Concessione vendita e franchising non solo la stessa cosa. Sono due tipi di contratti diversi, ma similari. Pertanto è opportuno verificare le differenze.
Concessione vendita e Franchising: i caratteri della concessione
La concessione di vendita è il contratto con il quale una parte (concedente) si obbliga a somministrare a un’altra (concessionario) la quantità di prodotti che questa richiede. Mentre il concessionario s’impegna ad acquistarne un minimo prefissato e a rivendere i prodotto in una determinata zona. Tuttavia a favore del concessionario viene normalmente stipulata una clausola di esclusiva (Art. 1567 del codice civile).
Questa impegna il concedente a non fornire ad altri soggetti, gli stessi prodotti nella zona riservata al concessionario. In altre parole il concessionario non avrà concorrenza diretta nella zona in cui opera. Anche se a volte possono essere stipulate clausole di esclusiva a favore del concedente, che impegnano il concessionario a non vendere nella sua zona prodotti concorrenti con quelli del concedente. Il rischio della mancata vendita e le spese per la rivendita dei prodotti gravano sul concessionario. Anche se il concedente può riservare il diritto di:
- stabilire il prezzo di vendita al consumatore;
- controllare l’efficienza dell’impresa del concessionario;
- chiedere al concessionario informazioni sull’andamento del mercato.
I caratteri principali del Franchising
Il franchising è un contratto con il quale un imprenditore (franchisor) concede ad un altro imprenditore (franchisee) il diritto di esercitare un’attività di rivendita di prodotti, di produzione di beni e prestazioni di servizio. Il franchisee utilizza il marchio o l’insegna del franchisor e si impegna a pagare un corrispettivo. Ma non solo l’attività d’impresa deve essere eseguita secondo le disposizioni ben precise sulla modalità di vendita dei vari punti vendita. Spesso appaiono come sedi di un’unica grande impresa. In realtà il franchisee è un imprenditore autonomo sia dal punto di vista economico che da quello giuridico. Nel senso che investe i suoi capitali come vuole, senza dover rendere conto a nessuno, se non a se stesso. Anche dal punto di vista giuridico perché nella costituzione della propria forma sociale o meno è libero di scegliere tutto ciò che vuole, purché legalmente riconosciute.
Tre diverse tipologie di franchising
Esistono tre diversi tipi di franchising. Il franchising è di servizi, quando il franchisee è autorizzato a prestare servizi utilizzando i segni distintivi del franchisor. Ad esempio i marchi di molti villaggi turistici presenti in tutto il mondo. Ma può essere anche industriale, quando il franchisee viene autorizzato a svolgere un’attività produttiva di bene. Ad esempio è il caso degli stabilimenti di produzione di noti marchi nel settore del beverage. Ed infine esiste il franchising di distribuzione, quando il franchisee è autorizzato a rivendere i prodotti usando i segni distintivi. Quest’ultima è comunque la forma più utilizzata. Basti pensare ai grandi marchi dell’arredamento o dell’abbigliamento.
Concessione vendita e Franchising a confronto
Partiamo subito con il dire che il contratto di franchising è regolato dalla Legge 129/2004 che stabilisce una definizione chiara, le caratteristiche, la durata massima e gli obblighi delle parti. Mentre il contratto di concessione di vendita rientra nei contratti “atipici“. Per contratti atipici si intendono tutti quei contratti che non sono disciplinati in maniera puntuale dalla legge, dal codice civile e dal diritto civile in generale. Sono più che altro creati ad hoc, in base alle esigenze delle parti.
Altra differenza tra i due contratti riguarda l’oggetto stesso dell’accordo. L’oggetto del contratto di franchising riguarda la distribuzione sia di prodotti sia di servizi: ad esempio nel settore immobiliare, turistico e della ristorazione in cui si vendono servizi realizzati e già collaudati dall’azienda madre. La concessione di vendita, invece, limita il proprio oggetto alla distribuzione di soli prodotti materiali o immateriali che vengono acquistati e rivenduti ai propri clienti.
Concessione vendita e Franchising: il Know- how
Avendo analizzato le varie caratteristiche che contraddistinguono entrambi i contratti, possiamo affermare che sono molto differenti. Non dal punto da vista giuricdio, ma per lo più nel risvolto pratico e la presenza di alcuni vincoli specifici. In particolare un’attenzione va riposta nel Khow- how. L’azienda madre impone all’affiliato il suo bagagli di conoscenza, detto Know-how. Con questa parola si intende il complesso delle cognizioni ed esperienze per il corretto impiego di una tecnologia o anche, più semplicemente, di una macchina o di un impianto, il possesso di cognizioni specifiche necessarie per svolgere in modo ottimale un’attività, una professione.
Nel caso delle vendite è l’insieme di tecniche di vendita che devono essere adottate perfettamente. Mentre nella concessione di vendita il concessionario non è tenuto ad attuare alcuna formula o a confondersi all’immagine del concedente.
Concessione vendita e Franchising: le direttive impartite
Nel franchising l’affiliato deve osservare tutte le direttive impartite dall’azienda madre. Tra queste rientrano: la formazione del personale, la conformità degli allestimenti e le tecniche di vendita. Il Franchisor ha un ampio potere di controllo generale al quale l’imprenditore franchisee deve sottostare. Invece nella concessione di vendita questa subordinazione non esiste. Il concessionario è libero di organizzare la sua attività come vuole, gestire il suo personale e formarlo secondo quelle che sono le sue esigenze. Questo perché, come abbiamo detto, il rischio d’impresa è proprio sulle spalle del concessionario nella sua totalità. Pertanto attenzione a quale tipo di contratto si sceglie, perchè potrebbe essere un legame difficile da sciogliere!