Oggi andremo a vedere una piccola particolarità del mondo lavorativo, in particolare di quello aziendale. Andremo ad occuparci di un benefit che spetta ad alcune categorie di lavoratori. Ovvero, il premio welfare, cosa è, come lo si ottiene e a chi spetta.
Cos’è il premio welfare?
Innanzitutto, iniziamo col dire cosa è il premio welfare. Possiamo ben dire che quando parliamo di premio welfare, facciamo riferimento ad un’erogazione a discrezione dell’azienda che ne definisce modalità e importo. Inoltre, trattasi di un premio che per il dipendente non costituisce reddito imponibile ai fini fiscali e previdenziali.
In pratica, ci troviamo dinnanzi ad un premio aziendale per il proprio dipendente. L’azienda, in pratica al conseguimento di obiettivi precedentemente fissati, offre beni, opere o servizi di welfare a tutti o a specifiche categorie di lavoratori in aggiunta alla normale retribuzione. Tutto ciò avviene senza la necessità di un accordo territoriale o sindacale di secondo livello, ma semplicemente con un Regolamento Aziendale interno.
Molto spesso sono offerti sotto forma di buoni pasto, da consumarsi in ristoranti specifici o utilizzarsi in supermercati che hanno convenzione.
Chi ha diritto al premio welfare?
La domanda più frequente in merito a questi premi è sempre la stessa: chi ha diritto, in un’azienda a poter ottener il premio welfare?
Partiamo col dire che sempre più aziende italiane, anche tra le PMI, hanno iniziato a riconoscono il valore del welfare aziendale e, pertanto decidono di offrire ai propri dipendenti benefit e incentivi di vario genere. Pure l’introduzione del Jobs Act, ha avuto la sua importanza, che si è posto come obiettivo l’introduzione di sistemi di welfare aziendale sempre più dinamici e innovativi.
Ad ogni modo, molto spesso sono gli stessi contratti collettivi di categoria ad imporre alle imprese di mettere a disposizione dei propri dipendenti misure di welfare aziendale di genere diverso. Altre volte, sono le aziende che decidono di offrirle spontaneamente ai propri lavoratori.
Ci sono, però, categorie come quella dei metalmeccanici ad aver inserito l’obbligo del premio welfare. Questa categoria è stata seguita, poi, da altri settori, tra cui le telecomunicazioni, gli orafi e argentieri, gli operatori di telefonia, il turismo e la ristorazione.
I beneficiari del piano aziendale welfare
Dunque, questa fruizione dei piani aziendali welfare è riservata ai lavoratori dipendenti delle aziende private, ma può, tuttavia, essere estesa anche ai lavoratori autonomi e ai liberi professionisti che hanno un rapporto di lavoro continuativo con le stesse. Va aggiunto, in maniera insindacabile che i benefici del premio welfare non possono essere erogati ad personam ma devono essere rivolti alla generalità di dipendenti o a categorie omogenee di lavoratori.
Tali beni e servizi erogati ad personam dall’azienda al dipendente non godono di una tassazione agevolata, essendo considerati parte integrante della retribuzione.
Con la definizione di categorie omogenee di dipendenti non si intende soltanto la più canonica distinzione tra dirigenti, operai o lavoratori che appartengono a determinati reparti. Tra le categorie omogenee di lavoratori che possono venire individuate dai datori di lavoro per l’erogazione del welfare aziendale, ad esempio, troviamo:
- dipendenti con lo stesso livello contrattuale;
- dipendenti che appartengono a una stessa sede aziendale, allo stesso ufficio o allo stesso settore;
- dipendenti con figli a carico;
- dipendenti appartenenti ad una determinata fascia di reddito;
- dipendenti che decidono di convertire in welfare aziendale il proprio premio di risultato.
Un ultima domanda attanaglia il dipendente aziendale, andiamo a vedere quale.
L’azienda può stabilire differenti piani welfare?
Semplicemente non sarà possibile per un’ azienda commissionare ed istituire differenti piani welfare.
Un solo piano welfare può essere erogato da un’azienda, in quanto al suo interno vi sono già benefici differenti. Dopo aver individuato le categorie di lavoratori a cui destinare il welfare aziendale, l’azienda in questione decide quali debbano essere le misure di welfare da inserire all’interno del piano. Queste misure potranno riguardare la sfera lavorativa del lavoratore specifico, oppure quella familiare dello stesso. Ad esempio, possono riguardare la sanità, l’istruzione, la formazione personale del dipendente, la previdenza complementare, il tempo libero, i trasporti pubblici.
Dunque, questo è quanto vi era da sapere prevalentemente sul premio welfare, ora non vi resta che rimboccarvi le maniche e tornare al lavoro.