I soggetti che svolgono un’attività economica continuativa di tipo commerciale, artigianale o industriale in qualità di società o ditta individuale, oppure come liberi professionisti sono obbligati all’apertura di una partita Iva se, il reddito conseguito nell’anno civile è superiore ai 5.000 euro.
Tutti i lavoratori autonomi che aprono una partita Iva scegliendo il regime fiscale a cui aderire, devono presentare la richiesta all’Agenzia delle Entrate. Dopo circa 24 ore per i liberi professionisti e almeno 15 giorni per le ditte che devono iscriversi al Registro delle Imprese, l’Ente procede al rilascio del certificato di attribuzione della partita Iva. Ma di cosa si tratta?
Certificato di attribuzione della partita Iva: cos’è
Il certificato di attribuzione della P.IVA è un documento con cui l’Agenzia delle Entrate comunica il numero di partita Iva attribuito all’attività imprenditoriale/commerciale del lavoratore autonomo.
La partita Iva è un codice di 11 cifre che serve a identificare tutti i soggetti che hanno deciso di intraprendere la suddetta attività nel territorio italiano.
Il certificato di attribuzione della partita Iva, in realtà è solo una carta libera. Quindi, non rappresenta un certificato vero e proprio e non obbliga a una sottoscrizione ufficiale. In questo documento viene indicato il codice d’identificazione dell’attività commerciale, ma anche la sede e il domicilio fiscale dell’esercizio.
Come ottenere il certificato di attribuzione della partita Iva
Questo documento è utile a tutti coloro che sono obbligati ad iscrivere la propria attività commerciale nel Registro delle Imprese o nel Registro delle notizie economiche e amministrative. Il certificato di attribuzione della partita Iva può essere richiesto anche dai soggetti che non sono tenuti all’iscrizione dei suddetti registri. Inoltre, dai rappresentanti del gruppo Iva e dai soggetti non residenti all’estero ma che vogliono identificarsi ai fini fiscali.
A seconda del soggetto richiedente il rilascio del certificato di attribuzione della partita Iva, varia la modalità di richiesta all’Agenzia delle Entrate:
I soggetti che sono obbligati ad effettuare l’iscrizione della propria attività nel REA o nel Registro delle Imprese, devono presentare domanda con:
- Il modello AA9/12, nel caso di avvio, cessazione o variazione ai fini Iva per le imprese individuali e lavoratori autonomi;
- il modello AA7/10, nel caso di richiesta di attribuzione del codice fiscale e di dichiarazione di inizio attività, variazione dati o cessazione attività ai fini Iva per i soggetti diversi dalle persone fisiche.
Per inoltrare la domanda è indispensabile avvalersi della Comunicazione Unica prevista per la nascita di una nuova attività, seguendo le istruzioni indicate sul sito del Registro delle Imprese.
I soggetti che non sono tenuti ad iscriversi nel Registro delle notizie economiche e amministrative e in quello delle Imprese, effettuano la domanda di richiesta di certificato di attribuzione della partita Iva, seguendo le istruzioni allegate ai modelli AA9/12 o AA7/10.
I soggetti non residenti in Italia che intendono identificarsi direttamente in Italia ai fini Iva, devono presentare la dichiarazione di identificazione diretta, attraverso il modello ANR/3. La domanda va inoltrata al Centro Operativo della provincia di residenza, recandosi personalmente o inviando la dichiarazione per posta.
Il rappresentante del gruppo Iva deve attenersi alle istruzioni allegate al modello AGI/1.
In tutti i casi, per richiedere il certificato di attribuzione della partita Iva è obbligatorio fornire i dati anagrafici e il codice fiscale dell’attività, la partita Iva, l’indirizzo legale dell’esercizio, la forma giuridica della società.
Come inviare la domanda
Per effettuare la richiesta del certificato di attribuzione della Partita IVA è necessario accedere al portale dell’Agenzia delle Entrate e scaricare il modello con il quale è possibile inoltrare la domanda.
La richiesta va inoltrata dopo aver compilato il documento, ricordando di allegare la fotocopia di un documento di riconoscimento. La spedizione della richiesta può avvenire in via telematica, direttamente sul sito dell’Agenzie delle Entrate, oppure per posta.
Questo servizio consente ai possessori di una Partita IVA che effettuano scambi intracomunitari (acquisti e cessioni di beni tra soggetti passivi Iva appartenenti a diversi Stati membri UE che vengono resi “non imponibili” nel Paese del cedente, per essere assoggettati ad iva nel paese di destinazione dei beni da parte del cessionario) di verificare che il numero di identificazione dei propri clienti sia valido. In realtà, tramite esso chiunque può controllare la validità di una P.IVA allo scopo di conoscere le informazioni registrate all’Anagrafe Tributaria, i dati anagrafici del titolare della partita Iva e l’eventuale appartenenza ad un gruppo IVA.
Il certificato di attribuzione della partita Iva non coincide con il certificato di Partita IVA che, oltre ad avere un’altra utilità, necessita della firma del direttore dell’Agenzie delle Entrate per la sua validazione.