Assegno di divorzio: presupposti e calcolo

Assegno di divorzio: presupposti e come si calcola

L’assegno di divorzio scatta a seguito della pronuncia di scioglimento del matrimonio, la quale può avvenire dopo sei mesi dalla separazione consensuale o un anno in caso di separazione giudiziale.

Cos’è l’assegno divorzile

L’assegno di divorzio consiste in una somma di denaro che il coniuge ritenuto economicamente più forte eroga periodicamente a favore di quello più debole. L’assegno divorzile ha lo scopo di garantire quel sostentamento al coniuge che non riesce a ottenere da solo, in quanto non fornito degli strumenti necessari e adeguati oppure impossibilitato a reperirli, ma solo per motivi fondati.

Per queste ragioni, il giudice valuterà le condizioni personali, economiche, patrimoniali e professionali dei due ex coniugi. Come? Attraverso l’analisi della situazione reddituale, allo stato di salute, all’età, alla formazione scolastica e/o accademica e alla capacità lavorativa di entrambi.

Quando spetta l’assegno di divorzio

L’assegno divorzile spetta al coniuge privo di propri redditi, ma che risulti impossibilitato allo svolgimento di un’attività lavorativa per ragioni personali o che l’inserimento nel mondo del lavoro risulti molto difficile. Tutto questo, viene stabilito proprio dalla preventiva analisi compiuta dal giudice.

Inoltre, il giudice verificherà quale sia stato il contributo personale dei due ex coniugi all’amministrazione familiare e alla formazione del loro patrimonio, del reddito di ambo le parti e dalla durata del matrimonio. Una volta ultimate tutte le procedure del caso, verrà stabilito dal tribunale chi è il coniuge obbligato al versamento periodico dell’assegno di divorzio.

Tuttavia, gli ex coniugi possono anche trovare un accordo sulla modalità di erogazione dell’assegno divorzile che può avvenire una tantum. In tal caso, la decisione deve essere avallata anche dal giudice.

Come si calcola l’assegno di divorzio

L’entità dell’assegno divorzile deve garantire l’autosufficienza economica del coniuge beneficiario, ma per stabilirne l’importo va valutata anche la condizione economica del coniuge obbligato.

A differenza dell’assegno di mantenimento che deve garantire lo stesso stile di vita tenuto dal coniuge economicamente più debole durante il matrimonio, l’assegno di divorzio, così come un qualsiasi altro contributo non è dovuto al coniuge autosufficiente.

L’assegno divorzile viene calcolato sui presupposti rappresentati dall’età, dallo stato di salute delle parti, dalla durata del matrimonio, dalla possibilità di lavorare da parte del coniuge non autosufficiente e l’impegno familiare di uno dei due ex coniugi di sacrificare la propria carriera lavorativa alla famiglia.

Assegno divorzile e assegno di mantenimento: differenza

I presupposti dell’assegno di divorzio differiscono da quelli dell’assegno di mantenimento. Per prima cosa, c’è da chiarire che quest’ultimo scatta dalla pronuncia di separazione consensuale o dalla sentenza di separazione giudiziale e termina, solitamente, con la pronuncia di divorzio. Il giudice decide se l’assegno di mantenimento spetta al coniuge richiedente, al quale non deve essere addebitata la separazione, pena la mancata concessione dell’assegno.

Come già accennato, l’entità dell’assegno di mantenimento deve tenere conto dello stile di vita mantenuto dal coniuge beneficiario nel corso del matrimonio, presupposto che non viene applicato nella determinazione dell’importo dell’assegno di divorzio.

La separazione fa venire meno i doveri di convivenza e fedeltà e gli effetti del rapporto vengono sospesi. Infatti, uno dei coniugi può intraprendere una nuova relazione o convivenza, ma senza poter contrarre matrimonio. Il divorzio rompe definitivamente il matrimonio e consente agli ex coniugi di sposarsi con un’altra persona.

Quando cessa l’obbligo di versamento dell’assegno di divorzio

Se il coniuge beneficiario convola a nozze con una terza persona abbiente, l’ex coniuge non è più obbligato a corrispondere l’assegno divorzile. Qualora sia proprio il coniuge obbligato a risposarsi, l’assegno di divorzio sarà ancora dovuto, ma il mantenimento della nuova famiglia può essere motivo per ridurne l’importo. La decisione spetta al Tribunale dopo l’esecuzione delle verifiche necessarie.

Il diritto all’assegno di divorzio decade nel caso di morte dell’ex coniuge. Tuttavia, il coniuge beneficiario può fruire di altre forme di tutela, come quella previdenziale. Nel caso in cui quest’ultimo si trova in stato di bisogno, ha diritto a un assegno successorio, ossia un assegno periodico a carico dell’eredità, sempre che abbia beneficiato in precedenza di un assegno divorzile periodico. L’entità dell’assegno successorio viene stabilita dal giudice previo l’analisi dei presupposti.

L’assegno di divorzio non è più dovuto nel caso in cui il coniuge beneficiario trova il modo di provvedere al proprio sostentamento, quindi, non versa più in stato di bisogno.

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