Prima di addentrarci nel merito dei beni aziendali, chiariamo l’equivoco per cui molte persone utilizzano il termine azienda come sinonimo di impresa.
L’azienda è l’insieme dei beni organizzati dall’imprenditore per l’esercizio dell’attività economica dell’impresa. Diversamente, l’impresa definisce la tipologia di attività economica che l’imprenditore utilizza per la produzione e allo scambio di beni e servizi. Semplificando, l’azienda è il mezzo attraverso il quale l’imprenditore realizza gli obiettivi di un’impresa.
Quali sono i beni che costituiscono un’azienda?
I beni aziendali sono eterogenei (mobili, immobili, materiali, immateriali, fungibili, infungibili) e possono subire modifiche a livello quantitativo ma anche qualitativo, talvolta radicali. Essi sono di proprietà dell’impresa, individuale o collettiva.
I beni di un’azienda possono essere attribuiti in disponibilità a persone fisiche, soci o familiari del titolare dell’impresa, i cui dati anagrafici vanno comunicati al Fisco (nel caso di persone fisiche ricorre l’obbligo di fornire anche il codice fiscale e lo stato di residenza). All’ADE vanno trasmessi anche i riferimenti relativi ai beni rilevanti come mezzi di trasporto e comunque tutti quelli con un valore superiore a 3.000 euro (IVA esclusa).
I beni che costituiscono un’azienda non devono essere necessariamente di proprietà dell’imprenditore, purché abbia il titolo per utilizzarli, anche se sono in locazione o in leasing. Non sono da considerare tali, i beni di proprietà del titolare dell’impresa non destinati all’esercizio dell’attività economica relativa, ad esempio una casa per uso abitativo personale.
Classificazione dei beni aziendali
I beni aziendali s’intendono materiali in quanto con una consistenza fisica e possono essere mobili o immobili, fungibili o infungibili. Ad esempio i fabbricati, i locali, le attrezzature, gli arredi, materie prime, merci, prodotti finiti, il denaro in cassa. Non avendo consistenza fisica, si definiscono immateriali i marchi, brevetti, segni distintivi, diritti d’autore, diritti di concessione.
I diritti di brevetto sono attribuiti all’inventore che può sfruttare per un certo periodo di tempo la propria invenzione. L’inventore può cedere il proprio diritto a terzi.
I diritti d’autore spettano all’autore di un’opera letteraria, artistica o scientifica che può sfruttarla economicamente, quindi, pubblicarla e diffonderla in modo esclusivo. L’autore della propria opera può sfruttare tale diritto direttamente o dai suoi eredi o cederlo a terzi.
I diritti di concessione sono concessi dallo Stato o dagli altri enti pubblici e permettono lo sfruttamento esclusivo oggetto di tale diritto e consistono anche nel diritto di esercitare in modo esclusivo alcuni servizi.
Anche i contratti di lavoro, i debiti o crediti verso terzi possono essere beni aziendali.
Tra i beni mobili e immobili, si distinguono quelli fungibili e infungibili.
Sono beni fungibili quelli che possono essere sostituiti con altri della stessa specie, ma tutti adempiono alla stessa funzione economica. Sono beni infungibili quelli che hanno una loro individualità e non possono essere sostituiti gli uni con gli altri. Legalmente, sussistono delle differenze sostanziali tra di essi.
I beni fungibili dello stesso genere possono essere unico oggetto di compensazione legale e lo sono anche in un contratto di mutuo. I beni infungibili, invece, sono oggetto in un contratto di comodato.
L’avviamento
Ogni bene aziendale ha un valore, ma il complesso organizzato dei beni di un’azienda raggiunge un valore di gran lunga superiore alla somma degli stessi che viene chiamato avviamento, ossia la capacità di produrre reddito.
L’avviamento è soggettivo, nel caso in cui dipende dalle qualità personali del titolare dell’impresa, motivo per cui, non può essere trasferibile. In alternativa, è oggettivo, quando deriva prevalentemente dall’organizzazione dei beni aziendali e, in quanto tale, viene trasferito automaticamente con il trasferimento dell’azienda.
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