E’ sempre importante sapere come funziona quando un’azienda sta per chiudere battenti o si ritrova indebitata. Oggi, pertanto, andremo a scoprire come si liquida un’azienda e a chi tocca prendersi l’onere di fare da liquidatore aziendale.
Il liquidatore aziendale, chi è?
Quando un’azienda si ritrova indebitata e quindi in via di liquidazione, c’è una figura addetta al pagamento della liquidazione. Costui è il liquidatore aziendale. Possiamo ben dire che il liquidatore è la persona a cui è affidato il compito di liquidare una società di capitali o di persone, quindi di condurre la liquidazione. Con la liquidazione, come detto si pone fine all’attività corrente, si riscuotono i crediti, si convertono tutti gli attivi ancora esistenti dell’azienda in liquidità e poi si chiude definitivamente l’azienda.
Dovendo agire come una sorta di manager, il liquidatore ha due responsabilità.
Se da una parte regola la corretta chiusura di un’impresa, cercando di ottenere la maggior liquidità possibile dagli attivi, a vantaggio dei creditori e dei soci, dall’altro canto, il liquidatore agisce nell’interesse dello Stato, facendo così in modo che gli ex amministratori delegati non possano più avere accesso ai conti della società e non abbiano quindi la possibilità di accantonare illegalmente i beni.
Tuttavia, ci si chiede chi provvede a pagare il compenso del liquidatore aziendale? Ovvero, chi li “liquida” il liquidatore.
Chi paga il liquidatore aziendale
Ovviamente, il liquidatore deve essere pagato per il suo lavoro. Non essendoci però norme in merito, il compenso di questa figura professionale, dovrà essere stabilito dall’assemblea degli azionisti. E’ importante sapere che il potere di rappresentanza del liquidatore non entra in vigore con la sua nomina, ma esclusivamente dal momento in cui viene iscritta la sua nomina al Registro delle Imprese. Fino a quel momento, il potere di rappresentante rimane all’amministratore della società.
Qualora si trattasse di società di capitali, sarà l’assemblea dei soci a decidere a maggioranza la nomina del liquidatore o dei liquidatori. In tale sede viene deciso quali e quanti liquidatori avranno l’incarico, oltre a indicare quelli che assumeranno la rappresentanza della società. Vengono inoltre stabilite anche le modalità di svolgimento della liquidazione stessa.
Nel caso in cui l’assemblea non sia in grado di deliberare o non venga convocata per determinare la nomina dei liquidatori, ogni socio o amministratore o sindaco può presentare istanza al tribunale, che avrà la facoltà di nominare i liquidatori, determinandone i poteri.
Come avviene la liquidazione della società
Vediamo, in ultimo la fase di liquidazione della società (quindi dell’azienda), attraverso il compito del liquidatore.
Al momento dell’ingresso dei liquidatori in azione, la società deve sospendere le proprie attività. Per tale operazione il liquidatore deve cercare di convertire tutti i beni, come ad esempio edifici, terreni, macchinari, e altri materiali, in beni liquidi o in beni scambiabili con denaro liquido. A questo punto saranno azzerate le passività e trasformati in denaro gli elementi patrimoniali attivi.
Il fine ultimo sarà quello di avere più denaro liquido possibile nell’interesse dei creditori, degli azionisti e anche dei soci, che così potranno veder riconosciuta la propria parte, sempre seguendo l’ordine stabilito per legge.
A questo punto si passa all’estinzione della società o dell’azienda. Dal momento in cui sono portate a termine tutte le misure di liquidazione e, quindi tutti i crediti dei creditori sono stati soddisfatti, il liquidatore deve richiedere la cancellazione della società dal Registro delle Imprese. Fatto ciò, la missione del liquidatore può dirsi terminata.