Come e quando si può recedere dal contratto di agenzia e quanto spetta all’agente in caso di risoluzione? Nel rapporto di agenzia, l’agente ricopre l’incarico professionale di promuovere contratti in una zona assegnata. Si tratta di un rapporto di lavoro autonomo, ma coadiuvato da particolari garanzie stabilite dalla legge. Proprio per questo si parla anche di rapporto parasubordinato nel quale si integrano le affinità con il lavoro alle dipendenze con l’organizzazione dei mezzi e l’assunzione dei rischi da parte dell’agente. L’agente è legato da un rapporto di collaborazione con l’agenzia preponente.
Risoluzione e recesso del contratto di agenzia
Il contratto di agenzia è a tempo determinato e si risolve in maniera automatica quando scade il termine pattuito. Può verificarsi che entrambe le parti continuino il rapporto anche dopo la scadenza: in questo caso il rapporto si trasforma a tempo indeterminato. Nel contratto a tempo indeterminato ciascuna parte (l’agente e l’agenzia preponente) possono recedere purché diano preavviso all’altra parte. Senza preavviso, si può recedere dal contratto solo in due casi:
- per giusta causa;
- per la presenza di una clausola risolutiva espressa nel contratto.
Recesso contratto agenzia: il preavviso
Il contratto a tempo indeterminato cessa solo con la scadenza del periodo di preavviso. Dunque il preavviso concerne il solo recesso dal contratto di agenzia a tempo indeterminato. Il preavviso, secondo quanto disposto dalla legge, non può essere inferiore a un mese per il primo anno di contratto. Nel secondo anno, invece, il preavviso deve essere di minimo due mesi, di tre mesi per il terzo anno e così a salire fino al limite dei sei mesi per il sesto anno e per tutti quelli successivi. È altresì possibile che le parti concordino termini di preavviso inferiori rispetto a quelli stabiliti per legge. Tuttavia, il preponente non può osservare un termine minore rispetto a quello che fa capo all’agente. La data del termine di preavviso coincide con l’ultimo giorno del mese, salvo che le parti dispongano diversamente.
Recesso per giusta causa
Agente e agenzia preponente possono recedere dal contratto per giusta causa e senza preavviso. Ciò avviene quando l’altra parte sia inadempiente ai propri doveri. L’inadempimento deve essere tale da far venir meno l’elemento della fiducia nel rapporto tra le due parti. Tra le cause di inadempimento dell’agente si segnalano, ad esempio:
- il non rispetto del dovere di non concorrenza contrattuale;
- la mancata segnalazione dell’impossibilità al lavoro;
- l’appropriazione di valori o di beni dell’agenzia preponente.
Inadempienze dell’agenzia
Tra le inadempienze dell’agenzia preponente figurano:
- l’inserimento di un altro agente nella zona di competenza assegnata, salvo diversamente concordato;
- il mancato pagamento delle provvigioni dovute;
- la variazione dei clienti o della zona non conformi;
- vendite indirette nella zona affidata all’agente senza comunicazione.
Infine, agenzia e agente possono inserire una clausola nel contratto che stabilisce che, al verificarsi di un determinato inadempimento o evento, il contratto possa legittimamente risolversi.
Le tre indennità che spettano all’agente alla fine del mandato
Il Codice civile, all’articolo 1751, e gli Accordi economici collettivi (Aec) stabiliscono che alla cessazione del rapporto di agenzia spettino all’agente tre indennità:
- la prima, l’indennità di risoluzione del rapporto Firr Enasarco viene pagata indipendentemente dall’aver procurato, all’agenzia, un incremento della clientela oppure del fatturato. Il pagamento del Firr avviene mediate percentuali di accantonamento sulle provvigioni durante il rapporto di lavoro;
- la seconda è l’indennità suppletiva di clientela, corrisposta all’agente secondo gli Accordi economici collettivi e calcolata su tutte le provvigioni percepite dall’inizio del mandato, inclusi eventuali incentivi, premi e affini. Non è dovuta solo nel caso in cui l’agente sciolga il contratto senza giusta causa;
- l’indennità meritocratica, dovuta dall’agenzia solo nel caso in cui l’agente dimostri di aver procurato nuovi clienti oppure di aver aumentato sensibilmente gli affari.
Come si calcola l’indennità suppletiva di clientela?
L’indennità suppletiva di clientela, prevista dagli accordi Aec di settore, si calcola con le seguenti percentuali:
- 3% per i primi tre anni di provvigioni;
- 3,5% dal quarto al sesto anno;
- 4% oltre il sesto anno e fino al termine del mandato.
L’indennità suppletiva è dovuta anche in caso di dimissioni dell’agente dovute all’invalidità permanente, alla malattia o infermità tale da non potergli permettere di proseguire il contratto, al conseguimento della pensione, alle circostanze dovute all’agenzia preponente, o al decesso con le indennità che verranno corrisposte agli eredi.
Come si calcola l’indennità meritocratica?
L’indennità meritocratica è dovuta all’agente solo nel caso in cui egli dimostri di aver aumentato gli affari o la clientela dell’agenzia preponente. Per il pagamento dell’indennità devono essere determinati un valore iniziale, pari al fatturato della zona o dei clienti affidati all’agente, e un valore finale, pari al fatturato di zona o dei clienti dell’agente alla fine del proprio mandato. L’indennità meritocratica non è dovuta in due casi:
- se l’agente recede dal contratto, a meno che non dimostri il giustificato motivo attribuibile al preponente o a circostanze quali l’età, l’infermità o la malattia, tali da non poter far ragionevolmente proseguire il rapporto di lavoro;
- se, ai sensi di un accordo con l’agenzia preponente, l’agente cede i sui diritti e gli obblighi a un terzo.