Le azioni di capitali sono investimenti in società di capitali. Ne esistono di vario tipo e ogni tipologia ha delle caratteristiche specifiche.
Azioni: cosa sono?
Le azioni sono titoli nominativi che conferiscono al legittimo proprietario la titolarità di una quota di comproprietà del patrimonio sociale. Il fatto che le quote siano partecipazioni di capitale diviso in azioni, permette la libera circolazione e ne facilità lo scambio. Le azioni sono anche un titolo di credito, cioè uno strumento che incorpora un diritto e ne facilita la trasmissione ad altri soggetti. Le azioni possono essere quotate o non quotate in Borsa valori. Investire in azioni, significa quindi, comprare alcune nella speranza che il loro valore aumenti, e nel momento della vendita, si possa realizzare una plusvalenza. In altre parole un guadagno tra il valore di acquisto e quello di vendita. Dall’altra parte le società per azioni (S.p.A) attraverso la vendita di questi titoli, finanziano la propria attività.
La figura dell’azionista: tra diritti ed oneri
L’azionista è colui che compra le azioni di una società. Tuttavia non è un creditore, ma è un socio. Quindi partecipa alla vita della società, sopportando i rischi di eventuali vendite. Oppure godendo di benefici in caso di andamento positivo del suo investimento. Pertanto ha una serie di diritti che gli sono riconosciuti:
- la possibilità di esprimere il proprio voto in assemblea dei soci;
- impugnare eventuali delibere assembleari invalide;
- partecipazione ai dividendi, in caso in cui la società li distribuisca;
- consultare i libri sociali.
Tutte le tipologie: Le azioni ordinarie
Nel nostro ordinamento sono varie le tipologie di titolo azionario. Ognuna attribuisce diritti diversi a chi le possiede. Le azioni ordinarie rappresentano la base della struttura patrimoniale della società. Esse attribuiscono, ai loro proprietari, il diritto di voto nelle assemblee ordinarie e straordinarie. Ma non solo hanno il diritto di opzione cioè il diritto di sottoscriverne di nuova emissione. L’azionista inoltre ha la possibilità di percepire una quota degli utili d’esercizio, attraverso la divisione dei dividendi. Anche in sede di liquidazione, l’azionista ha il diritto ad una quota del netto finale. La principale componente di remunerazione delle azioni ordinarie è comunque rappresentata dal capital gain, ossia dalla differenza tra il prezzo di acquisto ed il prezzo di vendita dell’azione stessa. Anche i capital gain sono tassati secondo un’aliquota del 12,50%.
Le azioni privilegiate
Le azioni privilegiate attribuiscono particolari diritti in sede di riparto degli utili. Ma anche in caso di rimborso del capitale netto allo scioglimento della società. A fronte di ciò, il diritto di voto relativo alla vita societaria può essere limitato alle assemblee straordinarie. Di solito le società riconoscono un rendimento addizionale (una prelazione) rispetto al dividendo ordinario. A fronte di tutti questi vantaggi patrimoniali, ci sono delle restrizioni dei diritti amministrativi. Infatti i privilegiati non possono mai votare nelle assemblee ordinarie. Infine secondo la Riforma delle società del 2003, solo le società di capitali possono emettere azioni a voto limitato soltanto nella forma di azioni di risparmio.
Le azioni di risparmio
Sono previste dall’art. 145 del D.Lgs 24 febbraio 1998, n.58 e possono essere emesse esclusivamente dalle società quotate in borsa nei mercati italiani ed esteri. Le azioni di risparmio sono nate per incentivare gli investimenti, offrendo ai risparmiatori dei titoli buoni rendimenti. L’art. 145 del TUF, secondo comma stabilisce che l’atto costitutivo “determina il contenuto del privilegio, le condizioni, i limiti, le modalità e i termini per il suo esercizio”. La società emittente stabilisce, inoltre, i diritti spettanti agli azionisti di risparmio in caso di esclusione dalle negoziazioni delle azioni ordinarie o di risparmio. In genere, alle azioni di risparmio viene assegnato, in caso di distribuzione degli utili, un dividendo minimo annuo (calcolato in percentuale sul valore nominale) ed uno scarto minimo sul dividendo delle azioni ordinarie sulle azioni ordinarie in sede di rimborso del capitale. A fronte però di questo vantaggio patrimoniale però vi è il fatto che sono prive del diritto di voto.
Altre tipologie: di lavoro e di godimento
Quelle di lavoro sono emesse a fronte delle quote di utili che l’assemblea abbia deliberato di assegnare ai dipendenti. Sono regolate da norme particolari per quanto riguarda il loro trasferimento e i diritti spettanti ai loto possessori. Mente le azioni di godimento sono attribuite ai possessori delle azioni rimborsate ai soci in occasione di una riduzione di capitale. Tuttavia la loro emissione ha lo scopo di compensare questi socie che per il fatto che il rimborso avviene al valore nominale, mentre il valore patrimoniale, è maggiore. Infine hanno un valore nominale nullo e non danno diritto di voto. Però partecipano al riparto degli utili soltanto solo che alle azioni ordinarie sia stato assegnato un dividendo pari all’interesse legale. Ed infine concorrono alla ripartizione del netto finale, in caso di liquidazione.
Il valore nominale e non solo
Quando si parla di valore nominale ci si riferisce al valore delle azioni. Il valore nominale è l’importo sull’azione in base ad esso si determina l’entità del capitale sociale. Il valore di emissione è il prezzo richiesto agli azionisti al momento della costituzione della società o in occasione di aumenti del capitale. Mentre il valore versato corrisponde alla quota di valore nominale che risulta sottoscritta ma non versata. Il valore di rimborso è l’importo corrisposto al titolare al momento dello scioglimento delle società. Il valore corrente è il prezzo che si forma giornalmente sul mercato azionario in seguito alle operazione di compravendita che sono stipulate. Ed infine il valore contabile o patrimoniale che si ottiene dividendo il netto patrimoniale per il numero dei titoli in circolazione. Pertanto se si vuole investire in borsa, ci sono varie opportunità, basta stare attenti a cosa scegliere.