In un periodo storico in cui è sempre più un dubbio la possibilità di arrivare ad una soddisfacente pensione, ci si chiede come sia la situazione attuale per la contribuzione. Andiamo, dunque a scoprire come funziona la pensione nel 2021 e quanti anni di contributi servono.
Pensione 2021: un futuro in fondo al tunnel
E’ arduo assicurarsi il futuro, ma anche dare vita al presente, in questa annata travagliata. La crisi dovuta al Covid-19 ha affossato molta economia e quindi anche il pensionamento appare un obiettivo lontano alla fine di un tunnel poco luminoso. Vediamo dunque, allo stato attuale delle cose, quali sono le alternative possibili per andare in pensione nel 2021.
Cominciamo con il precisare che le pensioni decorrenti dal 1° gennaio 2021 sono caratterizzate da un assegno un po’ più basso. I coefficienti di trasformazione del montante contributivo sono passati dal 4,20% in corrispondenza dei 57 anni a 4,186%, mentre un ribasso anche da 6,513% in corrispondenza dei 71 anni al 6,466%. Riguardo i requisiti utili al pensionamento non subiscono modifiche, in quanto non ci sono cambiamenti per l’adeguamento sulle speranze di vita.
Come si potrà accedere alla pensione di vecchiaia nel 2021?
Per poter accedere alla pensione di vecchiaia, in questo anno 2021, occorrerà rispondere ai relativi requisiti:
- 67 anni di età con almeno 20 anni di contributi per i lavoratori generici;
- 66 anni e 7 mesi di età per gli addetti alle mansioni gravose con almeno 30 anni di contributi;
- 5 anni di contributi avendo compiuto i 71 anni di età per coloro che rientrano interamente nel regime contributivo.
Inoltre è richiesto un ulteriore requisito per accedere alla pensione di vecchiaia 2021, per chi rientra nel sistema misto ovvero l’aver maturato alla data di richiesta del pensionamento un assegno previdenziale pari almeno a 1,5 volte l’assegno sociale.
Pensione anticipata contributiva, come funziona nel 2021?
Per coloro che risultano rientrare nel sistema interamente contributivo c’è un’opzione di pensione anticipata in più e vi sarà possibile ritirarsi dal lavoro con 64 anni di età e 20 anni di contributi, solo però se avrà maturato un assegno previdenziale di importo pari o superiore a 2,8 volte l’assegno sociale. Possono rientrare nel sistema contributivo i lavoratori che fanno parte di una delle seguenti categorie:
- coloro privi di anzianità contributiva al 1° gennaio 1996;
- coloro che hanno anzianità contributiva inferiore a 18 anni al 31 dicembre 1995, purché abbiano anche 15 anni di contribuzione versata, di cui 5 successivi al 1995.
Pensione quota 100 e pensione anticipata
Scopriamo, in ultimo, ma non ultime, le funzioni relative alla pensione anticipata e alle pensioni quota 100, inerenti al 2021.
Per quanto riguarda il pensionamento con Quota 100, resta in vigore fino al 31 dicembre 2021. Un’opzione, questa, che consente di andare in pensione qualora la somma tra età anagrafica e contributi sia pari a 100, a patto però di essere in possesso di un’ età anagrafica pari almeno a 62 anni ed una anzianità contributiva pari almeno a 38 anni di contributi, di cui almeno 35 effettivamente versati.
Per quanto concerne, invece la pensione anticipata, resta in vigore per il 2021 la possibilità di ottenere il pensionamento anticipato, a patto di soddisfare determinati requisiti. In particolare, per richiedere la pensione anticipata nel 2021 saranno richiesti:
- 42 anni e 10 mesi di contributi per quanto riguarda gli uomini;
- 41 anni e 10 mesi di contributi per quanto riguarda le donne.
Va aggiunto, per quanto riguarda le pensioni anticipate precoci che sarà concessa un’ulteriore opzione di pensionamento. Ovvero, sarà possibile andare in pensione anticipata con soli 41 anni di contributi, qualunque sia l’età anagrafica. Requisito che sarà valido sia per uomini che per donne, che va ad aggiungersi a quello di rientrare in una delle categorie tutelate. Ovvero, nelle seguenti categorie di lavoratori:
- disoccupati previa licenziamento individuale o collettivo, licenziamento per giusta causa o previa risoluzione consensuale, che abbiano però terminato da almeno 3 mesi, la fruizione della NASPI o altra indennità spettante;
- caregiver o lavoratori dipendenti ed autonomi che al momento della domanda, assistono da almeno 6 mesi il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità, secondo legge 104
- invalidi civili con almeno il 74% di invalidità, che siano dipendenti o autonomi che hanno una riduzione della capacità lavorativa;
- addetti a mansioni usuranti o gravose svolte per almeno 7 anni negli ultimi 10 anni di attività lavorativa.
Dunque, ora che avete vagliato il quadro della situazione, potrete sperare di iniziare a vedere una luce dal tunnel, con la possibilità che sia essa il più vicino possibile per il vostro pensionamento.