Quando più persone vogliono realizzare un obiettivo comune, senza scopo di lucro, possono costituire un’associazione culturale, ma di cosa si tratta, perché in Italia ce ne sono tante e cosa fanno esattamente?
Associazione culturale: cos’è
La prima cosa da sottolineare è che in Italia l’articolo 18 della Costituzione prevede la libertà di associazione, c’è un unico limite, cioè non devono perseguire fini che sono vietati ai singoli dalle leggi penali. Sono naturalmente vietate le associazioni segrete che perseguono fini incompatibili con quelli dello Stato. Le associazioni culturali nascono con l’obiettivo di porre in essere delle attività culturali, quelle che si possono compiere sono davvero molte, ad esempio è possibile costituire un’associazione culturale con l’obiettivo di organizzare dei corsi, oppure per svolgere attività di promozione culturale, ad esempio si può costituire un’associazione culturale con l’obiettivo di organizzare delle rappresentazioni teatrali, corsi per attori, serate di lettura e simili.
Per poter formare un’associazione culturale è necessaria la presenza di più persone che condividono un obiettivo, si è già detto che la stessa non deve avere scopo di lucro, ma non è detto che la stessa non possa avere utili, l’importante è che gli stessi siano investiti comunque nell’organizzazione delle attività della stessa associazione. La divisione di un eventuale patrimonio non può avvenire neanche successivamente, ad esempio al momento dello scioglimento dell’associazione, in questo caso se vi sono fondi devono essere donati ad associazioni che svolgono attività simili alle proprie. La volontà di associarsi deve essere formalizzata attraverso un atto costitutivo e nella redazione dello statuto a cui può seguire l’apertura della partita IVA, questi aspetti saranno visti nei prossimi appuntamenti sull’argomento, ciò che ora preme è capire cosa può effettivamente fare un’associazione culturale.
Cosa può fare un’associazione culturale
Per capire qual è l’ambito in cui operano le associazioni culturali bisogna andare alle origini, cioè cosa si intende per cultura? Anche in questo caso si può dire che non esiste una sola definizione, il termine deriva dal latino Colere che vuol dire coltivare, in genere si identifica la cultura come il complesso di manifestazioni di tipo intellettuale, materiale, sociale e spirituale che in un determinano momento storico caratterizzano una comunità. Si parla in genere di cultura dello sport, della musica, del cinema… cioè di cultura come l’insieme degli elementi che vanno a connaturare un gruppo di persone anche di tipo limitato.
Proprio a causa della genericità del termine cultura e culturale e alle diverse sensibilità che caratterizzano le persone, che possono avere interessi svariati e tutti meritevoli di tutela perché in un modo o nell’altro contribuiscono allo sviluppo del Paese, le associazioni culturali possono costituirsi per svolgere una miriade di attività e avere scopi associativi davvero molto ampio.
Perché in Italia sono nate tante associazioni culturali?
In Italia si contano numerose associazioni culturali, tra cui quelle sportive il cui scopo è appunto trasmettere, diffondere la cultura di un determinato sport o dello sport in generale. In Italia la diffusione di tale tipologia di associazione si è avuta soprattutto dal 2016 quando il DPCM del 21 marzo le ha rese potenziali destinatarie del 2 x 1000 IRPEF, da questo momento sono fiorite e con svariati obiettivi. L’articolo 1 del DPCM dice che possono accedere a tali benefici le associazioni abbiano, secondo il rispettivo atto costitutivo o statuto, la finalità di svolgere e/o promuovere attività culturali.
Di fatto le richieste di accesso al privilegio sono state numerose e hanno riguardato:
- associazioni per la tutela del patrimonio culturale materiale e immateriale (archivi, biblioteche, minoranze linguistiche, tradizioni religiose ed enogastronomiche, solo per citarne qualcuna);
- le associazioni culturali per la tutela del patrimonio naturalistico (riserve, aree protette, parchi);
- associazioni culturali per la diffusione di varie arti (fotografia, musica, cinema, danza, teatro musicale, architettura, arte filodrammatica, cori, bande musicali, scultura, letteratura);
- infine, associazioni culturali dedite alla stampa e pubblicazione di opere letterarie, scientifiche, fumetti, giornali…
Tra coloro che hanno richiesto in quanto associazioni culturali di poter rientrare nel beneficio del 2 per 1000 IRPEF vi sono anche associazioni culturali che si occupano della diffusione della cultura dei video-giochi, entrati ormai a pieno titolo tra le “attività culturali” visto che richiedono abilità e preparazione.
Alternative alle associazioni culturali
Questi sono solo alcuni esempi che si possono evincere dalle richieste fatte per le agevolazioni viste, occorre ricordare fin da ora che molte delle realtà che abbiamo visto possono presentarsi anche con altre forme sociali e addirittura avere maggiori benefici, ad esempio ci sono le ASD (Associazioni Sportive Dilettantistiche), ONLUS, APS (Associazioni di Promozione Sociale). Le associazioni culturali, oltre a poter accedere al 2 x 1.000 IRPEF possono anche avere altre entrate, ad esempio quote di iscrizione da parte degli associati, vedremo nel prosieguo come possono essere trattate fiscalmente le entrate.