Con l’aumento della speranza di vita, e con gli interventi del legislatore, in genere le condizioni ed i requisiti per l’accesso in Italia alla previdenza pubblica cambiano o comunque possono cambiare di anno in anno. Per esempio, a quale età si va in pensione nel 2021?
Previdenza pubblica, dalla pensione di vecchiaia alle opzioni di pensionamento anticipato
Al riguardo c’è da dire che, fissato l’anno in corrispondenza del quale sarà possibile ritirarsi dal lavoro, la pensione di riferimento per la previdenza pubblica è rappresentata da quella di vecchiaia per la quale, in particolare, nel 2021 servono 67 anni di età ed almeno 20 anni di anzianità contributiva. Pur tuttavia, rispetto ai requisiti di accesso alla pensione di vecchiaia, in Italia ci sono attualmente svariate opzioni e soluzioni di pensionamento anticipato che, nel rispetto delle condizioni previste, presentano dei requisiti che sono meno stringenti in alcuni casi sull’anzianità contributiva, ed in altri sull’età per il pensionamento.
Quali sono i requisiti 2021 per l’accesso alla pensione anticipata ordinaria
Prima della maturazione dei requisiti per la prestazione INPS di vecchiaia, il lavoratore ha la possibilità di accedere, nel rispetto dei requisiti previsti, alla pensione anticipata ordinaria per il cui ottenimento, comunque, serve un’anzianità contributiva molto alta e nessun requisito d’età.
Precisamente, per gli uomini, ben 42 anni e 10 mesi di contributi versati e, per le donne, 41 anni e 10 mesi di contributi versati da parte delle lavoratrici che sono iscritte alle gestioni previdenziali dell’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale.
Andare in pensione con la quota 100 nel 2021, le condizioni ed i requisiti
Tra le misure di pensionamento anticipato attualmente in vigore, rispetto alla prestazione di vecchiaia ed alla pensione anticipata ordinaria, spicca la quota 100. In particolare, per andare in pensione con la quota 100 servono 38 anni di anzianità contributiva, ma rispetto alla pensione di vecchiaia il requisito dell’età scende a 62 anni.
Introdotta con il Decreto legge numero 4 del 28 gennaio del 2019, la quota 100 è una misura di pensionamento anticipata che è stata introdotta in via sperimentale per il triennio che va dal 2019 al 2021. Dal 2022, stando all’attuale orientamento del Governo italiano, la quota 100 non dovrebbe essere rinnovata o prorogata.
L’anticipo pensionistico di accompagnamento alla prestazione di vecchiaia
Per accompagnare i lavoratori verso la maturazione dei requisiti per l’accesso alla pensione di vecchiaia, inoltre, attualmente c’è in vigore l’APE Sociale che non è altro che un anticipo pensionistico il cui importo massimo erogabile è pari a non oltre 3 volte l’assegno sociale.
Per l’accesso all’APE sociale, nel dettaglio, servono minimo 63 anni di età, un’anzianità contributiva di 30-36 anni di contributi versati, e l’appartenenza alle cosiddette categorie deboli. Ovverosia lavoratori che sono disoccupati, addetti a mansioni gravose, lavoratori precoci, lavoratori disabili o che assistono parenti con disabilità o con gravi patologie invalidanti.
Il lavoratore o la lavoratrice che percepisce l’APE Sociale prenderà l’assegno di accompagnamento fino alla maturazione dei requisiti per la pensione di vecchiaia o di altre prestazioni previdenziali che prevedano l’erogazione del trattamento da parte dell’INPS in anticipo. Inoltre, l’APE Sociale è una prestazione INPS che, tra l’altro, non è compatibile con l’accesso agli ammortizzatori sociali.