Molti si chiedono: perché istituire un’associazione culturale? Le risposte possono sicuramente essere molteplici e in particolare si può fare riferimento allo scopo dell’attività che in teoria è sempre volto ad aiutare, ad effettuate delle azioni positive, ma di fatto a molti non basta questo obiettivo così “romantico”. Vedremo nel prosieguo i pro e i contro di un’associazione culturale.
Il Codice del Terzo Settore e i vantaggi fiscali
Le associazioni culturali sono soggetti a cui si può applicare il Codice del Terzo Settore, d.lgs 117 del 2017, che riconosce a esse particolari sgravi fiscali e la possibilità di accedere a finanziamenti pubblici (che non entrano nella base imponibile). In base all’articolo 4 del codice si possono iscrivere nel Registro Unico Nazionale del Terzo Settore: le associazioni riconosciute o non riconosciute, le fondazioni e gli altri enti di carattere privato diversi dalle società costituiti per il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale mediante lo svolgimento, in via esclusiva o principale, di una o più attività di interesse generale di cui all’art. 5, in forma di azione volontaria o di erogazione gratuita di denaro, beni o servizi, o di mutualità o di produzione o scambio di beni o servizi.
Questo vuol dire che non occorre avere la personalità giuridica per poter accedere ai benefici riconosciuti a chi fa parte del terzo settore. Non vi sono altresì dubbi che anche le associazioni che svolgono attività di promozione culturale rientrino nelle previsioni del codice, infatti l’articolo 5 dello stesso cita espressamente le associazioni che svolgono attività di tutela del patrimonio culturale e paesaggistico, associazioni che si occupano di formazione, ricerca, formazione professionale.
Pro di un’associazione culturale iscritta al RUNTS
Ritornando all’argomento principale, cioè i pro e i contro di un’associazione culturale, gli enti iscritti nell’anagrafe del terzo settore godono di particolari vantaggi fiscali, sebbene gli stessi differiscano in base al fatto che l’attività sia di tipo commerciale o non commerciale. Occorre ricordare che gli enti in base al decreto legge 119 del 2018, così come convertito in legge, non svolgono attività commerciale nel caso in cui i ricavi non superino di oltre il 5% i costi di gestione dell’attività stessa per ciascuno periodo di imposta e per non più di due periodi di imposta successivi.
Gli enti del terzo settore non commerciali possono aderire al regime fiscale forfettario di tassazione. Un ulteriore vantaggio è dato dal fatto che in base all’articolo 79 del codice del terzo settore non costituiscono reddito imponibile i fondi raccolti durante manifestazioni pubbliche e quelli che sono il frutto di contributi erogati da amministrazioni pubbliche.
Le associazioni che svolgono attività commerciale, pur avendo un regime di minore favore rispetto agli enti non commerciali, comunque conservano vantaggi fiscali.
Associazione culturale pro: possibilità di svolgere molteplici attività
Come visto nel precedente articolo che è possibile leggere QUI , i settori in cui può operare un’associazione culturale sono davvero numerosi e di conseguenza, vi è la possibilità di promuovere delle attività che stanno particolarmente a cuore cercando anche di diffondere un messaggio positivo. Ad esempio per chi ha la passione per il teatro, fondare un’associazione culturale che ha come obiettivo organizzare degli spettacoli, può offrire l’opportunità di mettersi alla prova, di realizzare un hobby e creare degli spettacoli.
Possibilità di accedere al 2×1000
Abbiamo visto all’inizio dell’articolo che le associazioni culturali sono considerate attività del Terzo Settore e di conseguenza possono iscriversi al Registro Unico del Terzo Settore RUNTS accedendo a benefici fiscali. Questo però non è l’unico vantaggio dell’associazione culturale infatti vi è anche la possibilità di accedere al 2×1000.
Vuoi saperne di più? Leggi questo articolo di approfondimento: 2×1000 per associazioni culturali
Pro e contro di un’associazione culturale: responsabilità
Tra gli svantaggi del costituire un’associazione culturale vi può essere sicuramente la responsabilità verso terzi per coloro che agiscono in nome e per conto dell’associazione e quindi gli appartenenti al consiglio direttivo e coloro che ne sono amministratori.
Per avere maggiori informazioni sulle modalità di esplicazione della responsabilità contrattuale, extra-contrattuale, responsabilità fiscale e per sanzioni puoi trovare un approfondimento: responsabilità debiti associazione culturale.
Necessità di creare un patrimonio per avere personalità giuridica
Sicuramente vi potrebbero essere dei vantaggi per coloro che dovessero decidere di costituire un’associazione culturale con personalità giuridica. In questo caso infatti si può avere la separazione tra il patrimonio dell’associazione e quello degli associati/membri del consiglio direttivo, ma purtroppo avere un’associazione culturale riconosciuta ha dei costi spesso proibitivi soprattutto per le piccole realtà. I primi importanti costi derivano dal fatto che è necessario dare forma di atto pubblico all’atto costitutivo e allo statuto e di conseguenza è necessario avvalersi dell’aiuto di un notaio.
Gli atti, in duplice copia, devono essere muniti di marca da bollo di 16 euro, una ogni due fogli (quattro facciate o 100 righe), a questo deve aggiungersi l’onorario del notaio e l’imposta di registro. Non è finita qui, infatti per ottenere la separazione del patrimonio tra associazione e “associati” è necessario che l’associazione culturale abbia un patrimonio e che lo stesso sia versato. Il capitale iniziale dell’associazione deve essere almeno di 15.000 euro.