Tutti i debiti di una persona deceduta si trasmettono agli eredi? La risposta è NO. Alcuni, vanno in estinzione con la morte del debitore, quindi, non rientrano nella successione.
In tal caso, i soggetti che vantano un credito nei confronti del defunto non possono rivalersi sugli eredi, a prescindere dall’accettazione o meno dell’eredità. Ma quali sono i debiti non trasmissibili agli eredi di chi li ha contratti? Conoscerli prima di accettare la successione, vuol dire poter fare due calcoli e valutare la convenienza o meno di farlo.
I debiti che non vanno pagati dagli eredi
I debiti di natura personale e quelli caduti in prescrizione non devono essere pagati dagli eredi.
Nella prima categoria rientrano diversi tipi di sanzioni: amministrative, penali, tributarie. Inoltre: gli alimenti, le multe per infrazione del codice della strada, l’assegno di mantenimento, i contratti personali, le scommesse e i debiti di gioco. Entriamo nel dettaglio.
Le sanzioni
Le sanzioni amministrative non rientrano nella successione, in quanto la responsabilità di chi ha commesso l’infrazione è strettamente personale e non può essere trasferita ad altri soggetti. Prendiamo ad esempio, l’emissione di un assegno scoperto o una vendita senza licenza.
Allo stesso modo, le sanzioni penali sono personali. Quindi, se il defunto ha commesso un reato la conseguente condanna non può essere trasferita agli eredi. Tuttavia, in caso di abuso edilizio, l’immobile relativo può essere demolito anche ai soggetti che lo hanno ereditato e che ne sono diventati proprietari.
Le sanzioni tributarie riguardano il mancato pagamento delle tasse o il loro pagamento irregolare. La somma dovuta per le imposte deve essere versata dagli eredi, che però non sono tenuti a pagare le sanzioni. Quindi, prima di pagare una cartella esattoriale inviata dall’Agenzia delle Entrate, va chiesto lo scorporo delle sanzioni.
Multe per violazione del codice stradale
Se al defunto è stata inflitta una multa stradale, gli eredi non devono pagarla in quanto rientra tra gli illeciti amministrativi che non vengono trasmessi attraverso la successione. Ovviamente, una volta divenuti titolari del veicolo ereditato, gli eredi devono provvedere a regolarizzarla. Ad esempio, se il defunto non ha pagato il bollo o tassa di circolazione, per utilizzare la vettura chi ha accettato la successione deve provvedere a pagarla per non incorrere in una multa.
Alimenti e assegno di mantenimento
Se la persona deceduta era tenuta al pagamento degli alimenti o di un assegno di mantenimento, gli eredi non sono tenuti a corrispondere i relativi importi all’ex coniuge o ai figli del defunto.
D’altronde, i figli sono eredi, mentre l’ex coniuge è erede solo se risulta legalmente separata, in caso di sentenza avvenuta di divorzio, non sarà erede e non perderà l’assegno. Tuttavia, esiste un’eccezione: se l’ex coniuge è in uno stato di bisogno che deve essere stabilito da un giudice, quest’ultimo può obbligare gli eredi al versamento a suo favore di un assegno periodico. Inoltre, per via dello stato di bisogno accertato, l’ex coniuge potrà fruire di una parte della pensione di reversibilità.
Scommesse e debiti di gioco
I crediti derivanti da gioco o scommesse non sono tutelati dalla legge. Quindi, non era obbligato a saldarli il defunto, di conseguenza nemmeno gli eredi. Per lo stesso principio, essi non possono chiedere la restituzione di pagamenti effettuati dal defunto per tali debiti.
Contratti personali
I contratti che hanno natura personale sono stati sottoscritti in relazione alle qualità del contraente. Motivo per cui, decadono alla morte di quest’ultimo. Nel caso gli eredi abbiano beneficiato di compensi derivanti da tali contratti, sono tenuti alla loro restituzione.
Debiti prescritti
Come già accennato, i soggetti che hanno accettato la successione non sono obbligati a pagare i debiti caduti in prescrizione. A meno che, il creditore non abbia formalmente interrotto i termini di prescrizione anche con una diffida inviata agli eredi.
La suddetta diffida deve essere inviata all’ultimo luogo di residenza del defunto con destinatari gli eredi, questo entro un anno dalla morte. Terminato l’anno, la diffida va inviata agli eredi presso la loro residenza.