Oggi andiamo ad occuparci di una categoria di lavoratore (o lavoratrice, per dirla meno genericamente) che in passato è stata alquanto bistrattata. Il lavoratore donna che, però negli ultimi anni ha conquistato più indipendenza e rispetto sociale. Andiamo, a vedere tuttavia quali agevolazioni vi sono per chi assume una donna al lavoro.
Assunzioni donne, nel 2021 vi sono agevolazioni?
Nonostante la premessa fatta, in un mondo che vede la donna molto più al centro dell’attenzione, rispetto a trenta anni fa, ci si chiede ancora se vi sono o meno delle agevolazioni e quindi degli incentivi per il datore di lavoro nell’assumere una donna al lavoro. Come se si stesse assumendo una “categoria di lavoratore” speciale. Ebbene, sì, esiste il Bonus donne per chi assume lavoratori (o lavoratrici) del gentil sesso. Ma, dopo andremo a vedere nello specifico in cosa consiste, il bonus donna. Ora, rapidamente occupiamoci di specificare cosa si intende per incentivo o agevolazione all’assunzione, per il datore di lavoro.
Incentivo e agevolazioni per il datore di lavoro: cosa vuol dire?
Quando parliamo di agevolazioni per il datore di lavoro, si intendono dei benefici normativi o economici, i quali vengono riconosciuti ai datori di lavoro (appunto) che decidono di assumere, senza essere obbligati per legge o tenuti in base a quanto previsto dalla contrattazione collettiva, determinate categorie di persone, soprattutto lavoratori svantaggiati. Ecco, dunque, che sembrerebbe che la donna, per il mondo del lavoro, sia ancora spesso e volentieri considerata “svantaggiata”. Con l’agevolazione si parla, dunque, di contributi pubblici che serviranno a sostenere la parte a carico del datore di lavoro del costo dei nuovi assunti. Quindi, in sostanza, chi assume tali “soggetti lavorativi”, usufruendo di queste agevolazioni previste avrà diritto ad una riduzione, parziale o totale, per un determinato periodo di tempo, dei costi del lavoro (contributi) che avrà da sostenere.
Bonus donne: in cosa consiste
Dunque, per incentivare i datori di lavoro ad assumere donne avremo il suddetto Bonus Donne. Ma, in cosa consiste tale incentivo o agevolazione?
Questa agevolazione (o incentivo per il datore di lavoro) consiste, sostanzialmente, nella riduzione dei contributi pari al 50% per i datori di lavoro che assumono, sia tempo indeterminato che a tempo determinato, lavoratrici prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno 24 mesi, o da 6 mesi se esse hanno residenza in aree svantaggiate. La nuova legge di Bilancio ha incrementato il bonus assunzioni donne, portando la decontribuzione al 100% per le assunzioni effettuate nel biennio 2021-2022. Tutto ciò è valido anche per quanto riguarda le assunzioni di donne che lavorano in una professione o in un settore economico caratterizzati da un’accentuata disparità occupazionale di genere. In tal caso vi è il decreto interministeriale, atto ad individuare i settori specifici e le professioni caratterizzate da un maggior tasso di disparità uomo-donna per il 2021, ai fini del riconoscimento dell’incentivo.
Alcuni di questi settori che presentano la disparità uomo-donna, sono di seguito elencati:
- Artigiani ed operai metalmeccanici e manutentori di attrezzature elettriche ed elettroniche
- Artigiani e operai specializzati dell’industria estrattiva, dell’edilizia
- Professioni tecniche in campo scientifico, ingegneristico e della produzione
- Agricoltori e operai zootecnia,
- Imprenditori, amministratori e direttori di grandi aziende
- Ingegneri, architetti
- Professioni non qualificate nella manifattura,
- Artigiani ed operai specializzati della meccanica di precisione, dell’artigianato artistico, della stampa ed assimilati
Va aggiunto che molto spesso l’inserimento nel mondo del lavoro per una donna diviene ostracizzato e poco ben visto dai datori di lavoro per le difficoltà che vi si possono presentare nei casi di maternità. Con tutte le sospensioni di attività fisiche che tale periodo comporta. In quel caso, l’INPS non si è fatto mancare di offrire il Bonus maternità, ma questa è un’altra storia.