Tra le spese che si possono scaricare dalle tasse, oltre ai cosiddetti oneri detraibili, ci sono pure gli oneri deducibili. In entrambi i casi il contribuente può avvantaggiarsi di una riduzione delle imposte da pagare, ma con un diverso meccanismo. Se infatti la detrazione fiscale abbatte direttamente le imposte da pagare, la deduzione fiscale, invece, riduce il reddito lordo sul quale poi andare a calcolare l’imposta dovuta e da versare all’Agenzia delle Entrate. Ed allora, in concreto, come si calcolano le deduzioni fiscali?
Come si sfruttano le deduzioni fiscali al fine di abbassare il reddito imponibile
Se le detrazioni fiscali si sottraggono dall’imposta lorda da pagare, le deduzioni fiscali invece, per quanto detto, devono essere sottratte dal reddito lordo. Il calcolo delle deduzioni fiscali, che devono essere indicate nella dichiarazione dei redditi, varia poi in ragione del tipo di onere sostenuto.
Per esempio, si possono portare in deduzione fiscale dal reddito i contributi previdenziali, l’assegno di mantenimento, i fondi pensione, le erogazioni liberali e, tra l’altro, pure le spese che sono state sostenute per l’assistenza infermieristica e riabilitativa di persone disabili. In linea di massima maggiore è il reddito dichiarato, maggiore tenderà ad essere il beneficio fiscale derivante dagli oneri che si possono portare in deduzione fiscale.
Le deduzioni fiscali sui contributi previdenziali e assistenziali obbligatori e volontari
Fino alla concorrenza del reddito complessivo, i contributi previdenziali e assistenziali, che sono stati versati dal contribuente in ottemperanza alle disposizioni di legge, si possono portare in deduzione fiscale. La deducibilità, inoltre, è ammessa pure per i contributi volontari che sono stati versati alla gestione della forma pensionistica obbligatoria di appartenenza ed alla gestione separata dell’INPS. Tra i contributi previdenziali che sono deducibili, inoltre, rientrano pure quelli che sono stati versati volontariamente dal contribuente per il riscatto della laurea.
Come si calcolano le deduzioni fiscali per la previdenza integrativa
A differenza dei contributi previdenziali e assistenziali obbligatori, che sono interamente deducibili, quelli che sono versati alla previdenza complementare presentano un tetto massimo di deducibilità. Nel dettaglio, attualmente il contribuente ogni anno, quando presenta la dichiarazione dei redditi, può portare in deduzione fiscale ai fini IRPEF fino a 5.164,57 euro di contributi che sono stati versati per la pensione integrativa.
Deduzioni e detrazioni fiscali erogazioni liberali ai fini IRPEF
Per le erogazioni liberali nella dichiarazione dei redditi, ai fini dell’imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF), il contribuente può optare per la detrazione fiscale oppure, a scelta, per la deduzione fiscale. E precisamente può andare a detrarre il 30% con un massimo di 30.000 euro di donazione, oppure può optare per la deduzione fiscale dell’importo donato senza limiti e comunque nel limite massimo del 10% del reddito complessivo che è stato dichiarato al Fisco.
Per fruire dei benefici fiscali le erogazioni liberali devono essere effettuate sempre e solo con strumenti tracciabili, e quindi con il bonifico bancario o postale, con assegni bancari e circolari. E pure con strumenti e servizi di moneta elettronica come le carte di debito, le carte di credito e le carte prepagate.