Prima di scoprire quanto costa chiudere la partita IVA, è necessario precisare come si fa. Innanzitutto, questa operazione è di esclusiva competenza del suo titolare che procederà tramite l’utilizzo di modelli e di diverse procedure inerenti la propria categoria professionale da cui dipendono anche i costi di chiusura.
E’ preferibile chiudere la partita IVA a fine anno per una questione di maggiore semplificazione riguardante le tasse, i contributi e i conguagli. A prescindere dal periodo dell’anno, essa deve avvenire entro 30 giorni dalla cessazione della propria attività.
Come chiudere la Partita IVA nel 2021: le procedure
La procedura di chiusura della Partita IVA è la stessa utilizzata per effettuare una variazione di proprietà o ragione sociale e varia a seconda della categoria professionale di appartenenza e ragione sociale, con differenze in riferimento ai moduli scaricabili dall’Agenzia delle Entrate.
Il modello AA9/12 viene utilizzato dalle persone fisiche, dai lavoratori autonomi, da artigiani e artisti e da ditte individuali e professionisti.
Il modello AA7/10, invece, viene usato dalle associazioni e dalle società.
Sono previste tre modalità di consegna dei moduli: per via telematica sulla piattaforma Entratel dell’Agenzia; recandosi personalmente o con delega presso un ufficio dell’Agenzia delle Entrate; tramite raccomandata A/R da spedire all’ufficio dell’Agenzia allegando una copia del documento di riconoscimento.
Nella redazione del modulo deve essere specificato il codice ATECO della attività che si svolge. La consegna delle dichiarazioni verranno ritenute tali solo nel giorno in cui risulteranno spedite. Successivamente, si procederà alla chiusura della partita IVA alla Camera di Commercio con diverse modalità a seconda della ragione sociale.
I liberi professionisti e le ditte individuali devono procedere alla compilazione del modello I2 spiegando il motivo della cessazione dell’attività, a cui devono essere allegate eventuali certificazioni e autorizzazioni comunali o da altri enti.
La stessa procedura va usata da artigiani e commercianti che devono anche rivolgersi al Comune in cui si è dichiarato l’inizio dell’attività.
Per quanto concerne le associazioni e le società, saranno tenute alla liquidazione dei beni aziendali e alla risoluzione dei rapporti pendenti, mentre i soci devono compilare il modello AA7/11.
Dopo la comunicazione effettuata all’Agenzia delle Entrate e alla Camera di Commercio, la chiusura dell’attività deve essere inoltrata all’INPS e all’INAIL per la revoca, anche delle posizioni contributive, con un rendiconto dei pagamenti e versamenti prendendo in considerazione la presenza di eventuali conguagli.
Quanto costa chiudere la Partita IVA nel 2021?
La chiusura di una Partita IVA non comporta costi aggiuntivi a quelli normalmente previsti per la propria attività professionale. Ma le attività che sono iscritte al Registro delle Imprese e che sono tenute allo svolgimento della procedura semplificata della Comunicazione Unica della Camera di Commercio, devono sostenere dei costi di cancellazione.
I diritti di segreteria ammontano a 90 euro; i modelli telematici UL e S5 costano 30 euro; la dichiarazione effettuata dalle società semplici costa 18 euro; la marca da bollo è dovuta solo dalle ditte individuali iscritte al Registro delle Imprese e ha un costo di 17,50 euro; le associazioni, comitati, enti non societari e fondazioni devono pagare 23,00 euro per il modello R cartaceo.
Le suddette spese spettano ai professionisti che sono tenuti ad iscriversi al Registro delle Imprese. Ovvero imprenditori commerciali e agricoli, ma anche piccoli imprenditori; società; società semplici e società estere con sede legale in Italia; imprese artigiane; soggetti presenti nella Sezione Speciale; enti pubblici che svolgono attività con finalità commerciale.
Da questi oneri sono esentati i soggetti che non hanno l’obbligo di iscrizione al Registro delle Imprese. Ossia collaboratori coordinati continuativi; liberi professionisti; venditori porta a porta; titolari di attività artistiche o temporanee; imprese agricole con un fatturato che non supera i 10.239 euro; enti commerciali; associazioni di imprenditori; aziende di coniugi o familiari; società di mutuo soccorso.
Si ricorda che dal 2019 è stata introdotta la chiusura della partita IVA d’ufficio, nel caso sia inattiva da almeno tre anni, quindi, in assenza di dichiarazione dei redditi nei tre anni precedenti. Si tratta di un decreto che dal 1° gennaio 2021 evita l’applicazione di una sanzione amministrativa compresa tra 516 euro e 2.065 euro prevista in precedenza per la mancata comunicazione di cessata attività.
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