Cosa prevede la legge in caso di multa ricevuta per un’infrazione commessa dal dipendente con l’auto aziendale?
Poiché l’auto è aziendale, quindi, di proprietà del datore di lavoro, la multa viene notificata a quest’ultimo. La legge riconosce il principio della responsabilità solidale della persona giuridica nel caso in cui l’illecito amministrativo sia stato commesso dal suo collaboratore o dipendente nell’esercizio dell’attività svolta per conto dell’azienda.
L’azienda, è quindi tenuta al pagamento del verbale in solido con il dipendente che ha commesso l’infrazione e tramite una comunicazione interna glielo gira.
Entro 90 giorni dall’avvenuta violazione, il datore di lavoro a cui è intestato il veicolo deve ricevere la notifica del verbale. Tuttavia, se l’auto aziendale è una vettura presa a noleggio, si applicano le regole previste per questo caso specifico.
Quindi, la multa deve essere notificata all’azienda di noleggio in quanto proprietaria dell’auto oggetto dell’infrazione, la quale deve comunicare i dati del conducente all’autorità che ha effettuato il verbale.
Entro 90 giorni dalla comunicazione ricevuta, l’accertatore deve rinnovare la notifica al noleggiatore.
Multa con l’auto aziendale: il ricorso
E’ possibile fare ricorso contro il verbale, esso deve essere presentato a nome dell’azienda proprietaria dell’auto che ha ricevuto la notifica della multa. In tal caso, delegato dall’azienda il dipendente potrà curare il ricorso che sarà poi sottoscritto dal legale rappresentante della società proprietaria del veicolo.
Ciò vuol dire che chi utilizza l’auto aziendale non può ricorrere contro la multa, eccezion fatta per il caso in cui per l’infrazione commessa sia prevista anche la sanzione accessoria che prevede il taglio dei punti dalla patente di guida. Infatti, per questa eventualità vale il principio per cui il soggetto dichiari di avere preso visione del verbale di contestazione e di essere l’effettivo responsabile della condotta contestata come violazione alla quale consegua il taglio dei punti dalla patente ha interesse all’impugnazione del verbale di contestazione.
In tal caso, l’utilizzatore del veicolo può contestare la multa in qualità di conducente e trasgressore, effettuando la comunicazione dei dati del conducente.
In caso di ricorso da parte di chi ha utilizzato l’auto aziendale, gli accordi contrattuali potrebbero prevedere un obbligo di manleva del dipendente nei confronti dell’azienda, sulla decisione e la gestione del ricorso contro la multa.
Comunicazione dati del conducente per multa con l’auto aziendale
In caso di multe relative il dipendente alla guida dell’auto aziendale, senza contestazione immediata, spetta al datore di lavoro comunicare i dati del conducente. Della relativa mancata comunicazione ne risponde il datore di lavoro.
Infatti, la legge prevede che il proprietario della vettura in questione è responsabile della sua circolazione nei confronti delle pubbliche amministrazioni, pertanto, è tenuto a conoscere l’identità dei conducenti del veicolo. In caso contrario, ne risponde a titolo di colpa per negligenza.
Tuttavia, la Corte di Cassazione ha precisato che la mancata comunicazione dei dati del conducente da parte del proprietario dell’auto aziendale che dichiara di non ricordare la sua identità, potrebbe avere conseguenze diverse che nel caso di mancata comunicazione avvenuta per disinteresse. Sarà il giudice a esprimersi attraverso la determinazione delle motivazioni che possono essere ritenute valide o meno.
Ti potrebbe interessare approfondire l’argomento “auto aziendale”, leggendo anche: