Lavorare senza partita Iva è possibile? La risposta è affermativa in quanto, a determinate condizioni, si può sempre esercitare un’attività in maniera del tutto legale senza partita Iva e perfettamente in regola con gli obblighi verso il Fisco. E questo accade, nello specifico, quando l’attività esercitata o la prestazione resa a terzi ha il cosiddetto carattere occasionale. Ovverosia, si tratta di un lavoro che è saltuario e quindi non abituale e nemmeno continuativo.
Come si pagano al Fisco le tasse da prestazione occasionale?
In tal caso il lavoratore autonomo occasionale, per assolvere agli obblighi verso il Fisco, sarà chiamato ad emettere al committente, con il proprio codice fiscale, una ricevuta con la ritenuta d’acconto. E quindi è il committente che funge da sostituto d’imposta, mentre il lavoratore occasionale andrà a dichiarare, per l’anno di imposta, la somma dei compensi percepiti dai lavori saltuari unitamente agli altri ed eventuali altri redditi da inserire nel 730 o nel modello Redditi persone fisiche.
Quando il lavoro autonomo occasionale è esente da Iva e contributi previdenziali
Ma detto questo, quando la prestazione occasionale è vantaggiosa per i lavori saltuari? Al riguardo c’è da dire che il primo vantaggio è dato dall’esenzione Iva, mentre il secondo vantaggio è quello dell’assenza di apertura di posizione previdenziale. Ma questo accade solo quando nell’anno, tra tutti i committenti per i quali è stata resa prestazione di lavoro occasionale, l’importo dei compensi non supera i 5.000 euro al lordo.
Contributi Inps per le prestazioni occasionali, ecco quando scattano
Altrimenti scatta l’obbligo di iscrizione alla Gestione Separata dell’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale (INPS). In particolare, quella dei 5.000 euro lordi di compensi ai fini INPS è una franchigia. E questo perché, superata la soglia, il lavoratore autonomo occasionale andrà a pagare i contributi previdenziali, attraverso l’iscrizione alla Gestione Separata, solo per la parte che eccede proprio la soglia annua dei 5.000 euro di ricavi o di compensi.
In tal caso, con il superamento della soglia sopra indicata, cambia anche la struttura della ricevuta da emettere al committente in quanto ci saranno da inserire le trattenute previdenziali che risultano essere così ripartite: per due terzi a carico del datore di lavoro, e per un terzo a carico del lavoratore.