Il diritto successorio in Italia è abbastanza complesso e prevede la presenza di diverse figure, tra queste vi sono gli eredi legittimi; ecco chi sono e quali sono le loro quote di eredità.
Chi sono gli eredi legittimi e come distinguerli dai legittimari
In Italia vige il principio per cui non possono esservi beni che non hanno intestazione, ecco perché in caso di morte tutti i beni intestati a un soggetto ricadono nella sfera giuridica degli eredi. Gli eredi, in caso di testamento, sono coloro che appunto sono indicati all’interno di esso come successori/beneficiari, ma costoro potrebbero subire un’azione di riduzione nel caso in cui nell’atto siano stati lesi i diritti dei legittimari, cioè coniuge, figli e genitori. La legge infatti prescrive che questa categoria non possa essere esclusa dall’eredità, ma ad essi debba essere riservata una quota. Deve però essere sottolineato che l’azione di riduzione è personale, cioè devono proporla i legittimari, non possono proporla altri soggetti al loro posto.
Diverso è il caso di un soggetto che muore senza lasciare testamento, in questo caso l’eredità si devolve esclusivamente agli eredi legittimi; ma chi sono appunto gli eredi legittimi? A dare una risposta a questo importante quesito è l’articolo 565 del codice civile che stabilisce: “Nella successione legittima l’eredità si devolve al coniuge, ai discendenti, agli ascendenti, ai collaterali, agli altri parenti e allo Stato, nell’ordine e secondo le regole stabilite nel presente titolo”. Fin da subito è bene sottolineare che per quanto riguarda i figli sono trattati in egual modo i figli legittimi, naturali e adottivi; inoltre quando gli eredi legittimi sono fratelli e sorelle sono equiparati i legittimi e i naturali.
Quote di eredità degli eredi legittimi
La descrizione dell’articolo 565 è piuttosto generica, infatti ci sono diverse casistiche.
Gli eredi legittimi sono tali in quanto individuati dalla legge che stabilisce il principio di gradualità per cui i parenti prossimi escludono quelli di grado inferiore. Ecco perché se un soggetto muore lasciando coniuge e figli saranno solo costoro a ereditare escludendo dalla successione altri parenti. Di conseguenza:
- se il soggetto morto ha lasciato solo figli e non coniuge, l’eredità viene divisa in parti uguali tra questi;
- nel caso in cui siano presenti coniuge e figli il coniuge eredita la metà del patrimonio in presenza di un solo figlio e 1/3 del patrimonio se sono presenti 2 o più figli;
- se vi è il coniuge, ma non figli a questo spetteranno 2/3 dell’eredità, mentre 1/3 saranno ereditati da ascendenti (genitori e in assenza nonni) e collaterali, cioè fratelli e sorelle.;
- se fratelli e sorelle hanno un solo genitore in comune, quindi sono “naturali” e non “legittimi” a costoro spetta la metà della quota che spetterebbe ai legittimi;
- nel caso in cui il soggetto non abbia ascendenti, figli, coniuge e nipoti in linea retta (nonno/nipote) l’eredità si evolve ai parenti più prossimi, fino al sesto grado;
- nel caso in cui non ci siano parenti entro il sesto grado, l’eredità va allo Stato.
La presenza di un parente di grado superiore esclude la possibilità che possano ereditare parenti di grado inferiore. I parenti entro il sesto grado, sono i figli dei cugini, quindi costoro sono gli ultimi a poter ereditare, in assenza di un valido testamento.
Gradi di parentela
Per capire i gradi è bene fare qualche esempio:
- tra nonno e nipote il rapporto di parentela è di discendente/ ascendente di secondo grado;
- tra fratelli il rapporto è collaterale di secondo grado;
- il rapporto nipote zio è collaterale di terzo grado;
- i cugini sono collaterali di quarto grado.
Un altro modo per capire quanto ereditano gli eredi legittimi è fare degli esempi. Nel caso in cui il soggetto lasci un coniuge, senza figli, con 2 ascendenti e 1 fratello, le quote di eredità saranno di due terzi per il coniuge e l’eventuale diritto di abitazione della casa coniugale, il 25% sarà complessivamente diviso ai due ascendenti (genitori) mentre l’8,33% sarà per il fratello. Nel caso in cui tra gli ascendenti gli unici in vita siano i nonni, l’eredità deve essere divisa in parti uguali tra il ramo dei nonni materni e il ramo di quelli paterni. La presenza di figli esclude che altri parenti, tranne il coniuge, possano ereditare.
Ulteriori informazioni
Tra le cose che devono essere sottolineate c’è il fatto che fino a quando non ci sarà una modifica sostanziale dell’articolo 565 del codice civile, i conviventi di fatto non avranno il riconoscimento come eredi legittimi, potranno ereditare nel caso in cui ci sia un testamento in favore del convivente e senza ledere la quota dei legittimari. Il convivente ha la qualifica di erede legittimo solo nel caso in cui non si tratti di convivenza di fatto ma di unione civile regolarizzata.
Infine, occorre ricordare che all’eredità si può rinunciare, si può accettare con riserva. Nel caso di rinuncia, ci sarà un accrescimento delle quote degli altri eredi, sempre rispettando il principio della gradualità, quindi saranno accresciute le quote dei parenti di pari grado o se assenti/rinunciatari, si andrà al gradino successivo. Non può rinunciare all’eredità il parente che è entrato già nella disposizione del patrimonio, ad esempio il figlio che ha venduto l’auto del genitore. Il termine per la rinuncia è di 10 anni dall’apertura della successione, che si riducono se già si dispone del patrimonio del de cuius. In questo caso e l’erede avrà 3 mesi di tempo per redigere l’inventario e ulteriori 40 giorni per rinunciare, ad esempio se il figlio vive nella casa intestata al genitore subisce la riduzione dei termini per la rinuncia.