Oggi, in un mondo che si torce e contorce tra crisi economiche e partite IVA che rischiano il collasso, andremo a vedere cosa significa avere partita IVA attiva. E, quindi, capiremo come verificare se è attiva o inattiva.
Partita IVA attiva, cos’è?
Innanzitutto, partiamo col dire che cosa è una partita IVA, per coloro che sono agli inizi con l’argomento e magari ancora non ne hanno aperto una. La partita IVA non è altro che una sequenza di 11 cifre utile ad identificare in maniera univoca un soggetto che esercita un’attività, di impresa e non, rilevante ai fini dell’imposizione fiscale indiretta.
Scomponendo dettagliatamente questa sequenza numerica, possiamo dire che le prime 7 che la compongono identificano il contribuente, mentre le successive 3 cifre servono ad individuare l’ufficio provinciale che attribuisce la Partita Iva. In ultimo, la restante cifra serve al controllo formale.
Una volta appurato ciò che è di base, andiamo a vedere cosa è una partita IVA attiva e soprattutto cosa è una partita IVA inattiva.
Cosa significa partita IVA attiva
Per sapere se una partita IVA è attiva o meno bisogna fare una piccola verifica. Andiamo, in breve a vedere come si può verificare l’attività o meno di una partita IVA.
Per effettuare un controllo sulla Partita Iva in Italia sarà semplicemente sufficiente accedere al sito dell’Agenzia delle Entrate. Qui, una volta acceduto, si dovrà inserire nel box apposito il numero ad 11 cifre della Partita Iva che intendiamo verificare. Se questa è correttamente registrata all’anagrafe tributaria, allora vedremo apparire un messaggio con i seguenti dati:
- lo stato della Partita Iva, se attiva, cessata o sospesa;
- la denominazione sociale nel caso si tratti di una Partita Iva di società;
- la data indicativa dell’inizio dell’attività o data della cessazione o della sospensione.
Una volta effettuata tale verifica, riusciremo a capire se la Partita Iva è effettivamente attiva. Nel caso in cui la Partita Iva sulla quale si intende effettuare il controllo appartenga ad uno stato della comunità europea, allora si deve procedere con il servizio di ricerca Vies.
Quindi cosa vuol dire partita IVA inattiva?
Dunque, avere una partita IVA inattiva, sta a significare che essa non viene più movimentata, ovvero si intende che non sono più effettuate vendite e/o non sono più effettuati acquisti per questa partita IVA. Quindi essa non è chiusa, quindi non è cessata, ma semplicemente non utilizzata. A differenza di una partita IVA attiva che è quella che è in uso del professionista o dell’attività che la utilizza.
Di norma, si prevede che chi decide di chiudere attività debba provvedere alla chiusura della partita IVA, presentando all’Agenzia delle Entrate il Modello AA9/12, in un tempo di 30 giorni dalla data dalla quale decorre la cessazione dell’attività. Di solito chi lascia una partita IVA comunque aperta pur non tenendola attiva, la utilizza per svolgere qualche attività secondaria e sporadica. Per esempio, un lavoratore dipendente che svolge in proprio anche delle consulenze esterne presso dei soggetti diversi dall’azienda per cui lavora e per le quali è richiesta partita IVA.
Come chiudere una partita IVA inattiva?
Va da se che chi possiede una partita IVA inattiva dovrà, comunque, sempre e comunque fare i conti con la possibilità di chiusura d’ufficio da parte dell’Agenzia delle Entrate.
In tale caso, è bene sapere che il contribuente interessato riceverà una comunicazione da parte della Amministrazione finanziaria stessa, con la quale sarà informato della chiusura d’ufficio della partita Iva, da lui lasciata inattiva. Tuttavia, nella eventualità in cui il contribuente non ritenga corretta la contestazione potrà far valere le proprie ragioni.
In che modo il contribuente potrà far valere le proprie ragioni e contestare la chiusura d’ufficio?
La risposta a questa domanda è presto detta. Il contribuente potrà farlo, semplicemente rivolgendosi ad un ufficio delle Entrate, al quale dovrà necessariamente fornire la prova della propria qualificazione di soggetto passivo ai fini Iva. Ad ogni modo, come detto anche poco sopra, chi vorrà chiuderla di propria volontà non dovrà fare altro che inviare il modulo AA9 o AA7 all’Agenzia delle Entrate entro 30 giorni dalla data di cessazione dell’attività.
Dunque, questo è quanto vi era di necessario da conoscere sul significato della partita IVA attiva e inattiva.