Lavoratori autonomi: chi sono e in quali categorie si suddividono

Differenza lavoratori autonomi e liberi professionisti

Come si evince dall’art.22 del Codice Civile, il lavoratore autonomo è titolare di partita Iva ed è colui che realizza un’opera o svolge dei servizi per conto di un datore di lavoro che gli riconosce, in cambio, una somma di denaro per la prestazione ricevuta. Il lavoro autonomo differisce dal lavoro subordinato, in quanto il soggetto lavoratore, nel primo caso non è obbligato a seguire le direttive del suo datore, non può essere sanzionato per violazione del contratto, quindi, gode di una certa flessibilità e autonomia per quanto concerne tempi e modalità di esecuzione della prestazione, ma a differenza del secondo caso è legato al risultato. In sintesi, il lavoratore autonomo non è soggetto al vincolo di subordinazione.

I diritti del lavoratore autonomo

Se è vero che il lavoratore autonomo gode di molta più libertà nell’esecuzione del suo lavoro rispetto a quella di un lavoratore subordinato, è altrettanto vero che vengono meno molte tutele. Infatti, non sussiste la norma che prevede per il lavoratore autonomo, una retribuzione proporzionata e sufficiente.

Non ha diritto alle ferie e a riposi, non c’è una durata massima dell’orario di lavoro, nessun diritto sindacale, assente il diritto di essere assegnato a una mansione contrattuale, non è tutelato contro il trasferimento, può essere licenziato dal committente anche in assenza di una giusta causa. Inoltre, il lavoratore autonomo non fruisce di prestazione pubbliche, in caso di infortunio, malattia o maternità. Ciò deriva anche dal frequente mancato versamento dei contributi all’INPS. Di solito, i professionisti versano i contributi alle casse previdenziali specifiche, per accedere alle misure di protezione sociale che esse prevedono.

Qualche tutela a favore del lavoratore autonomo è stata introdotta dal Jobs Act. Per esempio, sussiste il diritto a ricevere un congruo preavviso da parte del committente, in caso di recesso di quest’ultimo. In alcuni casi è previsto anche l’accesso a misure di protezione sociale per malattia, maternità e disoccupazione involontaria.

Le categorie di lavoratori autonomi

Come detto poc’anzi, i lavoratori autonomi sono coloro che svolgono un’attività autonoma o professionale e senza che sussista un vincolo esclusivo verso un datore di lavoro. E’ possibile suddividere i lavoratori autonomi in cinque categorie che si differenziano per caratteristiche.

  • Gli imprenditori che svolgono un’attività organizzata per la produzione o lo scambio di beni o servizi. In questo caso si avvalgono di lavoratori dipendenti retribuiti e di appropriati mezzi di produzione. Gli imprenditori dirigono, coordinano e controllano le attività dell’impresa, affrontando costi importanti e assumendosi i rischi giuridici ed economici.
  • Gli artigiani che portano avanti il proprio lavoro come titolari d’impresa e in piena responsabilità, svolgendo, molto spesso, un lavoro anche manuale nel processo produttivo ed esercitando un’attività diretta alla produzione di beni o alla prestazione di servizi (esclusa quella commerciale e agricola). Gli artigiani sono piccoli imprenditori che devono essere iscritti all’Albo delle imprese artigiane e possono avvalersi dell’aiuto dei familiari, ma possono avere anche più lavoratori dipendenti (da un minimo di 8 nelle attività di trasporti ad un massimo di 32 nelle lavorazioni artistiche). Gli artigiani sono assicurati dall’INAIL contro infortuni e malattie professionali, con l’obbligo di versare all’INPS un contributo per l’assicurazione d’invalidità, di vecchiaia e superstiti. Per le donne è prevista la tutela alla maternità.
  • I liberi professionisti che svolgono un’attività intellettuale e qualificata con una competenza specifica acquisita tramite studi e corsi di formazione inerenti. Spesso, si tratta di persone laureate, iscritte a un albo, ordine, registro o elenco riconosciuto. Rientrano in questa categoria: avvocati, ingegneri, commercialisti, medici, notai, consulenti del lavoro, farmacisti, giornalisti e similari. Esistono anche liberi professionisti che non sono iscritti a un Albo o registro, in quanto svolgono professioni non regolamentate ovvero rappresentate solo dalle relative associazioni. Per esempio: amministratori di condominio, fisioterapisti, oftalmologi, podologi, pedagogisti, psicomotricisti, massofisioterapisti, optometristi, esperti in tecnica ortopedica, geofisici, progettisti architettura d’interni, fotografi professionisti e numerose altre, tra cui i professionisti della mobilità;
  • I soci di cooperativa che sono associati con altre persone per dare vita a una società cooperativa che si prefigge un obiettivo comune, agendo insieme, anziché per proprio conto al fine di ottenere un vantaggio per tutti. Le cooperative devono essere costituite da un notaio, dotate di Statuto e devono essere iscritte al Registro delle imprese e all’albo delle società cooperative.
  • Gli agenti e rappresentanti di commercio che ricevono l’incarico da una o più imprese di chiudere dei contratti in una o più zone assegnate. Si tratta di un lavoro rischioso, in quanto il risultato positivo non è per nulla scontato, ma con la possibilità di adottare la strategia di lavoro ritenuta più consona per il suo raggiungimento. A contratto concluso viene corrisposta una somma di denaro dal preponente con cui è stato instaurato il contratto di agenzia.

Nel caso un lavoro qualificato come autonomo, presenti caratteristiche tipiche di lavoro subordinato, il lavoratore può chiedere a un giudice la trasformazione da lavoro autonomo a un contratto di lavoro subordinato.

Informazioni su Carmine Orlando 405 Articoli
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