Il datore di lavoro può concedere ai dipendenti dei compensi in natura, ovverosia dei benefici accessori che sono comunemente noti come fringe benefits. Rispetto ai compensi in denaro, i fringe benefits in Italia beneficiano di una tassazione agevolata che spazia dalle soglie di esenzione e fino ad arrivare alla determinazione delle imposte su base forfetaria. Ed allora, in concreto, quanto costa al dipendente il fringe benefit?
Quanto costa al dipendente il fringe benefit, dalla soglia di esenzione alla tassazione
Nel dettaglio, il meccanismo di tassazione dei fringe benefits si basa su una soglia di esenzione oltre la quale il valore del compenso in natura è soggetto a tassazione e, quindi, concorre a formare il reddito del lavoratore.
Pur tuttavia, come sopra accennato, per alcuni beni e servizi concessi in natura da parte del datore di lavoro ci sono degli specifici criteri di determinazione forfetaria dei valori da andare ad assoggettare a tassazione. E questo in base al tipo di bene o di servizio concesso sotto forma di fringe benefit, da un prestito ad un immobile e passando per le auto aziendali ad uso promiscuo.
La determinazione del fringe-benefit per le auto aziendali ad uso promiscuo
Per esempio, per le auto aziendali ad uso promiscuo, entro il 31 dicembre di ogni anno, con la validità per l’anno successivo, vengono pubblicate nella Gazzetta Ufficiale le tariffe per la la determinazione del fringe-benefit. Ovverosia per il beneficio accessorio che è rappresentato dalla concessione da parte del datore di lavoro della retribuzione in natura che è rappresentata dall’auto aziendale che è utilizzabile dal dipendente sia per le esigenze di lavoro, sia per le esigenze private.
Il valore del fringe benefit quando il datore di lavoro dà la casa al dipendente
Tra i fringe benefits rientrano, come sopra accennato, pure le concessioni di immobili ai dipendenti da parte del datore di lavoro. Ed in questo caso, in termini di tassazione, cosa succede quando il datore di lavoro concede un alloggio al proprio dipendente?
In tal caso il valore del fringe benefit è calcolato in base alla somma tra la rendita catastale del fabbricato e le eventuali spese inerenti. A questa somma va poi sottratta la somma versata o trattenuta al dipendente.
Inoltre, il valore del fringe benefit così calcolato si assume al 30% della predetta differenza quando i fabbricati da parte del datore di lavoro sono concessi in connessione all’obbligo di dimorare, da parte del lavoratore dipendente, nell’alloggio stesso.
Il compenso in natura quando l’azienda concede un prestito al lavoratore
Pure la concessione di prestiti al dipendente, da parte del datore di lavoro, rientra tra i benefici accessori e, quindi, tra i compensi in natura. Con il valore del fringe benefit sui cui andare ad applicare la tassazione che in questo caso è dato dal 50% di una differenza. Quella tra l’importo degli interessi che, al termine di ciascun anno, viene calcolato in base al TUR (tasso ufficiale di riferimento), e l’importo degli interessi che è calcolato al tasso che viene realmente applicato sulla somma prestata.