
Separazione senza avvocato
In alcuni casi è possibile procedere alla separazione consensuale senza l’ausilio di un legale, ma semplicemente in Comune e presso il tribunale. Tuttavia, tale procedura non è consentita nel caso in cui ci siano figli minorenni, oppure figli maggiorenni con handicap, incapaci o non autosufficienti.
Quali sono i documenti utili per la separazione consensuale
Indipendente dalla modalità di procedura scelta e diversamente da quanto previsto dalla legge per la separazione giudiziale, non è possibile ottenere un addebito. Quest’ultimo, infatti, è ammesso solo per condotta contraria agli obblighi derivanti dal matrimonio, quindi, non rientra nel caso di separazione consensuale.
E’ importante sottolineare che in caso di mancata pronuncia di addebito (peculiarità della separazione consensuale), successivamente, nessuno dei due coniuge può richiederlo per comportamenti dell’altro contrari ai doveri matrimoniali avvenuti prima o dopo la separazione.
Quali sono i documenti da presentare per la separazione consensuale? Vediamo i principali:
- copia integrale dell’atto matrimoniale;
- copia del codice fiscale e del documento d’identità di tutte e due i coniugi;
- certificato di residenza e stato di famiglia di entrambi i coniugi;
- dichiarazione dei redditi degli ultimi tre anni forniti da ciascuna delle due parti.
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