Per creare una startup è fondamentale sapere cosa si vuole fare e dove si vuole arrivare, ma prima di tutto da dove partire e se si hanno gli strumenti, iniziali risorse e spirito di sacrificio nonché passione, determinazione, grande volontà e ambizione. D’altronde, quando si parla di startup, s’intende un’impresa da avviare che abbia alla base un’idea molto innovativa e un progetto di crescita molto rapido, con l’obiettivo di soddisfare un bisogno o risolvere un problema, a cui nessuno, fino a quel momento, è riuscito a trovare soluzione.
Come creare una startup
Alla base della creazione di una startup c’è un’idea innovativa che possa essere valida nel tempo e fattibile, e insieme la ricerca di creare un modello di business replicabile e scalabile. Da soli, difficilmente si può partire, ma soprattutto non si possono raggiungere grandi obiettivi se non ci si avvale di un gruppo di persone competenti, determinate e con la giusta visione e passione. Una volta formato un team si analizza se l’idea è valida per trasformare un’impresa emergente in una grande azienda che può attrarre investitori, attraverso la scelta di un modello di business vincente.
A questo proposito, lo strumento più conosciuto e utilizzato per la sua costruzione è il business model canvas, ideato da Alexander Osterwalder che lo suddivide in blocchi, in cui ciascuno riporta uno dei nove elementi necessari al funzionamento di un’impresa:
- Customer Segments o Segmenti di Clientela
- Value Proposition: valore creato dai tuoi prodotti o servizi
- Channels: canali con cui raggiungere il cliente
- Customer Relationships: insieme di relazioni che si instaurano con i clienti
- Revenue Streams: ricavi generati
- Key Resources: risorse chiave che l’azienda mette in campo
- Key Activities: le tue attività chiave
- Key Partners: partner strategici con i quali l’impresa intende allearsi al fine di creare valore per il cliente
- Cost Structure: struttura dei costi relativi a risorse, attività e partner chiave.
Il canvas precede la redazione del business plan nel quale ricordiamo vengono evidenziati i soli aspetti economici dell’impresa.
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Startup: finanziamenti
Diversamente da un’azienda, la startup si caratterizza per l’utilizzo iniziale di limitate risorse economiche che devono servire almeno per cercare di coprire i costi. Per questo motivo è importante poter ricorrere a determinate forme di finanziamento.
- Bootstrap: autofinanziamento, quindi i capitali propri del Founder.
- Crowdfunding: raccolta di somme di denaro principalmente attraverso il canale web, con l’ausilio di piattaforme di crowfunding che si realizza in 4 forme diverse (Donation, Reword,
- Equity e Lending).
- Business angel: persone fisiche (ex imprenditori, manager, consulenti, professionisti ecc.) che investono in cambio di azioni di minoranza. I Business Angel possono investire anche in gruppo informale od organizzato.
- Venture Capital startup: l’investitore di un fondo di Venture Capital entra nel capitale di rischio della società (quote o azioni) restandoci fino alla scadenza del finanziamento (3-10 anni) o in caso di vendita della società a un’altra compagnia (exit).
- Incubatori startup: società che offrono spazi fisici e di co-working e alcuni servizi come: servizi amministrativi e organizzativi, formazione, consulenza, accesso a finanziamenti e networking.
- Acceleratori: organizzazione che accelera e rende sistematico il processo di creazione di nuove imprese (molti di essi investono in startup in cambio di equity.
- Prestiti bancari: concessi dalle banche tramite fondi di garanzia governativi per le PMI, competition o mutui per le nuove imprese.
Fondazione della startup e scelta della forma giuridica
Per creare una startup si deve scegliere tra uno dei modelli societari previsti dal codice civile: S.p.A; S.a.p.A; S.r.l.; S.r.l.s..
Per le start up innovative è previsto che si possano costituire come società di capitali, anche in forma cooperativa. Le più gettonate sono la SRL Semplificata e la SRL Start up innovativa.
Minimum Viable Produvt (MVP)
Il passaggio successivo al modello di business delineato è la trasformazione rapida e a basso costo delle ipotesi di prodotto o servizio. Realizza un “Prodotto Minimo Fattibile o MVP”, cioè un prodotto o servizio che presenta delle caratteristiche minime, ma che lo facciano funzionare. Immetti l’MVP nel mercato facendolo testare da uno specifico target di consumatori o di buoni clienti e fatti rilasciare dei feedback. Utilizzate strumenti come il Validation Board ed i feedback ricevuti per adattare il MVP alle esigenze del cliente e misurane l’efficacia.
Verifica del mercato
E’ necessario validare i clienti e verificare se il modello di business è scalabile dimensionalmente (in termini di prodotto, acquisizione della clientela, pricing, canali): come? Facendo partire attività di marketing e immettendo una quantità limitata di prodotti o servizi in aree selezionate di mercato e valutarne le eventuali vendite che, se raggiungono il Product Market Fit: i clienti esprimono soddisfazione verso il prodotto o servizio perché risolve il loro problema.
La fase successiva sarà quella di fornire al mercato la giusta user experience e continuare ad investire nel marketing in modo che la domanda cresca. Se la customer validation non funziona occorrerà ritornare alla fase precedente e scoprire ciò che non ha funzionato o abbandonare l’idea e passare ad un altro progetto.