La successione comporta una serie di adempimenti fiscali a partire dalla dichiarazione della medesima fino al pagamento della relativa tassa, passando per le imposte dovute sull’immobile in eredità, al 730 del defunto.
Quando si apre la successione
La successione inizia al momento del decesso da cui decorre l’anno di tempo concesso agli eredi per la presentazione della dichiarazione della stessa e il versamento delle conseguenti tasse. Ma, l’Agenzia delle Entrate non richiede solo la dichiarazione di successione.
Infatti, gli adempimenti burocratici sono molti. Qui di seguito, vediamo cosa deve fare il familiare del defunto e in quali modalità.
La tassa di successione
L’imposta di successione va pagata allo Stato dagli eredi e dai legatari, ossia, le persone che ricevono un bene o un diritto per legge od a seguito del testamento, in base alla propria quota di eredità. Il calcolo della tassa è soggetto alla quantificazione dell’eredità, pertanto, va sommato il valore degli immobili, i diritti reali sui beni immobili, i titoli, i beni mobili, le partecipazioni, le rendite, i crediti, le pensioni, il denaro, i gioielli. Insomma, tutto ciò di cui era proprietario il defunto.
Dall’importo lordo ricavato dalle suddette voci sommate, vanno sottratte quelle passive, come i debiti (mutui e prestiti inclusi) o le spese mediche effettuate per conto del defunto da parte dei suoi eredi negli ultimi sei mesi di vita. Al termine di queste operazioni, si evince il patrimonio netto su cui applicare le tasse.
La valutazione di ogni singolo bene viene effettuata secondo uno specifico criterio. In special modo se non esiste un inventario il valore di denaro, gioielli e mobilia viene valutato per il 10% dell’attivo ereditario.
Beni esclusi dal calcolo della tassa di successione
Non tutte le proprietà del defunto ereditate sono soggette al pagamento delle imposte di successione. Il TFR è escluso dall’attivo ereditario, così come le indennità per rapporti di agenzia o quelle spettanti gli eredi per assicurazioni previdenziali sottoscritte dal defunto, come i fondi pensione.
Sono esclusi dall’attivo ereditario anche i beni di interesse artistico o storico, i titoli del debito pubblico (Bot, Cct, titoli di Stato) e i veicoli iscritta al PRA.
E’ bene precisare che l’imposta di successione dovuta dall’erede sulla propria quota, viene ridotta dall’eventuale presenza di una franchigia a cui ha diritto. Ad esempio, in merito ai rapporti di parentela, per fratelli e sorelle l’aliquota applicata è pari al 6% su un importo superiore a 100.000 euro.
Agevolazioni per disabili
Quando l’erede è una persona portatrice di grave disabilità, come previsto dall’art. 3 comma 3 della Legge 104 del 1992, la tassa di successione viene applicata solo sulla parte di eredità eccedente l’importo di un milione e mezzo di euro. In questo caso, si prescinde dal grado di parentela che sussiste tra il defunto e l’erede per quanto concerne la soglia della franchigia. Tuttavia, il grado di parentela viene preso in considerazione per determinare l’aliquota da applicare alla parte eccedente la franchigia.
Il pagamento dell’imposta di successione
La tassa di successione non va pagata direttamente dall’erede mediante la relativa dichiarazione, così come è previsto per le altre imposte. Infatti, dopo l’avvenuta presentazione della dichiarazione di successione, lo Stato si attiva per effettuare tutti i controlli e i calcoli del caso ed entro tre anni (in realtà il tutto si svolge spesso nel giro di qualche mese) emette un avviso di accertamento con il quale richiede il versamento della tassa dovuta.
Il pagamento dell’imposta richiesta deve avvenire entro 60 giorni dal ricevimento dell’avviso, al fine di evitare una riscossione coatta che comprende anche sanzioni e interessi. La tassa di successione deve essere versata utilizzando il modello F24 allegato alla comunicazione dell’Agenzia delle Entrate oppure pagata presso l’Agenzia entrate riscossione, nonché in un ufficio postale o in banca.
Si tenga conto, che lo Stato prevede una serie di adempimenti da parte degli eredi che riguardano eventuali pendenze e obblighi che il defunto aveva nei confronti dell’Amministrazione finanziaria.
Le imposte dovute in presenza di immobili in successione
A prescindere dall’obbligo dell’erede di pagare la tassa di successione per la propria quota di eredità, quando ci sono degli immobili, è previsto il pagamento di due imposte variabili:
- l’imposta ipotecaria pari al 2% del valore dell’immobile;
- l’imposta catastale pari all’1% del valore dell’immobile.
A questi importi, vanno aggiunti l’imposta di bollo, la tassa ipotecaria e i tributi speciale per un ammontare complessivo di circa 100 euro.
Qualora l’immobile in questione, oggetto dell’eredità, venga considerato prima casa dell’erede, questi può pagare le imposte ipotecaria e catastale usufruendo di una decurtazione pari a 200 ognuna. La concessione dello sconto vale anche nel caso in cui l’immobile viene ereditato da più soggetti contemporaneamente e, solo uno di loro è in possesso dei requisiti di agevolazione per prima casa.