Attualmente il requisito anagrafico minimo per l’accesso alla pensione di vecchiaia è posizionato a 67 anni di età, con annessa maturazione di almeno 20 anni di contribuzione, requisiti validi sia per i dipendenti del settore pubblico sia per quello privato, oltre che per i lavoratori autonomi.
Nel calcolo dei 20 anni di contributi maturati, si sommano tutti i periodi contributivi accreditati o versati dal lavoratore a qualsiasi titolo. Dai contributi da lavoro a quelli da riscatto, e passando per i contributi figurativi e per quelli volontari. Sebbene, è da precisare che nel caso in cui non venga rispettato il requisito anagrafico per l’accesso alla pensione di vecchiaia balza a 71 anni, ma con un requisito contributivo che è più basso (di soli 5 anni di contributi effettivi, ossia, al netto di eventuali contributi figurativi.
Non sempre i 20 anni di contributi bastano per garantire l’accesso alla pensione di vecchiaia.
I 20 anni di contributi di solito bastano per accedere alla pensione di vecchiaia, sebbene, va precisato che per chi ha iniziato a versare i propri contributi a partire dal 1°gennaio 1996 è necessario soddisfare un altro requisito per accedere alla pensione di vecchiaia a 67 anni. Ovvero, dovrà essere rispettato un requisito economico, infatti, sarà necessario che l’importo della prima rata di pensione non risulti inferiore a 1,5 volte l’assegno sociale che per l’anno in corso 2020 ammonta ad euro 459,83.
Ad ogni modo, qualora il lavoratore risulta essere in possesso dei requisiti, per ottenere la pensione di vecchiaia è necessario presentare domanda all’INPS. Quest’ultima potrà essere presentata mediante il sito dell’Inps, previo accesso mediante le proprie credenziali o Spid. In alternativa, ci si potrà rivolgere a Enti di patronato autorizzati dall’INPS che supporteranno i cittadini, per la compilazione della domanda. All’accoglimento della domanda.