Il magazzino è una parte dell’azienda che può non sembrare, ma ha un’elevata capacità strategica. Ecco alcune riflessioni in merito.
Il magazzino: la sua funzione strategica
Nelle imprese mercantili, ad esempio, il magazzino è costituito da merci, imballi, ed altri materiali. In questo tipo di aziende, la sua funzione di ricevimento materie prime e gestione del prodotto finito sono ben definite. Per questo motivo a volte le grandi imprese, hanno strutture diverse per queste due funzioni. Anche perché avendo a disposizione spazi per la conservazione, le aziende possono comprare le materie prime in grandi stock quando il “prezzo è favorevole“. Mentre frenare gli acquisti quando i prezzi sono troppo elevati, ma comunque senza mai fermare la produzione. E questa è la prima funzione strategica del magazzino, permette sempre di soddisfare la clientela, anche quando ci sono dei ritardi o difficoltà negli approvvigionamenti.
Il magazzino nelle imprese industriali
Nelle imprese industriali la presenza di scorte è maggiore. Infatti ci sono le scorte delle materie prime, sussidiari, componenti o semi lavorati. Ma anche occorre l’immagazzinamento di prodotti finiti o sotto prodotti destinati alla vendita. In queste imprese sarà necessario dividere gli spazi in aree funzionali. Nelle imprese industriali la funzione del magazzino consente, da un lato di svincolare l’andamento temporale della produzione in relazione agli approvvigionamenti e, dall’altro, nel definire i ritmi di produzione. Tutto deve muoversi in sincronia. Inoltre è sempre consigliabile una scorta di prodotti finiti per dare un andamento uniforme alla produzione, ma per rispondere sempre alla clientela, se le previsioni di vendita siano mero rosee della realtà. Ma senza esagerare, per non incorre in costi del non venduto troppo elevati che gravano sul bilancio d’esercizio.
Le imprese di servizi
Nelle imprese di servizi il ruolo del magazzino diventa molto marginale. Proprio perché in questo tipo di società manca proprio la componente degli approvvigionamenti, e quella di vendita di un prodotto fisico. Ad esempio, se un impresa di servizi si occupa di trasporti in auto, o noleggio, il magazzino potrebbe riguardare più che altro olio del motore, o pezzi di ricambio. Quindi la sua incidenza è davvero molto irrisoria nella vita aziendale. Tuttavia però fare una piccola scorta di quei materiali che possono essere utili alla continuità aziendale non è cosa sbagliata. E di conseguente questo potrebbe avere un’altra funzione strategica: cioè offrire sempre i propri servizi, senza dover interrompere anche quando ci sono dei periodi di picchi di domanda.
Ma come si struttura un magazzino?
La struttura e l’organizzazione di un magazzino possono differire sia tra imprese di diversi settori merceologici, ma anche all’interno dello stesso settore. Infatti vi sono aziende che hanno magazzini situati in un solo luogo, ed altri che li hanno in luoghi diversi, a volte anche sparsi nel mondo. Tuttavia la le aree fondamentali sono tre:
- l’area di ricevimento delle materie prime;
- lo stoccaggio;
- l’area spedizione.
Nell’area di ricevimento delle merci si cerca di agevolare quanto più possibile lo scarico delle merci. Mentre nell’area dello stoccaggio si ha la conservazione dei prodotti. Infine l’area spedizione è quello spazio in cui i prodotti vengono prepararti per la consegna o per la spedizione. Tutti questi passaggi sono poi curati sul piano amministrativo-contabile dal personale addetto.
Come avviene il controllo delle scorte?
Il controllo delle scorte prevede di definire il livello della scorta per capire qual’è il punto di riordino delle materie prime. Ma non solo, perché i responsabili del magazzino devono sempre conoscere due elementi:
- l’entità delle scorte;
- la durata del loro ciclo di rinnovo, cioè il tempo in cui i beni restano all’interno del locale.
Un parametro molto usato per questo tipo di controllo è l’indice di rotazione delle scorte. Si tratta del numero delle volte in cui avviene il completo rinnovo degli stock in un determinato periodo di tempo.
Il valore delle rimanenze di magazzino
Altra problematica aziendale è quella delle rimanenze di magazzino. Sono le materie prime, i semilavorati, i prodotti finiti o le merci che devono essere valutate al costo di acquisto o di produzione, ovvero al valore di realizzazione desumibile dal mercato. Per valutare il valore delle scorte si prende come punto di riferimento l’art. 2426 del Codice Civile. Secondo questo articolo le immobilizzazioni devono essere valutate al costo di acquisto o di produzione. Mentre le rimanenze possono essere valutate secondo tre metodi:
- la media ponderata;
- Fifo (first in-first out) primo ad entrare- primo ad uscire;
- Lifo (las in-first out) ultimo ad entrare -primo ad uscire.
Ma qual’è quello più corretto? In realtà dipende molto dalle scelte aziendali e dal tipo di impresa. Il metodo Fifo consiste nel valorizzare gli scarichi del magazzino a partire dai primi carichi effettuati, ad esempio: il giorno 15 di ogni mese si ricevono merci da un fornitore, che vengono poi rivendute. Mentre il metodo Lifo definisce il valore delle scorte partendo dalla supposizione che vengano venduti prima i beni acquistati più recentemente.