La pensione consiste in una rendita, erogata da un ente previdenziale sulla base dei requisiti previsti dalla legge o dal regolamento dell’ente. Nel 2021 si potrà accedere alla pensione di vecchiaia con: 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi per la generalità dei lavoratori. Per i lavoratori che svolgono lavori gravosi, la richiesta della pensione potrà essere anticipata a 66 anni e 7 mesi di età.
Dettagli: età e requisiti per la pensione di vecchiaia fino a fine 2022
Dal 2019 l’età per la pensione di vecchiaia è fissata a 67 anni per tutte le categorie. Il requisito dei 67 anni resterà valido anche per ottenere l’assegno sociale fino a tutto il 2022. Al requisito anagrafico si aggiunge il requisito contributivo di 20 anni: per raggiungerlo sono validi i contributi lavorativi e quelli versati per:
- riscatti di laurea,
- accrediti gratuiti del servizio militare ,
- contribuzione figurativa correlata alla indennità di disoccupazione Naspi
- maternità.
I 20 anni di contributivi gratuito possono essere raggiunti sommando contributi versati in tutte le gestioni Inps o anche presso Casse professionali. ll sistema previdenziale italiano, oltre al pensionamento ordinario prevede altre modalità di uscita dal mondo del lavoro, ossia, la pensione anticipata 2021. Cerchiamo di capire nel dettaglio quali sono le diverse tipologie di prestazioni pensionistiche
La pensione Anticipata 2021
L’INPS eroga differenti tipologie di prestazioni pensionistiche in base alla gestione o al fondo di appartenenza degli iscritti e ai requisiti contributivi e anagrafici previsti dalla legge. Eccole nello specifico:
- Pensione “Quota 100”: spetta ai lavoratori iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO) e alle forme sostitutive ed esclusive della medesima, gestite dall’INPS, nonché ai lavoratori iscritti alla Gestione Separata.
- Pensione di vecchiaia: per il suo conseguimento gli iscritti devono essere già assicurati alla data del 31 dicembre 1995 o assicurati dal 1° gennaio 1996 e rispettare determinati requisiti.
- Pensione Anticipata: potrà essere richiesta se esistono delle disposizioni eccezionali di legge riferiti ai requisiti contributivi e anagrafici. In particolare, esistono poi categorie di soggetti, considerati “svantaggiati”, che possono ottenere la pensione in anticipo, ovvero con meno contributi, vale a dire: i lavoratori cd. “precoci” e i lavoratori impiegati in attività gravose ed usuranti.
- Pensione “Opzione Donna”: è un beneficio che consente alle lavoratrici di ottenere la pensione di anzianità con requisiti anagrafici più favorevoli.
- Pensione “Ape Sociale”: anticipo pensionistico riservata a lavoratori del cd. categorie deboli: disoccupati, disabili .
Dettagli: pensione anticipata con Opzione Donna e Quota 100
Con la pensione “Opzione Donna”, l’ordinamento previdenziale da la possibilità alle lavoratrici di andare in pensione con il sistema di calcolo contributivo con 35 anni di contribuzione (con esclusione dei contributivi figurativi) a:
- 58 anni per le lavoratrici dipendenti e
- 59 anni per le lavoratrici autonome.
Sia il requisito anagrafico che quello contributivo vanno centrati al 31 dicembre 2020.
Per quando riguarda, la pensione “quota 100” , in deroga ai requisiti ordinari, permette di conseguire il diritto alla pensione anticipata al ricorrere delle seguenti condizioni:
- età anagrafica non inferiore a 62 anni;
- anzianità contributiva non inferiore a 38 anni.
Inoltre, si precisa che, la Pensione “Quota 100” è una prestazione economica erogata, a domanda, ai lavoratori dipendenti e autonomi che maturano, nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2019 e il 31 dicembre 2021, i requisiti prescritti dalla legge.
I requisiti pensionistici possono essere raggiunti anche cumulando i periodi assicurativi.
Dettagli: Pensione anticipata per lavoratori con mansioni usuranti o gravose
Per i lavoratori addetti a mansioni usuranti o gravose e pesanti definite dal d.lgs n. 67 2011 e dalla legge di stabilità 2018, resta ancora in vigore il sistema delle Quote. A decorrere dal 1° maggio 2017 l’articolo 1, comma 199 della legge 232/2016 ha introdotto una riduzione del requisito contributivo a 41 anni sia per gli uomini che per le donne che abbiamo svolto almeno 12 mesi di lavoro effettivo prima del 19° anno di età e che si trovino in particolari situazioni di tutela.
Per i lavoratori addetti a mansioni usuranti o gravose e pesanti definite dal d.lgs n. 67 2011 e dalla legge di stabilità 2018, resta ancora in vigore il sistema delle Quote, come da schemi seguenti:
Lavoratori addetti a mansioni particolarmente usuranti per almeno 78 giorni/notti in un anno:
dipendenti | quota 97,6 e | età minima 61 anni e 7 mesi |
autonomi (o con versamenti in entrambe le gestioni) | quota 98,6 | età minima 62 anni e 7 mesi |
servono in ogni caso 35 anni di contributi versati; |
Lavoratori notturni a turni, con un numero di giorni lavorativi da 72 a 77 all’anno:
dipendenti | quota 98,6 e | età minima 62 anni e 7 mesi |
autonomi ( o con versamenti in entrambe le gestioni) | quota 99,6 | età minima di 63 anni e 7 mesi |
servono in ogni caso 35 anni di contributi versati; |
Lavoratori notturni a turni con un numero di giorni lavorativi da 64 a 71 all’anno:
dipendenti | quota 99,6 e | età minima 63 anni e 7 mesi |
autonomi ( o con versamenti in entrambe le gestioni) | quota 100,6 | età minima 64 anni e 7 mesi |
servono in ogni caso 35 anni di contributi versati; |
Dettagli: pensione “Ape Sociale”
L’articolo 1, commi da 179 a 186, della legge di bilancio 2017 e s.m.i. prevede un’indennità a carico dello Stato erogata dall’INPS a soggetti in determinate condizioni previste dalla legge che abbiano compiuto almeno 63 anni di età e che non siano già titolari di pensione diretta in Italia o all’estero. L’indennità è corrisposta, a domanda, fino al raggiungimento dell’età prevista per la pensione di vecchiaia.
L’Ape Sociale spetta ai lavoratori che ne fanno domanda e risultano essere nelle seguenti condizioni:
- stato di disoccupazione a seguito di cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento, anche collettivo, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale,
- assistere, al momento della richiesta e da almeno 6 mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità (L.104),
- riduzione della capacità lavorativa, accertata dalle competenti commissioni per il riconoscimento dell’invalidità civile, superiore o uguale al 74% e in possesso di un’anzianità contributiva di almeno 30 anni;
- lavoratori dipendenti, al momento della decorrenza dell’indennità, in possesso di almeno 36 anni di anzianità.