In un mondo che prigioniero è, di problemi pandemici e politiche gestionali, ma soprattutto di crisi economiche, oggi andremo a vedere come funziona il lavoro in cooperativa. Scopriremo quali sono i vantaggi di una cooperativa e di essere socio lavoratore.
Chi è il socio lavoratore
Innanzitutto, prima di addentrarci nei vantaggi del mondo della cooperativa, andiamo a capire quale figura è quella del socio lavoratore.
Dunque, il socio lavoratore di cooperativa è un membro di una società cooperativa che presta anche un’attività lavorativa presso la stessa società. Il fenomeno della cooperazione mutualistica affonda le proprie radici negli albori del movimento operaio e dunque nel momento genetico del diritto del lavoro.
Il lavoro in cooperativa: come funziona
La cooperativa non è altro che una società a capitale variabile che prevede una responsabilità a parte limitata dei soci che la costituiscono.
La cooperativa ha lo scopo della fornitura di un bene o servizio a clienti esterni ad essa, il cui utile viene poi parzialmente redistribuito ai soci costituenti (ovvero con lo stipendio) e in parte investito nell’attività.
Il numero minimo di soci necessari per la fondazione di una cooperativa è di 3 persone, ma non vi è un numero massimo di soci costituenti.
Le cooperative di classificano a livello normativo con le sigle di SpA e di Srl. Nel primo caso, è una sigla che viene applicata per le cooperative con almeno 20 soci all’attivo e un fatturato di almeno un milione di euro, mentre il secondo tipo di sigla riguarda le attività con meno di nove soci ed un fatturato inferiore al milione.
Ci sono anche cooperative non rientranti nelle due sigle e la classificazione è stabilita dai soci stessi.
Cooperativa: quali vantaggi ci sono
Uno dei lati positivi del lavorare all’interno di una cooperativa si può identificare nello stipendio medio del socio impiegato. Inoltre, essendo la cooperativa una società formata da soci pressoché paritari e non ha obbligazioni verso azionisti esterni, riesce a rimanere un’unità autogestita da propri componenti. Tale particolarità amministrativa permette dunque di porre attenzione sul singolo lavoratore e il suo ruolo non solo come risorsa salariata ma anche e particolarmente come persona.
Oltre dunque ad essere un ambiente benevolo (di norma sarebbe così) per il dipendente, la cooperativa si rivela particolarmente vantaggiosa quando le finalità dei soci sono l’amministrazione di servizi dell’educazione e dell’assistenza a persone non autosufficienti o comunque bisognosi di supporto. Difatti è per questo che la maggior parte di associazioni di tale tipo scelgono di adottare questa modalità di struttura lavorativa.
In ultimo, ma non affatto ultimo, il vantaggio forse più importante e palpabile del lavorare all’interno di una cooperativa è la consapevolezza di star lavorando all’interno di un meccanismo che favorisce i suoi componenti piuttosto che gli elementi esterni, come potrebbero essere azionisti o brand esterni, spesso concepiti come elementi poco piacevoli.
Svantaggi della cooperativa: quali sono
Tuttavia, possiamo, come in ogni campo lavorativo, trovare degli svantaggi anche nel mondo lavorativo di una cooperativa. Andiamo a vedere quelli più essenziali.
Ad esempio, va detto che la cooperativa garantisce diritti ai propri soci solamente durante i periodi dove le attività e i servizi forniti ai clienti esterni siano gestiti in modo corretto e responsabile. Infatti, non avendo l’input di azionisti esterni tutto il capitale iniziale e quindi gli assetti economici sono nelle mani dei soci interni.
Quindi la capacità gestionale dei soci è fondamentale e spesso la possibilità di fallimento si palesa dietro l’angolo. I momenti di incertezza economica si riversano su tutta l’attività, anche quando il servizio offerto dall’associazione si riveli troppo costoso o poco utile per le aziende pubbliche e private, la cooperativa si ritrova in una condizione di complicazioni economiche. Quindi il rischio di fondi insufficienti a pagare i propri soci e una palese impossibilità ad effettuare investimenti del capitale per l’aggiornamento dei servizi, per rimettersi al passo.
In ultimo, ma non ultimo, c’è da metterci il carico emotivo e psicologico nel caso delle associazioni, per i dipendenti che si occupano di rieducare o formare o dunque assistere, coprendo ruoli di grande impatto educativo.