Oggi, in una situazione di sofferenza generale per il paese, dovuta dalla crisi pandemica, da cui appena si intravede una via di uscita, andremo a scoprire di cosa si parla quando si fa riferimento ai crediti in sofferenza.
Crediti in sofferenza, di cosa si tratta
Oggi andiamo ad addentrarci in situazioni bancarie per molti astruse. In una situazione economica, psicologica e sociologica poco agevole per il nostro paese (e per tanti altri paesi), molti si chiedono cosa siano i crediti in sofferenza. Scopriamolo assieme.
Partiamo col capire che il credito bancario nasce da tre diverse situazioni: Un contratto, ad esempio di finanziamento stipulato tra un soggetto che vuole acquistare dei beni ma non ha il denaro necessario e una finanziaria che è in grado di prestare il denaro.
Ma cosa è, in questo caso, un credito in sofferenza?
I crediti in sofferenza sono, in pratica, quei crediti bancari la cui riscossione non è certa (per le banche e gli intermediari finanziari che hanno erogato il finanziamento), poiché i soggetti debitori si trovano in stato d’insolvenza (anche non accertato giudizialmente) o in situazioni sostanzialmente equiparabili.
Quindi si può ben dire che un debito bancario viene definito in sofferenza quando la riscossione da parte della banca non è sicura, per una situazione di insolvenza del cliente.
Come cancellare crediti in sofferenza
Ma la domanda che può arrovella le menti di coloro che sono in sofferenza (bancaria, in questo caso) è ben precisa. Ovvero come si possono cancellare i crediti in sofferenza?
La risposta a questa annosa e sofferente questione è, banalmente, presto detta. In sostanza, se non si presentano gli estremi, ma la banca segnala comunque la sofferenza bancaria, il cliente può ricorrere al tribunale in sede cautelare con un ricorso d’urgenza. In questo modo, il cliente potrebbe ottenere la cancellazione dello stato di sofferenza e della segnalazione alla Centrale Rischi.
E allora, i più sofferenti si chiederanno, ma come fare nel caso fosse arrivata la segnalazione alla Centrale Rischi?
Per sopperire a tale rischio e limare la sofferenza, il cliente ha una sola soluzione. Per richiedere la cancellazione potrà utilizzare il modulo online sul sito del CRIF e dovrà inviarlo via mail, fax o posta alla società. Il CRIF ha il dovere di effettuare la cancellazione dei dati che risultino positivi entro 90 giorni dalla tua richiesta.
Ma quanto dura la sofferenza?
Molti si chiedono quando poter mettere fine a questa sofferenza bancaria, attraverso l’impiego del CRIF.
In sostanza, possiamo dire che varia la durata della risoluzione della sofferenza previa segnalazione al Crif a seconda della gravità del ritardo. Ovvero, avremo un periodo di 12 mesi per ritardi relativi a 1 o 2 rate. Mentre un periodo di 24 mesi per ritardi relativi a 3 o più rate.
Per quanto riguarda invece la sofferenza segnalata alla Centrale Rischi abbiamo un altro quadro di sofferenza. Quindi, ad esempio la sofferenza in Centrale Rischi di Banca d’Italia dura finché il debito non è estinto o prescritto. I crediti della banca si prescrivono, di regola, entro 10 anni. Il termine decorre dalla chiusura del rapporto col cliente.
Questo è quanto vi fosse di più necessario ed immediato da sapere per poter mettere fine una volta per tutte alle vostre sofferenze bancarie.